Visto che il Seo & Love l’ho immaginato in chiave fantasy e ora che sono tornata nella mia piccola casetta da hobbit. Mi rendo conto che, dall’approfondimento di determinati speech e argomenti, non posso fuggire. E così (sciocca!) inizio questo percorso di rielaborazione sulle otto regole dell’ingaggio perfetto di Rudy Bandiera.
Il suo intervento mi è piaciuto molto, tuttavia alcuni dubbi sono sorti durante l’esposizione. La forma con cui certe regole sono state illustrate andavano a cozzare con il senso effettivo delle stesse oppure era solo una mia impressione? Per capire in quale delle due correnti di pensiero mi sono immersa, ho rivisto gli appunti e chiesto lumi.
Oggi niente libro da leggere ma ritorno, ancora una volta a Pordenone Legge 2016, un evento culturale che non si ferma all’illustrazione dei riscontri riportati durante la conferenza stampa di bilancio e che continua a lasciar traccia anche dopo gli incontri con gli autori.
Ho continuato a seguire il gatto nero che ancora passeggia sulle strade rivestite di giallo dei miei ricordi. Grazie a lui sto scoprendo storie bellissime, come Haiku e saké di Susanna Tartaro e, anche se al momento sono ancora immersa ne L’effetto Susan di Peter Hoeg, non mi sono dimenticata di come la manifestazione culturale della cittadina pordenonese si sia raccontata attraverso i social.
L’entusiasmo di ottener risposte alle mie domande mi ha portata a condividere e pubblicare subito l’intervista a Fosca Pozzar sulla strategia (non rivelata del tutto) adottata da Pordenone Legge su Facebook.
Un entusiasmo che però ha rischiato di farmi perdere il contributo di Sara Rocutto e della sua squadra, impegnati a cinguettare su Twitter citazioni, immagini e sensazioni dell’evento.
Ho rimediato e ora manca “solo” Angela Biancat e di come lei e i suoi collaboratori si siano dedicati alla narrazione di #PordenoneLegge attraverso immagini postate su uno dei miei social preferiti, Instagram. Continue Reading
Due settimane fa ho pubblicato un post dove riportavo un’intervista a Fosca Pozzar, referente Facebook di Pordenone Legge 2016.
Ero già soddisfatta di questo risultato quando, controllando le mail, ho visto una comunicazione della Direttrice della Fondazione, Michela Zin, in cui mi chiedeva come mai avessi scelto di pubblicare solo parte delle risposte che mi aveva inviato.
Sono caduta dalle nuvole e, andando a rivedere il documento, ho scoperto che, se avessi fatto fare un giro di rotella in più al mio benedetto mouse, avrei scoperto anche le interviste a Sara Rocutto per Twitter e ad Angela Biancat per Instagram.
Avrei voluto sotterrarmi. Se fossi stata un muro, mi sarei spostata per non darmi la soddisfazione di farmi prendere a testate. Tuttavia, come dice il vecchio adagio, è inutile piangere sul latte versato e così ho aggiornato il post riguardante Facebook e ho scelto di stilare un calendario editoriale per dare il giusto spazio a Sara e ad Angela.
Ora che ho fatto il mea culpa, vieni a leggere le risposte di Sara Rocutto e come ha raccontato Pordenone Legge attraverso Twitter, il social più colloquiale che c’è? Continue Reading
Sono passate poco più di due settimane dalla conclusione della XVII° edizione di Pordenone Legge ma, oltre alle molteplici riflessioni scaturite ascoltando gli incontri con gli autorie la conferenza stampa di bilancio, non si è esaurita la mia curiosità di saperne di più su come questa manifestazione culturale si è mossa sui Social.
Ho così stilato alcune domande da rivolgere agli organizzatori dell’evento e, nello specifico, alle persone che hanno lavorato dietro la schermata di un pc o di uno smartphone per raccontare Pordenone Legge 2016 su questo spazio effimero e sconfinato che è la rete.
Le referenti di Facebook, Instagram e Twitter sono state gentilissime e hanno risposto con velocità e preparazione. Per dare il giusto spazio a tutte, ho deciso di separare le piattaforme social utilizzate per comunicare questo evento culturale.
Oggi la parola va a Fosca Pozzar e di come ha narrato Pordenone Legge su Facebook.
Oggi è il momento di Florence di Stefania Auci, edito Baldini & Castoldi. Per queste pagine avevo parecchie aspettative ma, devo ammettere che, una volta conclusa la lettura, sono subentrati diversi dubbi e perplessità.
Per farti capire cosa ho provato è affiorato in me il ricordo di mio fratello bambino. All’età di cinque o sei anni si divertiva a smontare tutti i giocattoli e gli orologi che gli capitavano a tiro. Voleva vedere com’erano fatti dentro, solo che poi non era in grado di ricostruirli.
Ecco, quando ho letto le ultime righe di Florence ho avuto l’impulso di smontarlo pezzo per pezzo perché ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa. Mi sfuggiva il messaggio finale così come la caratterizzazione di alcuni personaggi. Insomma, ho vissuto un attimo di delusione e palesarlo apertamente sul mio blog non mi piaceva. Ho instaurato un bel rapporto con Stefania Auci e, conoscendo anche le vicissitudini che stanno dietro al suo lavoro, non mi andava di “destrutturare” qualcosa senza aver la possibilità di ricostruirla.
