Con L’aria intorno a noi di Tom Malmquist mi sembrava di rimanere sul filone del nero e sue sfumature narrative perché lo considero un genere dal quale non si sa mai cosa aspettarsi.
Tuttavia, con un libro della NN Editore non si è mai sicuri di leggere qualcosa di letteralmente attinente al genere, anche se si ha una buona conoscenza degli elementi e delle dinamiche che servono per collocare un romanzo su uno specifico scaffale tematico.
L’aria intorno a noi di Tom Malmquist: noir su patema
Narrato in prima persona, il protagonista de L’aria intorno a noi è l’autore stesso che, durante un trasloco, ritrova un vecchio trafiletto riguardante un fatto di cronaca nera avvenuto quando aveva appena tredici anni.
Il fatto è riferito al rinvenimento, in una grotta a pochissima distanza dall’abitazione del narratore adolescente, del cadavere, nudo e martoriato, di un uomo che nessuno conosceva veramente.
Il Tom adulto, su consiglio della compagna Karin, decide di tornare sul caso.
L’intenzione non è risolverlo, sa bene di non avere i requisiti per farlo, ma scriverci un libro. Un romanzo al quale si intrecciano i momenti più traumatici della storia personale del protagonista con quelli che hanno condotto Mikael, questo il nome della persona assassinata, a concludere il suo corso esistenziale lasciando un corpo senza vita, mai dichiarato scomparso e che viene accidentalmente scoperto.
Attraversando L’aria intorno a noi si impara a conoscere due vite che hanno molto in comune, soprattutto per quel che concerne i trascorsi familiari e la perenne sensazione di solitudine che ispira nei personaggi pensieri suicidi. Tale comunanza porta Tom a sviluppare un’intuizione che cambia il modo di leggere il delitto aprendo una pista narrativa che si discosta dal noir tradizionale pur interiorizzandone le dinamiche.
Nel romanzo, infatti, l’autore si chiede se si tratta di omicidio o di suicidio assistito. Entrambi illegali, rappresentano comunque il crimine da chiarire, in una realtà ben informata, per arrivare a una verità che risulta rarefatta e aleatoria proprio come le sensazioni che il titolo ispira.
Partendo dalla superficie di un ricordo collocato nel passato, il secondo romanzo di Tom Malmquist si muove dunque su due registri spostando le indagini verso una direzione più introspettiva-esistenziale che di raccolta delle correlazioni con il contesto sociale segnalato dal delitto scelto per ricostruire il movente narrativo.
Se dovessi dare, a caldo, una definizione di lettura, lo considererei un noir su patema perché si svolge e si orienta all’interno di uno stato di angosciosa sofferenza, peraltro acuito e prolungato da uno stile di scrittura piatto e didascalico, che blocca il tempo narrativo al punto da renderlo insostenibile, esasperante, soffocante.
In effetti, in quarta di copertina, si avverte chiaramente in quale realtà ci si potrebbe trovare invischiati.
Si dichiara, infatti, che L’aria intorno a noi è un’inchiesta narrativa che si muove tra autofiction e true crime. Quello che la quarta di copertina non dice è che la realtà di cui parla è strettamente legata al buio del nostro essere soli, disperati e, a priori, rifiutati dalla vita. Una realtà, tutto sommato, che non è meno concreta e tangibile di quelle rappresentate nei noir classici.
Ora che ne ho concluso la lettura, non posso far altro che confermare le sensazioni riportate in questo post. Sensazioni vere, complicate da spiegare e che Tom Malmquist illustra con una precisione inquietante.
Per opinione personale, aggiungerei che, a differenza di Una grande, gloriosa sfortuna di Josh Ritter, è un romanzo dal quale è stato un sollievo uscirne.
Particolare, da leggere quando ci si sente abbastanza in forze per conoscere le sfumature dell’angoscia e della depressione che, in realtà, sono di un blu che sembra nero.
Autore: Tom Malmquist
Titolo: L’aria intorno a noi
Titolo originale: All Den Luft Som Omger Oss
Traduzione: Katia De Marco
Casa editrice: NN Editore
Pubblicazione: gennaio 2022
Pagine: 290
Prezzo: € 18
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