Crepitio di stelle. Il titolo del romanzo di Jón Kalman Stefánsson è suggestivo.
Vien da chiedersi come sia possibile che le stelle abbiano un suono descrivibile con la parola crepitio.
Un suono che richiama la carta che brucia ed esala un ultimo barlume di vita prima di tramutarsi in cenere ma che comunque lascia tracce sufficienti per comporre un romanzo sull’amore, sulla memoria e sulla poesia condotto dalla voce narrante di un adulto e dalla visione che un bambino ha degli istanti, anche dolorosi, dell’esistere.