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Comma 22 di Joseph Heller: un romanzo che non fa ridere

4 Luglio 2022
Comma 22 di Joseph Heller: il senso non senso dell'umorismo nero

Comma 22 di Joseph Heller, con parecchi dubbi e perplessità, è il titolo scelto per concludere un programma di letture considerate di genere umoristico.

Letta la premessa dell’autore, però, non sembra affatto un romanzo da ridere ma un libro appartenente a uno dei filoni umoristici più difficili e assurdi da accettare come tali, l’umorismo nero.

Comma 22 di Joseph Heller: il senso non senso dell’umorismo nero

Comma 22 di Joseph Heller, dunque, non fa ridere.

Titolo noto e di recente tradotto, come si evince dalla copertina, in una serie tv diretta da George Clooney è, banalmente parlando, una feroce critica contro la guerra e le sue atrocità.

L’attacco, in particolare, è diretto agli uomini educati alla guerra come un mezzo per dimostrare la grandezza dei valori e degli ideali di una nazione rispetto a un’altra.

Da quanto ho capito, l’umorismo nero non ha nulla di costruttivo.

A differenza della satira che, con l’intento di farlo ragionare, punzecchia il soggetto inconsapevole della propria, ridicola, inadeguatezza nell’affrontare un tema, l’umorismo nero, oltre che deridere, punta a distruggere direttamente ciò che reputa causa di tutti i mali perché, tra le sue macerie di senso, non vi è nulla di riparabile e/o salvabile.

Il valore dell’umorismo nero non è far ridere ma raccontare verità scomode e strappare i veli di menzogne di cui sono ammantate per giustificare pensieri e comportamenti che nulla hanno a che fare con il bene di un popolo, di una nazione, di un valore o di un ideale.

L’umorismo nero è pesante, crudele e controproducente.

L’umorismo nero è l’unica arma che Yossarian ha a disposizione per rimanere vivo in un mondo assurdo e insensato, rispettare il ruolo che deve interpretare in una guerra che non ha scelto di combattere e per aggirare la censura adottata su chi, come lui, cerca di esercitare, credendolo un suo diritto, il pensiero indipendente.

“La lotta più dura è quando uno non sa chi è che lo sta minacciando e lo sta sfinendo ma sa comunque che c’è una tensione, un antagonista, un conflitto di cui non è possibile immaginare la fine”.

“Abbracciando” l’idea del complotto e sue diramazioni, Comma 22 passa al contrattacco mandando in missione Yossarian con l’intenzione, in quanto unico eroe savio a disposizione nella squadra dell’aeronautica militare americana stanziata in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, di ucciderlo e liberarsi di lui.

Chiarito questo, ci si aspetta comunque che Yossarian stia pilotando un aereo, pronto a lanciarsi sull’obiettivo assegnato. Invece, è ricoverato in ospedale con inspiegabili problemi al fegato, passa il tempo a censurare lettere private che firma con un nome falso e ad architettare un piano per disertare senza che la sua sembri una diserzione.

Il piano di Yossarian è completare il numero di missioni richiesto e guadagnarsi il diritto di tornare a casa.

Il numero di missioni, però, aumenta pagina dopo pagina e in modo del tutto arbitrario obbligando il lettore a:

  1. familiarizzare con il Comma 22,
  2. conoscere personaggi come, per citarne alcuni, Clevinger, Doc Daneeka, il grande capo Mezzavena, McWatt o il maggiore Major Major Major e, rispettivamente, deridere i ruoli e gli stereotipi che incarnano ma che, una volta compresi, cominciano a cadere lasciando in piedi i reali personaggi da abbattere come, ad esempio (sempre per citarne alcuni) il capitano Black, i colonnelli CatchCart e Korn o il maggiore …de Coverly, Aarfy

Per buona metà del romanzo, il primo gruppo di personaggi si può ancora considerare vittima inconsapevole delle circostanze, colpevole di aver in sé ancora un briciolo di umanità.

Il secondo gruppo, invece, con o senza la tesi complottista invocata dal Comma 22, è descritto come un insieme di unità disumane alle quali è garantito, come se fosse un dovere morale esercitarlo, un diritto che giustifica:

  • il contrabbando sul mercato nero beni di prima necessità tra nazioni alleate e ostili;
  • la requisizione di proprietà altrui per scopi illogici e personali,
  • ogni tipo di azione criminale perpetrata approfittando dello stato di guerra.

Azioni che non si attribuirebbero mai ai soldati “liberatori” e portatori, in Europa, di pace e democrazia e che, pur essendo state compiute, sono state prontamente insabbiate, manipolate, falsificate.

Comma 22, senza aggiungere altro, non fa ridere ed è quasi impossibile credere che ci sia qualcuno in grado di uscirne vittorioso, moralmente integro e vivo.

Quasi impossibile perché c’è un’eccezione.

Un’eccezione che si palesa nell’immagine di un uomo nudo seduto su un albero del cimitero il cui obiettivo è bombardare, a costo di tornarci più e più volte, tutte le cattive intenzioni camuffate sotto valori e ideali fasulli per giustificare ciò che non è umanamente giustificabile come, ad esempio, una guerra.

In fin dei (disastrosi) conti, Comma 22 di Joseph Heller è un perfetto modello di umorismo nero (pesante, indigesto ma perfetto) e mi sembra il titolo adeguato da proporre per il 4 luglio al fine di festeggiare i grandi passi indietro che l’America ha compiuto in tema di diritti umanitari.

Autore: Joseph Heller
Titolo: Comma 22
Titolo originale: Catch-22
Traduzione: Sergio Claudio Perroni
Casa editrice: Bompiani
Pubblicazione: aprile 2019
Pagine: 572
Prezzo: € 18

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