Più o meno in questo periodo, sul blog si torna a parlare dei libri e delle storie finlandesi di Arto Paasilinna.
Sembra quasi una tradizione di lettura e, quest’anno, il romanzo scelto è Piccoli suicidi tra amici.
Tra i libri dell’estate passata, L’anno della lepre di Arto Paasilinna è forse tra i più belli per mantenere la tradizione di leggere la letteratura finnica e conoscere meglio l’umorismo nordico.
Con Il figlio del dio del tuono si replica, dunque, quella che è iniziata come un’esperienza di lettura insolita, non sempre facile da decifrare, ma piacevole per la modulazione di toni con cui Arto Paasilinna racconta argomenti delicati e complessi che si intersecano con lo spirito finnico e con la storia, la cultura e la politica di una nazione famosa in tutto il mondo per i laghi, le foreste, le aurore boreali e i temporali che descrivono un palcoscenico sul quale viverci non è poi così semplice.
A Ferragosto, pensando ai momenti trascorsi in piscina con Il cappotto di Gogol’, a casa con la trilogia dell’Adamo Pazzo della Atwood o lungo un torrente montano a sbrogliare Quer pasticciaccio brutto di via Merulana di Gadda, pare tradizione, su questo blog, fare delle scelte di lettura un po’ insolite.
Per “rispettare” tale tradizione, L’anno della lepre di Arto Paasilinna pare una lettura ideale per muoversi seguendo i variabili stati d’animo di Vatanen e della sua lepre e viaggiare sul filo dell’umorismo e dell’ironia di un romanzo finnico-naturalistico che si prende la libertà di varcare i suoi stessi confini.