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Come funzionano i romanzi di James Wood finalmente ristampato

10 Ottobre 2022
Come funzionano i romanzi di James Wood: un libro da collazione

Come funzionano i romanzi di James Wood era un libro da tempo in lista letture.

Da tempo perché, ogni volta che lo richiedevo, risultava fuori catalogo mantenendo incerte le possibilità di una sua ristampa.

Finalmente, grazie a Minimum Fax, questa Breve storia delle tecniche narrative è stata ristampata e, a mia volta, ho un altro strumento utile per imparare a leggere meglio e parlarne su questo blog.

Come funzionano i romanzi di James Wood: un libro da collazione

Come funzionano i romanzi non spiega che cos’è il romanzo.

In tal senso, James Wood evita subito il lato teorico del dibattito letterario per concentrarsi sul lato pratico della letteratura distinguendo il romanziere dallo scrittore e considerando i contesti e i periodi storici che hanno reso i romanzi di cui dispone esempi di valido realismo.

In prefazione si ribadisce che, ad eccezione dell’aggiunta di titoli contemporanei, la ristampa di Come funzionano i romanzi rimane, a distanza di dieci anni, identica alla prima edizione e coerente con letecniche narrative utili, disponibili e necessarie per apprendere e sviluppare la capacità di scrivere e di leggere una storia.

Riassumendo, sono tecniche che permettono di:

Raccontare

il perché si è passati dal narratore onnisciente che scrive in prima persona al narratore che riconosce la sua ignoranza del mondo e il come questo secondo atteggiamento porta allo stile indiretto libero e a un modo di narrare più difficile da identificare ma con maggiori opportunità per avvicinarsi o allontanarsi al mondo e alle sue complessità;

Indicare

il chi ha dato origine a una svolta del romanzo in quanto prodotto letterario e cioè Flaubert al quale si deve:

  • la nascita della narrativa moderna e di come si è sviluppata una prosa in cui all’autore si raccomanda di “essere presente dovunque e non visibile in nessun luogo” e
  • l’ascesa del flâuner ovvero di un personaggio il cui ruolo è di dare ulteriore realismo alla narrativa moderna agendo come esploratore autoriale o indifferente testimone di un mondo in narrazione.

Dedicando due capitoli a Flaubert, Come funzionano i romanzi individua le tecniche che hanno successivamente prodotto opere che si presentano, al contempo, verosimili (la vita narrata va incontro al lettore) e artificiali (il significato dei dettagli selezionati per dare un effetto di realismo non è uguale per tutti. Ciò che colpisce l’autore non è ciò che può fare impressione sull’esistenza del personaggio o sull’esperienza di lettura).

Riformulare

il modo in cui i dettagli insignificanti hanno il potere di dare luci, ombre e significato alla narrazione di un romanzo e che, in letteratura, non solo imitano la vita ma la notano, la osservano, la rappresentano, cercano di capirla.

Alla catalogazione delle tipologie dei dettagli che in letteratura producono diversi effetti su memoria e immaginario del lettore Come funzionano i romanzi illustra il come e con quali tecniche i romanzieri moderni, influenzati dalla tradizione flaubertiana, scelgono i dettagli per sciogliere le complicazioni che si determinano quando si narra in prosa e che hanno maggiori possibilità di attivare una migliore comprensione umana e morale della realtà.

In questa tecnica narrativa ovvero, nella scelta e nella cura dei dettagli che compongono un romanzo realistico, Henry James è considerato tra i più abili.

Superare

la mera descrizione del personaggio e far in modo che esso agisca per far sì che emerga il vivido senso di un personaggio senza darci il vivido senso di un individuo e funga da tramite per l’autore che si interroga sulla portata e sul giusto modo di gestire il potere narrativo di cui il romanzo dispone.

“Il livello di realtà differisce da autore ad autore, e la fame di profondità o di livelli di realtà specifici che proviamo di fronte a un personaggio è amministrata da ogni specifico scrittore, e conforme alle convenzioni interne di ogni specifico libro”.

Un punto di vista interessante al quale come lettrice non avevo mai fatto caso pur essendo stato messo in pratica e riscontrato da James Wood in romanzieri, per citare quelli che si sono distinti nel rendere tecnicamente unici e reali, in modi diversi, i personaggi, come Maupassant, Saramago o Bolaño.

Ripassare brevemente

la storia della coscienza e di Come funzionano i romanzi che vogliono liberare il personaggio dall’obbligo di comunicare ed esternare i motivi per cui agisce, pensa o sente la propria esistenza, dargli dunque spazio introspettivo e delegare al lettore il compito di osservare in profondità e trovare un modo, a sua volta personale, per conoscerlo.

