Se Ritratto di signora mi parve leggero e sorprendentemente scorrevole malgrado le non esigue dimensioni e i passaggi narrativi, a tratti non proprio vagamente opinabili e indubbiamente irritanti, come poteva apparire il breve romanzo gotico al quale Henry James ha dato il titolo di Il giro di vite?
Ritratto di signora di Henry James è il libro di oggi e il romanzo che, scoperti i racconti, ero curiosa di leggere.
Dopo la corposa lettura della scorsa settimana, un possibile libro mattone scritto e ambientato alla fine dell’Ottocento è diventata la lettura più leggera e scorrevole che potessi incontrare.
In queste settimane ho ripreso a sfogliare i libri di racconti che sono usciti con Il Sole 24 Ore fino a qualche mese fa. La scelta è ricaduta su Henry James e, in particolare, su Autobiografia degli anni di mezzo e La panchina della desolazione.
Avrei voluto parlarti dei racconti di Henry James la settimana scorsa, per festeggiare il suo compleanno. Nacque, infatti, il 15 aprile del 1843 ed è curioso come un autore, a distanza di poco più di un secolo dalla sua morte (28 febbraio 1916) continui a far trasparire dai suoi scritti modernità e giovinezza perenni. Probabilmente è su questo che partono tutte le discussioni e i ragionamenti per capire quando un’opera letteraria merita di essere identificata come un classico capace di resistere fino ai giorni nostri.
Al di là di questo pensiero puramente personale, vieni a leggere di che cosa trattano Autobiografia degli anni di mezzo e La panchina della desolazione?