Guida degli smarriti di Jean d’Ormesson è un trattato che, mettendo da parte le domande esistenziali sul chi siamo e sul dove stiamo andando, si orienta per comprendere la domanda:
– cosa ci facciamo qui? –
Scelto perché, semplicemente, ho letto il mio cognome nel titolo, Jim il fortunato di Kingsley Amis è un romanzo che ho faticato un po’ a trovare.
Non ordinabile in libreria, la sorte mi ha suggerito (con successo) di rivolgermi alla biblioteca per verificare se vale ancora la pena leggerlo.
Non sapere cosa leggere è una sensazione molto particolare che si insinua in momenti in cui ci si sente sospesi, incapaci di accordarsi al movimento e ai desideri che il vivere comporta.
Primo libro di Eshkol Nevo che leggo, La simmetria dei desideri mi sembrava il romanzo giusto per definire meglio questa sensazione e liberarmene.
Era da tanto che non leggevo un libro edito Marcos Y Marcos.
Ripensando ai pochi che ho letto, ho la sensazione che tendano a proporre narrazioni in cui si evita di offrire alternative diverse dalle realtà che fanno emergere.
Questa settimana, però, ho voluto fare un altro tentativo di lettura con Viburno rosso di Vassilij Šukšin, un romanzo che nasce come sceneggiatura di un film che ebbe un inaspettato successo nella Russia degli anni Settanta.
Il ristorante dell’amore ritrovato di Ito Ogawa è il secondo libro da calendario letterario ma, a differenza del romanzo di Clara Reeve, la citazione che mi aveva affascinata è sfumata via dalla memoria nel momento stesso in cui ho cominciato a leggere questa storia lieve, intensa e coinvolgente.
Il vecchio barone inglese di Clara Reeve è una lettura da calendario letterario.
A incuriosirmi è stata una citazione in cui il romanzo si colloca tra uno stato d’animo e un comportamento non coerente ad esso:
“Il rancore lavora più in profondità nel cuore che cerca di nasconderlo e quando è dissimulato ad arte assume spesso l’apparenza del candore”.
Una citazione che è anche la chiave di lettura che ho tenuto come riferimento per descrivere le mie impressioni in merito a Il vecchio barone inglese.
Una grande, gloriosa sfortuna di Josh Ritter è un libro scelto per due motivi:
In un gioco di parole, questi sono dettagli insignificanti che, per paradosso, hanno effetti significativi sul come influiscono e predispongono all’ascolto e alla lettura.
Che suono avrà il romanzo del non proprio sconosciuto cantautore di Una grande, gloriosa sfortuna?
L’uomo che aveva visto tutto di Deborah Levy è il primo NN 2022 del quale parlerò in questo post.
L’ho scelto perché trama, copertina e lunghezza del titolo mi ricordavano Le prime quindici vite di Harry August di Claire North e perché, in comune, hanno un tipo di narrazione non lineare, nella quale si corre spesso il rischio di perdersi, che mantiene alta l’attenzione di chi legge fino e oltre il momento in cui assume la struttura di un romanzo completo e comprensibile, indipendente dalle regole e dalle logiche di un genere specifico.
In tal senso, i due libri sono simili ma non uguali. Hanno una piccola differenza.
La sapienza segreta delle api di Pamela Lyndon Travers, nome de plume di Helen Goff, più che un romanzo è un saggio sui miti e sulle fiabe che hanno portato all’apparizione di Mary Poppins che, inglobata nella visione disneyana della simpatica governante, è diventata parte integrante dell’immaginario collettivo moderno.
Non pensai mai di leggere i romanzi e, cosa curiosa, nessuno tra gli adulti me li propose in lettura quand’ero bambina. Sembrava quasi che il film fosse più che sufficiente per sapere ciò che c’era da sapere in materia.
Quando ho visto La sapienza segreta delle api, però, ho avuto il presentimento che contenesse risposta alla domanda:
“Cosa c’è nella borsa di Mary Poppins?”
e, di conseguenza, perché lasciarsi scappare una lettura forse più ghiotta dei romanzi che ispirarono il film?