Dunque, dove a che punto eravamo con la Pausa racconto ispirata alle tracce di Raymond Carver de Il mestiere di scrivere?
Ah, sì. L’ultima storia era intitolata Lo sguardo di Eco e apro il 2017 con l’esercizio di scritturan° 9 che chiede di scrivere un racconto in cui qualcuno racconta una bugia.
Non sono certa di aver rispettato il tema. La bugia c’è ma ne Il rossetto rosso assume un altro significato e diventa la scusa per nascondere la ricerca di un legame che si costruirà nel periodo successivo alla menzogna stessa. Un legame fondato su valori e concetti astratti, ma che non è per questo meno saldo di un legame biologico.
Dice l’ottavo esercizio di scrittura tratto dal libro di Raymond Carver:
“Scrivete un bozzetto o un racconto in cui l’ambientazione abbia un ruolo determinante”.
Colta da un blocco creativo, ho avuto un attimo di panico ma poi mi sono detta che non è altro che un esercizio. Mi sono concentrata sul termine bozzetto e ho lasciato perdere la trama.
Oggi la Pausa racconto non è una storia ben definita, è più un insieme di immagini e sensazioni che emergono quando confronto i luoghi friulani con quel poco che ho visto di Toscana.
Una bozza e, in quanto tale, provvisoria come il titolo, Lo sguardo di Eco.
Nelle precedenti puntate si è parlato del fatto che comunicare con le stelle non è niente di speciale, ci si è immersi nel sogno di Mariel per poi partecipare a una festa dove la protagonista è una bambola di porcellana.
Oggi, Pausa racconto giunge alla settima tappa dei cinquanta esercizi di scrittura da svolgere:
“Scrivete un racconto in cui qualcuno subisce un’umiliazione” – Raymond Carver, il mestiere di scrivere.
Recita la terza traccia degli esercizi carveriani:
“Scrivete un racconto in cui la riservatezza di qualcuno viene violata”
Difficile, molto difficile.
Non sapevo proprio cosa inventarmi e così, per vedere cosa succedeva, ho messo vicino tre personaggi un po’ curiosi: Filippetti, De Impicciotti e un draghetto.
In questi giorni, ancora un po’ stordita dalle emozioni del Mashable e dalla frenetica vitalità di Milano, non ho trovato il tempo o la tranquillità necessaria per eseguire il terzo esercizio carveriano.
Dato che però ci tengo a mantenere il canonico appuntamento settimanale con Pausa racconto, ho rispolverato un altro vecchissimo racconto scritto, più o meno, nello stesso periodo in cui pensai alla storia del cane e dell’insetto calcolatore. La prova narrativa di oggi però non ha a che fare con i sogni ma, con i desideri.
È passato molto tempo da quando ho letto e recensito Il mestiere di scrivere di Raymond Carver e non mi sono dimenticata che, alla fine di questo libro, vi sono ben 50 esercizi di scrittura da svolgere.
Per rispettare la cadenza settimanale della rubrica Pausa racconto ho così deciso di cominciare dalla prima traccia suggerita, scrivere qualcosa in cui un personaggio tradisce la fiducia dell’altro.Una cosa semplice, insomma.
Ci ho riflettuto un po’ sopra e ho pensato di narrar la storia diTina, Laia, Elise e la casetta di bambù. Continue Reading
Non riesco a scriver storie quanto vorrei e stavo per rinunciare alla Pausa racconto di oggi. Forse ho avuto un blocco creativo, non lo so. Quando mi capita, faccio un salto nelle mie vecchie carte, alla ricerca di qualcosa che valga la pena farti leggere.
Ho tanti doppioni delle stesse storie, scritte e riscritte fino alla nausea ma ho trovato due testi più o meno nuovi. Il primo che ho riletto non lo sento ancora pronto per questo spazio ma il secondo, intitolato Il cane, mi è sembrato simpatico e così, te lo condivido.