Con Viva l’ignoranza! di Stuart Firestein spunto un altro dei libri che ho immaginato di leggere per il #BookDreams22.
L’idea di capire meglio la scienza e rimanere ignorante in materia ha un che di suggestivo ma, è anche intelligente e divertente come afferma il Wall Street Journal in copertina?
Viva l’ignoranza! Il motore perpetuo della scienza spiegato da Stuart Firestein
Viva l’ignoranza! è un saggio che vuole rispondere, con altre domande, alla domanda su cos’è e cosa fa la scienza.
Per dare valore oggettivo al tema, Stuart Firestein comincia la lezione utilizzando un proverbio (cinese) presentando al lettore un binomio, tradizionalmente percepito come inconciliabile e ostacolante, tra ciò che si crede di sapere e ciò che si ignora di non sapere dimostrando, inoltre, la presenza di uno o più pregiudizi riguardanti la scienza.
Tra i pregiudizi, il più lampante è quello che associa la scienza a una disciplina intenta ad accumulare solo fatti certi e assodati quando, in realtà, non è altro che un atteggiamento mentale in cui lo scienziato si chiede, sulla base dei dati che ha a disposizione, cosa sta ignorando e cosa c’è da fare per scoprire il tassello che manca per risolvere ciò che, sul momento, si percepisce come un mistero.
L’ignoranza così contestualizzata è la vera musa ispiratrice che conduce l’umanità verso la via della scienza intesa come processo utile a valutare quanto ancora rimane ignoto in tutte o nella maggior parte delle branche di cui è composto lo scibile.
Se in Viva l’ignoranza! c’è un binomio inconciliabile, lo si può desumere dal tipo di ignoranza alla quale l’autore si riferisce e che colloca l’ignoranza informata in un luogo dove non val la pena cercare e l’ignoranza consapevole nella mente dello scienziato in cerca di domande sulle quali lavorare.
La ricerca ha però bisogno di una strategia. La scienza, secondo Stuart Firestein, ne ha diverse e le più “gettonate” sono:
- la capacità di ricordarsi che le domande sono più importanti delle risposte perché nella scienza si studia per avere accesso all’ignoranza, non alla conoscenza;
- la capacità di discernere tra ciò che ostacola e ciò che, invece, stimola la ricerca rendendola entusiasmante e divertente chiedendosi cosa, in realtà, ha dei limiti (l’ignoranza o la conoscenza?);
- la capacità, più che di individuare un problema da risolvere, di trovare un modo per gestire ciò che è ancora un mistero da svelare;
- l’umiltà di lasciare da parte le previsioni certe e l’audacia di stilare un campionario di ignoranza su cui lavorare;
- il non pretendere che scienza teorica e scienza applicata vadano di pari passo e verso un’unica, innovativa invenzione;
Queste tracce rappresentano anche le fondamenta sulle quali Stuart Firestein si basa per strutturare la seconda parte del libro in cui narra le Case History che dimostrano i concetti appena espressi, ripetendoli.
Lasciando a te il piacere di scoprire se ci sono altre chicche raccolte nella seconda parte di Viva l’ignoranza! concludo (provvisoriamente) questo post scrivendo che è un libro piacevole e comprensibile e che l’impressione finale è stata di leggere la spiegazione del perché una barzelletta divertente fa ridere.
Un’impressione che di solito si percepisce come un fatto fastidioso da rilevare.
Non è questo il caso, se si ha l’intelligenza necessaria a cogliere e, al limite illuminare, la presenza, in una metaforica stanza buia, di ciò che si ignora. 😉
Autore: Stuart Firestein
Titolo: Viva l’ignoranza, il motore perpetuo della scienza
Titolo originale: Ignorance. How It Drives Science
Traduzione: Susanna Bourlot
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Pubblicazione: giugno 2013
Pagine: 156
Prezzo di copertina: € 14
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