Con Preda, Michael Crichton intendeva sfatare il luogo comune che vede il mondo come un qualcosa in perpetua evoluzione il cui andamento può essere studiato, predetto e controllato riproducendo in laboratorio i modelli base che ne determinano l’esistenza e la progressione.
Tra le scienze riconducibili a questo pensiero di base, Preda ne isola sostanzialmente due, la microbiologia e la nanotecnologia, così come sono due i campi di applicazione e i ruoli scelti per fare di questo libro un thriller di fantascienza. Continue Reading
Ideale continuazione di Dona Flor e i suoi due mariti, La bottega dei miracoli è il secondo romanzo che leggo di Jorge Amado.
Particolare, esuberante nello stile e nella caratterizzazione delle credenze e delle atmosfere che solo a Bahia si possono trovare, è una lettura complicata e un romanzo etnografico che racconta la storia di un individuo molto amato e molto importante. Continue Reading
Memorie di un cacciatore di Ivan S. Turgenev, per estensione, segue lo stile e le tematiche accennate in Umili prose da Aleksandr S. Puškin in cui si racconta l’esistenza, in letteratura, di una Russia immensa, governata da una struttura sociale complessa, in cui le idee progressiste di uguaglianza e umanità rimangono sottomesse, ma non soffocate, all’attaccamento e al senso di proprietà che ne condizionano l’andamento.
A dispetto di quanto dice il retro di copertina, Memorie di un cacciatore non si ribella né condanna il destino di cui fa parte. Lascia che sia il modo di cui ci si appropria di esse a cogliere, indirettamente e con cognizione di causa, l’appello insito nel libro e rivolto a chi ha veramente il potere di formulare una denuncia e un giudizio obiettivo.
Cercando Virginia è il romanzo in cui Elisabetta Bricca ripercorre le parole, i pensieri e la letteratura della Woolf per raccontare una storia di emancipazione femminile e di come questo percorso trova una realizzazione d’essere.
Molti sono i riferimenti ai libri che, entrati a far parte dell’interesse e degli studi accademici, definiscono l’immagine di una delle intellettuali più rappresentative del suo tempo che, in Cercando Virginia, è però invitata a prestare la sua voce per condividere, vestendo panni più informali e narrativi, il messaggio che, insito nella sua opera letteraria, non ha perso la sua energia creativa e innovativa.
L’invito è esteso a tutte le donne, interne ed esterne a un libro che merita di essere letto perché… Continue Reading
Il Libro del Cortegiano di Baldassar Castiglione, al pari de Il principe di Machiavelli, si assume il compito di educare e formare le élite dell’epoca in cui nasce e cioè, il Rinascimento.
“Noi in questi libri non seguiremo un certo ordine o regula di precetti distinti, ch’el più delle volte nell’insegnar qualsivoglia cosa usar si sòle; ma alla foggia di molti antichi, rinovando una grata memoria, recitaremo alcuni ragionamenti […]”
Probabilmente, ogni epoca necessita di un libro specifico per poter prendere coscienza dei cambiamenti e delle trasformazioni in atto e la risposta data da Castiglione è stata così ampia ed esauriente che Il Libro del Cortegiano, nei suoi ideali e insegnamenti, è arrivato quasi intatto fino ai giorni nostri.
Uscito l’8 giugno Il rifugio delle ginestre, edito Garzanti, è l’ultima fatica narrativa di Elisabetta Bricca.
Ero d’accordo con un’amica che ne avremmo condiviso l’acquisto e la lettura. Ebbene, sono una brutta persona. Non ho resistito e il giorno del debutto del romanzo ero già posizionata alla cassa della libreria.
Sarà difficile mantenere una certa oggettività in questa piccola recensione perché Il rifugio delle ginestre ha tanto, tantissimo della vita dell’autrice ma anche dei pensieri e delle relazioni che si sono strette fra noi sfumando in ammirazione e rispetto reciproco. Per farti capire quello che provo mi vengono in mente le partite sportive e come gli spettatori incitano la squadra usando il “noi”.
Sono i giocatori a determinare l’esito di una partita ma il grado di affezione e di coinvolgimento è talmente alto che la tifoseria si sposta con l’animo in campo e gioisce e soffre con i suoi beniamini.
Si nota che la poesia di Umberto Saba, Goal, ha influito un pochino su quanto ho da dire sul tema di questo post?
Divagazione poetica a parte, torniamo al libro di oggi.
Ciao, pronto per il penultimo post su Pordenone Legge? Questa volta, tra me ed Elena, il mio grillo librario, c’è stata una separazione. Purtroppo capita anche questo, gli incontri che ci interessavano si accavallavano con gli orari, il dono dell’ubiquità non ci è ancora stato concesso e abbiamo dovuto rivalutare le priorità.
Mentre lei andava in missione per conto una nostra comune amica, Stefania Aucimettendosi in fila per la presentazione del libro di David Leavitt, I due Hotel Francforts, io ho virato (con abbondante anticipo) verso l’incontro con Vanessa Diffenbaugh sul suo ultimo romanzo, Le ali della vita. A malincuore (e perché anche i lettori mangiano) abbiamo dovuto rinunciare alle riflessioni di Agnes Heller su Utopia e bellezza, basata sull’opera di Tommaso Moro.
Data la mia fascinazione per i fiori, dalla quale ho tratto il logo di parole ombra, come potevo non leggerlo? Se diventerà un classico della letteratura, solo il tempo potrà deciderlo. Nell’attesa mi soffermo un po’ su questo romanzo e sulle impressioni ricavate in corso di lettura. Cogliere, in qualcosa di effimero e delicato come fiori, il modo di comunicare che ha il linguaggio di cui Vanessa Diffenbaugh parla e stato strano, ma bello.