Il talento di Paul Nash è un romanzo di Tom Drury che mi ispirava perché, fin dalla copertina, predispone il lettore ad aspettarsi una storia fantasiosa, eclettica, difficile da interpretare ma a suo modo (e proprio per questo motivo) divertente.
Con L’aria intorno a noi di Tom Malmquist mi sembrava di rimanere sul filone del nero e sue sfumature narrative perché lo considero un genere dal quale non si sa mai cosa aspettarsi.
Tuttavia, con un libro della NN Editore non si è mai sicuri di leggere qualcosa di letteralmente attinente al genere, anche se si ha una buona conoscenza degli elementi e delle dinamiche che servono per collocare un romanzo su uno specifico scaffale tematico.
Una grande, gloriosa sfortuna di Josh Ritter è un libro scelto per due motivi:
- perché mi piaceva il titolo e perché mi è sembrato un esempio chiaro per esprimere come, a volte, basti pochissimo, una consonante appena, per capovolgere il significato d’una parola e anticipare così il senso e la morale di un romanzo realistico e fiabesco;
- perché non sapevo che l’autore compare tra i 100 più grandi cantautori viventi assieme a Neil Young, Bruce Springsteen e, al premio Nobel per la letteratura 2016, Bob Dylan.
In un gioco di parole, questi sono dettagli insignificanti che, per paradosso, hanno effetti significativi sul come influiscono e predispongono all’ascolto e alla lettura.
Che suono avrà il romanzo del non proprio sconosciuto cantautore di Una grande, gloriosa sfortuna?
L’uomo che aveva visto tutto di Deborah Levy è il primo NN 2022 del quale parlerò in questo post.
L’ho scelto perché trama, copertina e lunghezza del titolo mi ricordavano Le prime quindici vite di Harry August di Claire North e perché, in comune, hanno un tipo di narrazione non lineare, nella quale si corre spesso il rischio di perdersi, che mantiene alta l’attenzione di chi legge fino e oltre il momento in cui assume la struttura di un romanzo completo e comprensibile, indipendente dalle regole e dalle logiche di un genere specifico.
In tal senso, i due libri sono simili ma non uguali. Hanno una piccola differenza.
Con Lady Chevy, romanzo d’esordio di John Woods, concludo il ciclo di letture 2021 estratte dalle proposte accolte, tradotte e divulgate da NN Editore.
Per quanto inappropriato al periodo, è un romanzo senza luce, inquinato da personaggi crudeli e senza scrupoli che l’autore mette a disposizione di una protagonista che, abituata a ogni sorta di mostruosità, sogna di diventare veterinaria per sopravvivere all’ambiente in cui prende forma e vita trovando altrove gli strumenti di cui ha bisogno per liberarsi del ruolo di capro espiatorio in cui è imprigionata.
Atti di sottomissione di Megan Nolan, malgrado faccia di tutto per potersi dire amato, non è un libro sull’amore ma un romanzo ad esso antitetico.
Diverso, rispetto all’immensa produzione letteraria che segue e celebra il sentimento amoroso con l’intento di definirlo e conquistarlo come condizione necessaria alla felicità, Atti di sottomissione è una narrazione che si allontana dall’umana conoscenza che si ha in merito indagando in quanti e in quali modi si può distruggerne la vera, reale comprensione.
La mia proprietà privata di Mary Ruefle: non sapevo cosa aspettarmi da questo romanzo né come l’avrei considerato. Metaforico, simbolico o più astratto di quanto la concretezza del titolo suggerisce?
Anche adesso, mentre prendo appunti per comporre questo post, non so dove andrò a finire e, forse, va bene così.
Le prime quindici vite di Harry August di Claire North: romanzo d’esordio
12 Novembre 2021Le prime quindici vite di Harry August è il romanzo d’esordio di Claire North (pseudonimo di Catherine Webb) e titolo con il quale la NN Editore si affaccia e diventa parte del panorama editoriale nostrano pubblicando e divulgando opere decisamente particolari e di difficile comprensione.
In un libro che vorrebbe avere tante vite per comprendere il segreto della propria, quali tracce si potrebbero trovare per i lettori che, interessati ad approfondire una storia editoriale, hanno cercato quella che sta alla sua origine?
I cieli di Philadelphia mi sembrò una storia più complicata di quel che si vede ed è su questa impressione, maturata in convinzione, che ho scelto di leggere anche il secondo romanzo di Liz Moore, Il Mondo invisibile.
Nascosto in bella vista, il libro di oggi è un romanzo cifrato la cui comprensione va ben oltre quella razionale consegnando un sentimento, comune e universale, che tutti desiderano vivere e che molti, quando si rendono conto di averlo provato, temono di dimenticare.
Come risolvere quello che appare un irrazionale paradosso?
Il mondo invisibile di progetta una soluzione che eseguire in tre passaggi complessi.