“Ciò che il romanzo iniziò a fare con forza fu esplorare la relatività del carattere”

I romanzieri considerati come i precursori di questo nuovo modo di approcciare al personaggio e dargli una forma nell’incerta e mutevole realtà in cui scrivono sono Marcel Proust, Musil e (non poteva né doveva mancare) Dostoevskij. Ad essi James Wood fa riferimento per argomentare il motivo per cui non condivide il pensiero di David Foster Wallace e di come divide i personaggi piatti e i personaggi profondi come meno o più interessanti.

Rivalutare

il concetto di forma del romanzo e di come essa si adatta al suo essere intimamente correlata alla trama e al contesto storico in cui nasce e si sviluppa nel filone modernista:

“[…] nato dalla consapevolezza che, essendo cambiata la realtà, dovesse cambiare anche la forma delle storie che raccontiamo sulla realtà”.

Il crollo di credenze, valori e certezze antecedenti la Prima e la Seconda Guerra Mondiale ha determinato un clima di incertezze i cui effetti narrativi sono tutti ancora in fase di sperimentazione.

In questo caso, James Wood prende come esempio di romanzo contemporaneo le opere di Jenny Offill indicando il come l’autrice riesce a fondere, secondo la tradizione modernista e post modernista, la forma con il contenuto rispettandone la complementarietà e rendendo, anche, non convenzionale l’effetto di lettura.

La forma morale del romanzo – in un mondo informe perché dominato da dati, informazioni e tecnologie – acquisisce la virtù sulla quale si regge e si struttura l’unico spazio, il cerchio magico, in cui lettore e scrittore possono entrare per isolarsi e respirare un momento di autonomia dalle trame, manipolatorie e manipolabili, nelle quali siamo tutti intrappolati.

Ribadire

il concetto secondo cui la letteratura e l’arte in generale offrono gli strumenti per sviluppare l’empatia intesa come capacità di immedesimarsi e, allo stesso tempo, vedere le complessità che rendono il mondo reale sempre più difficile da comprendere.

Come funzionano i romanzi sulla base di questo principio?

Ricordando che non offrono risposte ma pongono le domande giuste sulle quali l’umanità ha il diritto e il dovere di riflettere, se vuole progredire in un mondo migliore.

Discorrere

sul linguaggio e sul come accostare le parole dando alla prosa una veste semplice, sobria e pulita.

Simile linguaggio, secondo l’analisi di James Wood, deriverebbe dallo stile oratorio religioso di matrice anglofona che rende colloquiale anche lo stile più “barocco” e si riscontra, ad esempio, nei romanzi di Mark Twain e Virginia Woolf.

Il preambolo che fa riferimento al linguaggio romanzesco caratteristico della letteratura inglese e americana è necessario anche per introdurre il discorso sul ritmo da dargli seguendo, sempre, la tradizione flaubertiana.

Come funzionano i romanzi torna dunque a Flaubert e all’ossessione di questi di rendere stilisticamente la prosa il quanto più vicina e simile alla musicalità poetica.

Un’ossessione che ha influenzato anche i vicini anglofoni e, in particolar modo, Saul Bellow considerato da James Wood un maestro di stile dal lirismo non invadente.

Al linguaggio pertiene anche la varietà di registri che si possono trovare in un romanzo e al come, per far sì che funzioni, essi entrano in collisione fra loro generando scandalo e, proprio per questo, ottenendo l’effetto di vivo realismo di cui la letteratura non è mai sazia.

Considerare

il dialogo in modo flessibile ovvero di non soggetto a un’unica regola come quella formulata da Henry Green che vietava tassativamente di spiegare gli stati d’animo dei dialoganti in modo da lasciare al lettore la libertà di desumerli dalle parole approvate per comporre un dialogo.

Chiudere

il cerchio tornando al punto di vista adottato per mostrare Come funzionano i romanzi e, cioè, quello del realismo.

In quest’ultima parte alla chiosa di questa Breve storia delle tecniche narrative per lettori e scrittori si racconta anche di come il filone del realismo abbia portato anche alla produzione di romanzi che, basandosi su codici convenzionali, si suddividono in generi più facili da leggere, più commerciali ma meno realistici.

Tale deriva sembra sorgere da una contraddizione in termini che ha generato confusione in una critica letteraria che, a priori, rifiuta l’idea secondo cui la fantasia e l’immaginazione sono le materie prime che il romanzo lavora con tecniche specifiche per narrare con autentico, empatico realismo.

Molto attento alle sottigliezze rese con l’esercizio delle tecniche narrative descritte, Come funzionano i romanzi di James Wood è un libro che merita di essere regolarmente ristampato perché, parafrasando Céline, serve per capire, non per sapere e, forse, è proprio di questo che la letteratura, adesso, ha realmente bisogno.

Autore: James Wood
Titolo: Come funzionano i romanzi. Breve storia delle tecniche narrative per lettori e scrittori
Titolo originale: How Fiction Works
Traduzione: Massimo Parizzi e Luca Briasco
Casa editrice: Minimum Fax
Pubblicazione: febbraio 2021
Pagine: 267
Prezzo di copertina: € 15

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