La prima volta che lessi Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald mi deluse.
Mi sembrò un romanzo piatto e banale eppure, al di là del tempo, dei luoghi, degli oceani, continua a incantare ogni sorta di lettore.
Ciò che mi ha indotta a rileggere Il grande Gatsby è l’accostamento, ricorrente quando si parla di letteratura americana, che si fa tra Fitzgerald e Faulkner con l’invito, sottinteso, a esprimere una critica in cui sembra obbligatorio dichiarare una preferenza per l’uno o per l’altro.
Un invito, a mio parere, un po’ sgradevole al quale, però, ho pensato di rispondere rileggendo uno dei romanzi più celebri dell’autore dell’età del jazz.