Secondo esercizio tratto dalla lista carveriana, oggi la traccia dice:
“Provate a scrivere un racconto in cui due persone litigano”
Sono stata un po’ pigra e mi sono limitata a scrivere qualcosa sulle persone che litigano sui social. Nel mezzo qualche ricordo personale. Forse la Lettera Allo Scrittore James Joyce mi ha un po’ influenzata nel buttar giù questa strana prosa.
Ad ogni modo, buona lettura (e buon ascolto) della Pausa racconto di oggi. :*
A volte, in un mondo di cacciatori e cacciati, si crea un attimo di confusione per poi rendersi conto che la consapevolezza di sé avviene anche tramite la consapevolezza dell’altro.
La preda è uno dei miei racconti preferiti perché è nato da un sogno frammentato, illogico e indecifrabile e, da esso, ho cercato di costruire una piccola trama, una storia da seguire.
Chissà se ha anche una morale. Questo spetta a te stabilirlo. Continue Reading
Prima della fine del 2015 ho partecipato, con Un tailleur in cerca di borsa, a un simpatico gioco letterario lanciato da Vib – Spazio Vibrissae e intitolato Le storie dell’armadio. Purtroppo, ho frainteso la consegna e invece di consegnare un pezzo con un massimo di 300 parole, ne ho scritto uno da 2000…
Certo, ho rimediato operando un drastico taglio (trovi la versione abbreviata qui) ma, in fondo, la versione integrale de Il Tailleur in cerca di borsa non era poi così male e così ho chiesto ad Antonella Albano di fare una revisione e ora te lo ripropongo, nel giorno scelto per una pausa racconto.
Spero ti piaccia e ti faccia sorridere un pochettino, anche se è probabile che non sarà la versione ultima. 🙂 Continue Reading
Non so se sia un caso o una coincidenza ma il tema della donna, della strega, della vampira e della luna compare anche qui, sotto il titolo La dea. Potevo lasciarlo ancora tra i racconti da ospitare o pubblicare? Certo che no e così, finite le feste e per cominciare il nuovo anno, ecco la pausa raccontodi Antonella Albano. Scrittrice che non mi delude mai per la sua capacità di descrivere le emozioni in tutta la loro intensità. Continue Reading
Mi sono resa conto che a novembre non ho pubblicato la pausa racconto mensile e volevo rimediare tornando ad ospitare Francesco Ambrosino con un racconto intitolato C’è ancora tempo.
Prima di lasciarti alla lettura di questa storia agrodolce che racconta di un uomo che sta vivendo una bruttissima giornata, una piccola premessa sul nuovo racconto di Francesco Ambrosino:Vita, morte e miracoli. Ecco la foto della copertina.
Bella vero? Bene, è bello anche il racconto e l’autore si mantiene coerente con il suo stile di scrittura, semplice, pulito e scorrevole. Non so se è un rischio fare un confronto tra C’è ancora tempo e Vita, morte e miracoli ma ho voglia di correrlo perché, per quanto scritti in tempi diversi e con obiettivi narrativi differenti, li trovo meravigliosi.
Nella prima storia predomina l’atmosfera cupa e triste di chi ha perso il lavoro e che si trova ad osservare, senza ottimismo, lo scorrere della sua vita come il pendolare osserva, attraverso il finestrino del treno, il paesaggio cambiare sempre allo stesso modo. Forse, questa lettura non è adatta alla Vigilia di Natale? Non credo. Perché sono convinta che questo periodo non porti con sé solo festa e abbondanza. Lo stato emotivo d’allegria e speranza si mescola sempre a una vena malinconica che, in C’è ancora tempo, compare con grazia ed eleganza.
La stessa vena malinconica appare anche in Vita, morte e miracoli ma è più blanda e ciò che scorre davanti agli occhi del lettore sono scene e persone di paese. Macchiette che vivono lontano nel tempo ma che sono ben presenti nello spazio fisico che abitano. Sono piccoli scatti di un’umanità varia e variegata, perduta e ritrovata, che vive nei ricordi di chi è nato prima dell’avvento dei social.
Nell’introduzione al racconto, Francesco Ambrosino spiega chiaramente che determinate dinamiche e abitudini sociali sono venute meno con l’avvento dello spazio virtuale. Vita, morte e miracolinon è un’accusa al cambiamento, ma solo un ricordare, illustrare la realtà delle piccole cose, dei dettagli che, a prima vista, appaiono inutili. È un ricordare che siamo persone banali ma uniche, tutti con una piccola o grande storia da raccontare e da accogliere come se fosse il dono più prezioso di tutti.
Ora, conclusa questa premessa, ti lascio alla lettura diC’è ancora tempo. Continue Reading
Questa volta la pausa racconto è dedicata a un calzolaio gobbo e a una misteriosa fanciulla senza scarpe.
Anche per me è un racconto molto strano, vago e incerto che ha però una parvenza di fiaba. Lascio a te il compito di dargli una morale finale perché ogni storia, per quanto confusa possa essere, porta con sé un messaggio da assimilare.
Dato che siamo vicini ad Halloween, riesumare Lo scherzo migliore mi sembra una buona idea.
Ormai mi sono dimenticata quanto tempo è passato da quando ho buttato giù la prima bozza. Volevo creare qualcosa di strano, surreale. Forse non è uno dei miei racconti migliori ma perché lasciarlo chiuso nel cassetto? Spero ti piaccia, se poi hai qualche consiglio da darmi, ogni commento è bene accetto. Come sempre. 🙂 Continue Reading
Io, il metronomo e la Lettera 22 di Francesco Ambrosino è una pausa racconto che mi è particolarmente cara perché, per certi versi, ho potuto identificarmi con quanto l’autore va narrando.
In primo luogo per la descrizione e l’attaccamento affettivo che scaturisce pensando alle vecchie macchine da scrivere della Olivetti, quella con i tasti talmente pesanti che dovevi prendere la rincorsa per schiacciare anche un solo tasto. Fin da bambina fui affascinata da questo strano oggetto. Avevo pochi mesi quando, non so in che modo, mi sono tirata addosso la Lettera 35 di mia madre (senza particolari danni, credo). E poi, ricordo molto bene il ticchettio (per me fastidioso) del metronomo. Lo utilizzava la mia baby sitter quando doveva esercitarsi con il violino. Entrambi i suoni non mi piacevano molto, preferivo quello del pianoforte che, tuttora, non sono in grado di suonare.
Con questi ricordi ho letto Io, il metronomo e la Lettera 22 di Francesco Ambrosino. Quali saranno i tuoi?