Scrivere una recensione è una cosa per me delicata e preferisco concentrarmi sulle cose che ho apprezzato in un libro piuttosto che seguire la strada della stroncatura perché non sarebbe giusto né nei confronti dello scrittore né per chi veste i panni del lettore.
Ne ho parlato direttamente con l’autrice e ne è venuta fuori una conversazione interessante. Prima però ti devo elencare pregi e “difetti” di Florence. Continue Reading
Prima di aprire questo blog ho cercato di documentarmi, di leggere qualcosa che mi aiutasse sul web writing e sulla scrittura in generale. Keep Calm And Write di Riccardo Esposito è stato tra i primi testi ad attirare la mia attenzione.
Da tempo avevo programmato di parlare di questo libro e nel rispetto di quanto ho letto, volevo darti di più e quindi, ho chiesto.
Lunedì ti ho parlato di Antonella Albano e del suo Io, Liam paragonandola ad una sorta di mamma affettuosa e calorosa.
Oggi, invece, ti racconto di Elisabetta Bricca e del suo Umbria She Said. Per lei ho scelto un fiore semplicissimo, ma così ricco di dettagli da farlo sembrare un piccolo gioiello di grazia e perfezione.
Ti confesso che la mia considerazione nei confronti di Elisabetta varia dalla soggezione, in quanto veterana nell’esercizio della scrittura, all’identificazione. Con identificazione non intendo equipararmi a lei però la sua sensibilità, in qualche modo, tocca anche la mia e mi fa sentire un po’ meno sola e più fiduciosa nelle mie capacità.
Se Antonella Albano è intensa, generosa e sempre pronta a sostenerti e a dimostrarti affetto, Elisabetta è dolce ma non smielata, gentile ma non adulatrice. Diretta, sempre. Anche a costo di apparire dura e inflessibile. Sei stato nella vampiresca Taranto, dove sacrificio e amore hanno la meglio sulle forze del male. Ora, invece, ti mostro la splendida e sfaccettata signora etrusca dal cuore di smeraldo, l’Umbria. Continue Reading
Nuova settimana, nuovi libri di cui parlare. Questa volta voglio raccontarti di due autrici alle quali sono particolarmente affezionata e che ho conosciuto online.
Il motivo di questa scelta è dato dal fatto che vorrei poterle incontrare di persona.
Oggi inizio con il romanzo Io, Liam di Antonella Albano, ma ti aspetto mercoledì per chiacchierare del racconto lungo Umbria She Said di Elisabetta Bricca. Sono scrittrici diverse per esperienze e personalità ma, nella loro unicità, ugualmente raffinate. Oltre che appassionate lettrici.
Una piccola premessa per la tarantinaAntonella Albano. È un’insegnante di lettere che ha scelto di condividere la sua passione per la letteratura italiana con gli adulti frequentanti le scuole serali. Di ruolo dal 2001, vanta varie competenze anche nel campo dell’editoria. A livello umano, oltre che professionale? Che sia una persona squisita, è dir poco.
Questa mia fascinazione forse è anche data dal fatto che, anni addietro, ho potuto dare una sbirciatina alle terre pugliesi. In particolare, ho trascorso due settimane a Vieste, sul Gargano. La prima cosa che feci fu quella di sedermi in riva al mare, era sera. Non potevo vederlo, ma potevo sentirlo. Erano tre anni che non andavo in spiaggia, avevo 16 anni e in quel periodo la mia famiglia preferiva le escursioni montane.
Di Vieste ricordo la musicalità del dialetto locale, un giovane artista ceco che abbozzava le linee e le architetture della cittadina e, il mare in tempesta.
Purtroppo sono stata sfortunata, le mie vacanze sono state segnate dal brutto tempo, solo durante il mio ultimo giorno spuntò il sole e mi è rimasta un’immagine fugace della bellezza che andavo lasciando. Bando ai sentimentalismi. Vieni a conoscere Antonella Albano e il suo Io, Liam? Continue Reading
Come per Peter Pan anche Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll l’ho prima vista e poi letta. Ho tutte le videocassette della Walt Disney e quella dove sono narrate le avventure della bambina so tutto io, credimi, è la più consumata.
A mia madre bastava piazzarmi davanti a questo cartone per assicurarsi qualche oretta di pace e tranquillità. Da piccola una ne pensavo e mille ne combinavo, provate a chiedere al mio gatto e al guardaroba di vestititi che gli misuravo. Cara bestiola, non si è mai ribellata. Tranne quella volta che gli ho fatto il bagno e l’ho ricorsa per tutto il giardino con l’accappatoio in mano. Vagli a spiegare che non volevo che si prendesse un malanno…
Tornando a noi, grande successo del cartone animato di Alice nel paese delle meraviglie con conseguente sconcerto della mia genitrice. Non si capacitava del perché mi affascinasse tanto. Provo a spiegartelo e mi raccomando, c’è una sorpresa. Tranquillo, niente scherzi al gatto! Continue Reading