Cosa accade quando l’occhio si sofferma su un’opera d’arte? Come reagisce lo spirito dello spettatore all’immagine rappresentata nel quadro? È bello, brutto, ambiguo o discutibile? Perché il pittore ha realizzato la sua visione della realtà in un modo piuttosto che in un altro? L’arte a cosa serve? Davvero è utile per spiegare la realtà o è solo un espediente come un altro per manipolare la realtà svelando in essa intenzioni nascoste?
Probabilmente è su alcune di queste domande che Maurice Merleau-Ponty sviluppa le sue considerazioni su visione e pittura nel breve, affascinante e critico saggio che è L’occhio e lo spirito, ultimo libro del mese.