Al di là delle parole di Carl Safina mi ha fatto scoprire gli Animalia editi Adelphi.
Una collana interamente dedicata a un nuovo modo di intendere l’etologia (studio del comportamento animale).
Il filone, tutt’altro che umanistico-letterario mi affascina e, per paradosso, proprio perché non lo sento poi così lontano dalla materia di cui si compone questo blog.
Le domande di avvio a questa lettura potenzialmente fuori tema sono:
- La mente del corvo di Bernd Heinrich può fornire ulteriori indizi e spunti di riflessione sulla natura umana?
- In che modo una specie animale può fornire risposte su un’altra, oltre che su sé stessa?
La mente del corvo di Bernd Heinrich e sue (ipotetiche) affinità con la mente umana
È un’ovvietà ma ormai è assodato che l’esplorazione della mente passa attraverso l’osservazione del comportamento umano e animale in relazione ai propri simili e non, oltre che in rapporto a situazioni e contesti.
“Il comportamento […] è un prodotto delle capacità sensoriali e della mente dell’animale. […] È una manifestazione della mente”.
Da tale prospettiva, La mente del corvo affascina tanto quanto la mente umana e, indirettamente, fa sorgere anche delle affinità tra le due.
Come l’uomo, il corvo è un animale sociale
Pur non possedendo un linguaggio fatto di parole, i corvi hanno un ampio corollario di versi e richiami che, come per i dialetti, possono anche variare di zona in zona ma non per questo costruiscono un sistema di comunicazione meno complesso ed efficace di quello umano utile a:
- trasmettere informazioni su rango, identità sessuale, cibo e luoghi dove ripararsi in comunità o nidificare con il partner;
- riconoscersi come individui e, dal punto di vista individuale, comunicare la propria predisposizione ad aggregarsi o a porre delle distanze con gli individui con i quali interagiscono, a prescindere dalla specie animale di appartenenza;
- interagire con i predatori (aquile, lupi, sciacalli, grandi felini e uomini) e cooperare con essi per mettere in atto strategie di sopravvivenza e/o di tutela dei molti elementi di cui è composto l’ecosistema in cui vivono.
La mente del corvo, lungi dallo stabilire un significato univoco a uno specifico verso, non esclude, inoltre, che i soggetti studiati siano sprovvisti della capacità di:
- comunicare messaggi precisi e articolati a seconda del contesto e della situazione;
- apprendere e riprodurre nuovi suoni attribuendo ad essi significati a posteriori (che, a differenza di quanto avviene nella società umana, difficilmente verranno fraintesi) e di
- memorizzarli e tramandarli di generazione in generazione evolvendo, di pari passo, la capacità comunicativa dei corvi.
Tali osservazioni, abbinate alla capacità di formare, in certi casi, veri e propri legami familiari anche con l’uomo lasciano intravedere un’affinità da non dare per scontata.
Come l’uomo, il corvo è un animale sociale. La differenza è che il secondo, malgrado la natura diffidente e sospettosa, sembra più abile a relazionarsi in profondità e a pretendere lo stesso da chi ha riposto fiducia.
Come l’uomo, il corvo apprende e memorizza mettendo il becco ovunque
In particolare nei soggetti giovani e in fase di sviluppo, La mente del corvo racconta lo smisurato interesse che l’animale ha per tutto ciò che è nuovo, inusuale o fuori contesto e, in parallelo, attua degli esperimenti per testare la capacità di memorizzazione e trasmissione di quanto appreso.
“I piccoli di corvo acquisiscono le esperienze adeguate allo stile di vita della loro specie seguendo i loro genitori. In più, la curiosità consente loro di trarre vantaggio dall’esperienza e aumenta la probabilità di incontrare gli oggetti e gli stimoli appropriati”.
Il comportamento del corvo “ad indagare gli stimoli più disparati per apprenderne il significato” non è poi così distante dal comportamento umano che, in più, si manifesta attraverso il linguaggio.
È un’affinità che si può riscontrare anche nei danni che vengono causati nel corso di quello che è un processo di apprendimento.
La distinzione tra le due specie è che mentre il corvo usa il becco per distruggere tegole, auto o rubare interessanti cianfrusaglie per capire se sono commestibili o meno, l’uomo usa le parole per esprimere pensieri, sentimenti e opinioni causando, sul piano umano e cognitivo, altri tipi di danni.
Come l’uomo, il corvo è un animale contraddittorio
Può un animale curioso verso le novità sviluppare, con il tempo, una vera e propria neofobia (paura delle novità)?
Secondo La mente del corvo, sì.
“Forse, come noi, temono ciò che non capiscono. E se davvero temono l’ignoto significa che sono consapevoli di ciò che sanno”.
Considerato che i corvi non hanno paura di tirare la coda ad aquile e lupi per poi condividere il pasto fianco a fianco come se non fosse successo nulla, tutto ciò è alquanto contraddittorio.
Contraddittorio eppure affine anche negli uomini. Con l’avanzare dell’età entrambe le specie assumono un atteggiamento diffidente e reazionario verso il mondo circostante lasciando tuttavia un margine di propensione al rischio tale da non intaccare la capacità di adattarsi al cambiamento e, in coerenza con la propria natura, evolvere.
Il corvo ha coscienza ed emozioni come pensa o crede l’uomo?
Le affinità finora rilevate con l’umanità portano a chiedersi se il corvo abbia coscienza ed emozioni.
I comportamenti registrati dall’autore inducono a riflettere, come è già avvenuto in Al di là delle parole, sull’idea secondo la quale si asserisce che tali sfere sono presenti solo nell’essere umano.
In tal senso, La mente del corvo, oltre ad essere uno studio scientifico è un atto d’umiltà inteso come la capacità di ammettere che non si può sapere con certezza cosa sono coscienza e sentimenti né dichiarare con cognizione di causa quali siano i passaggi mentali e comportamentali per essere distinti e riconosciuti come tali.
“Cominciò a formarsi in me l’idea che i corvi, oltre ad essere bisbetiche creature solitarie che mal tollerano la presenza d’altri, fossero in grado di formare legami profondi”.
Con questa frase, La mente del corvo di Bernd Heinrich, più che un’affinità tra uomo e animale, crea un contatto e un’affinità tra esseri umani manifestando, attraverso lo studio del comportamento animale, la capacità umana di esplorare nuove vie per indagare sé stessa.
Per rispondere a domande esistenziali e universali, diversi uomini e diverse donne hanno scelto le vie delle arti, della scienza o della letteratura contribuendo all’evoluzione culturale della specie. Avranno avuto in mente i voli e le acrobazie dei corvi descritti in questo libro per etologi?
Chissà…
Autore: Bernd Heinrich
Titolo: La mente del corvo. Ricerche e avventure con gli uccelli-lupo
Titolo originale: Mind of the Raven. Investigations and Adventures with Wolf-Birds
Traduzione: Valentina Marconi
Casa editrice: Adelphi
Collana: Animalia
Pubblicazione: 2019
Pagine: 556
Prezzo: € 35
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