Eccoci alla seconda parte della mia riflessione sulle scelte comunicative adottate sui Social Network, Facebook in primis.
Se la scorsa settimana ho preferito fare una carrellata dei contenuti che hanno stimolato in me una riflessione sulla comunicazione in generale, questa volta preferisco concentrarmi su un tema specifico e su come vengono interpretati determinati messaggi dopo la visione di un nuovo spot pubblicitario.
Mi piacciono le pubblicità. Sono microstorie che ruotano attorno a un prodotto e sono strutturate in modo tale da generare nel probabile consumatore un bisogno e l’idea che per mezzo di un qualsiasi prodotto si possa vivere un’emozione unica e irripetibile.
Ideare, pensare e creare uno spot pubblicitario che dica tutto nello spazio di pochi secondi non è cosa da poco. Soprattutto se l’obiettivo finale è di spiazzare e attirare l’attenzione convincendo il pubblico a volere, desiderare il bene di consumo promosso.
In queste settimane sono andati online i nuovi spot pubblicitari di H&M, Original Marines e Kenzo, con tanto di applausi e critiche di chi si è formato per leggere i messaggi che traspaiono da questi modelli di comunicazione.
Due su tre mi sono piaciuti, uno invece non mi ha convinta. Questo ha generato un confronto tra blogger. Ho un buon rapporto con i blogger (o meglio le blogger) che ho conosciuto sul web ma, per la prima volta, mi sono trovata in disaccordo con la grintosa e diretta Monia Taglienti e con la dolce e poliedrica Sara Daniele. Gli spot della discordia (si fa per dire) sono stati soprattutto quello di H&M e quello di Kenzo.
Andiamo per ordine e confrontiamo i nostri punti di vista perché è così che si fa nella comunicazione fatta come si deve, no?