Agli inizi di ParoleOmbra mi dedicavo, una volta a settimana, a esercizi di scrittura creativa raccolti nella rubrica #pausaracconto.
L’idea di sperimentare gli strumenti Amazon prende forma nel 2018 e si è tradotta in due raccolte narrative imperfette che esulano dalla tecnica e dall’applicazione critica della scrittura che impiego nel parlare di libri e letteratura.
Detto questo specifico che, nel corso di due anni, queste idee rappresentano gli errori che mi sono concessa al di fuori del blog. I racconti di ParoleOmbra ne sono il parziale, migliorabile risultato e li condivido in questo post. Continue Reading
A ripensare a quanto trascritto sul secondo atto di Scrivere sotto il sole, mi sono accorta che c’è un buco narrativo che riguarda la pausa pranzo.
Imparare a scrivere è anche assorbire tutti gli stimoli e gli argomenti di riflessione che compaiono non solo in corso di lettura ma anche quando ci si confronta con i propri compagni di scrittura al di fuori dalla classe.
Tra Antonio Tarantino e Caryl Churchill ho pranzato con l’allievo scrittore, poeta per la precisione, Giacomo. Si è dialogato di varie cose ma il tema fondamentale stava tra l’importanza del leggere e il desiderio di andare oltre lo scrivere per raccontare, lasciare una traccia, un segno di approfondimento, memoria dell’essere.
Non so dirti con certezza perché trovo importante ricordare questo intermezzo, ma qualcosa mi dice che potrebbe farti piacere saperlo e aggiungere, di conseguenza, un tassello sul come la cultura comunica e si riveli in ogni luogo e circostanza, dal salotto letterario al classico tavolo di osteria con la tovaglia a quadretti.
Detto questo, vieni a leggere il terzo e ultimo atto di scrivere sotto il sole? Ci sono altri due autori da scoprire, Jon Fosse ed Elfriede Jelinek.
Le prime ore trascorse con le insegnanti e gli allievi diScrivere sotto il sole e lo spazio di una notte insonne non hanno sciolto i dubbi e le domande della mattina dopo.
Sveglia all’alba (va bene, 8 di mattina non è proprio come svegliarsi all’alba ma quasi) e via a Udine per arrivare puntuale per il secondo atto del corso organizzato da Mateȃrium al Lino’s & Co. Durante il tragitto ancora rimuginavo sull’importanza dei sogni, sul cosa vuol dire essere sognatori e individuare il desiderio giusto per i personaggi che affollano la mente degli scrittori, anche dei più mediocri e poi, stampato lungo una delle vie percorse, intercetto questa frase:
“Si vive di sogni, si muore di bisogni”.
Una riga, una critica sociale, un’idea concreta di fondo firmata da un’associazione culturale della quale non ne conoscevo l’esistenza, I poeti della sera. Un giorno approfondirò la loro conoscenza su questo blog ma non è ancora il momento. Oggi si torna a scrivere sotto il sole e a scoprire altri due autori da leggere entro la fine del 2017, Antonio Tarantino e Caryl Churchill.
Affascinata dall’approccio alla scrittura creativa di Mateȃrium in Scrivere, scrivere, scrivere sono tornata al Lino’s & Co di Udine per ripetere l’esperienza con Scrivere sotto il sole.
Ho trascorso tre giorni ad analizzare e ad esercitarmi nelle varie tecniche di scrittura immergendomi tra narrativa e teatro, sotto l’occhio attento della mascotte dell’associazione culturale e di drammaturgia fondata da Alessandro De Paoli e Anna Gubiani.
Partecipare a Scrivere sotto il sole è stata un’altra opportunità al confronto tra insegnanti, allievi, grandi autori e alla scoperta di connessioni tra cose note e ignote. Solo ora riaccendo il pc per riportare su questo blog tutto quello che penso e spero di aver appreso. Per aiutarmi (o per complicarmi la vita, come al mio solito) dividerò il racconto di quanto è stato scritto al Lino’s & Co in tre tempi o, per chi conosce meglio di me il teatro, in tre atti.
Questo non è un corso di scrittura creativa ma un approccio creativo alla scrittura.
Con questa frase si è dato il via, sabato 13 maggio, a Scrivere, scrivere, scrivere. Un evento formativo organizzato dagli insegnanti di Mateârium, laboratorio di nuove drammaturgie fondato da Alessandro De Pauli e Anna Gubiani e ospitato nello spazio di coworking Lino’s Co di Udine.
Vieni a scoprire cosa ho imparato in quattro ore di esercizi di (non) scrittura creativa? Continue Reading
Quali sono i libri sul web writing da leggere, per imparare a scrivere per il web?
Questa è la domanda che mi sono posta quando ho pensato di fare della mia passione per la scrittura qualcosa di più di un hobby.
In quasi tre anni di blogging ho spulciato un’infinità di post come questo, alla perenne ricerca di un manuale che mi desse tutte le direttive su come scrivere per lavoro.
Piano piano, pagina dopo pagina ho costruito una piccola biblioteca alla quale ogni scrittore, per professione o per passione, può attingere liberamente. Forse non è una lista completa e definitiva per sapere tutto quello che c’è da sapere sulla scrittura professionale ma è abbastanza ampia da poter essere suddivisa per temi e secondo un ideale ordine cronologico.
Fammi sapere se questo elenco ti è stato utile e, buona lettura! 🙂 Continue Reading
Dunque, dove a che punto eravamo con la Pausa racconto ispirata alle tracce di Raymond Carver de Il mestiere di scrivere?
Ah, sì. L’ultima storia era intitolata Lo sguardo di Eco e apro il 2017 con l’esercizio di scritturan° 9 che chiede di scrivere un racconto in cui qualcuno racconta una bugia.
Non sono certa di aver rispettato il tema. La bugia c’è ma ne Il rossetto rosso assume un altro significato e diventa la scusa per nascondere la ricerca di un legame che si costruirà nel periodo successivo alla menzogna stessa. Un legame fondato su valori e concetti astratti, ma che non è per questo meno saldo di un legame biologico.
Dice l’ottavo esercizio di scrittura tratto dal libro di Raymond Carver:
“Scrivete un bozzetto o un racconto in cui l’ambientazione abbia un ruolo determinante”.
Colta da un blocco creativo, ho avuto un attimo di panico ma poi mi sono detta che non è altro che un esercizio. Mi sono concentrata sul termine bozzetto e ho lasciato perdere la trama.
Oggi la Pausa racconto non è una storia ben definita, è più un insieme di immagini e sensazioni che emergono quando confronto i luoghi friulani con quel poco che ho visto di Toscana.
Una bozza e, in quanto tale, provvisoria come il titolo, Lo sguardo di Eco.