Era da tanto che non leggevo un libro edito Marcos Y Marcos.
Ripensando ai pochi che ho letto, ho la sensazione che tendano a proporre narrazioni in cui si evita di offrire alternative diverse dalle realtà che fanno emergere.
Questa settimana, però, ho voluto fare un altro tentativo di lettura con Viburno rosso di Vassilij Šukšin, un romanzo che nasce come sceneggiatura di un film che ebbe un inaspettato successo nella Russia degli anni Settanta.
Viburno rosso di Vassilij Šukšin: un personaggio perbene
Viburno rosso è la storia di Egor Prokudin, detto Gore.
Il protagonista e alter ego dell’autore viene colto nel momento in cui ottiene, dopo cinque anni di prigionia per furto, il certificato per la libertà.
Oltre ad essere un ladro e un bugiardo, Egor è anche un artista e un poeta che parla con le betulle e la cui massima aspirazione è tornare a vivere in campagna e fare il contadino.
La possibilità di lasciarsi alle spalle il passato e di accedere a una nuova vita c’è: si chiama Ljuba, è bella e lo attende come se fosse una promessa sposa.
Questa, per sommi capi, è la trama di Viburno rosso. Un libro che ispira angoscia e inquietudine perché:
- l’idea e il carattere di Egor sono coerenti con la percezione che si ha quando si comincia a conoscere, al di là della poco raccomandabile facciata, una persona perbene che, purtroppo, ha compiuto delle scelte sbagliate di cui i vecchi compagni di banda sono complici e testimoni;
- la visione che la banda di Gubošlëp, presenza fissa e costante dei trascorsi del personaggio, ha del loro compagno e della sua umanità è distorta dalla convinzione che ciò che è importante nella vita sia il denaro, il successo e la fedeltà a un determinato gruppo sociale.
Nessuno, ad eccezione di Ljuba, crede in Egor e nella sua idea di guadagnarsi da vivere ritornando al suo stato originario, semplice, pulito. Si pensa che basti comprarlo e che togliergli la libertà di accontentarsi di sé stesso non sia poi così terribile e disumano.
Tuttavia, Viburno rosso è anche un libro intenso, amabile e struggente.
Una sceneggiatura perfetta perché non toglie nulla alla complessità della storia che si svolge portando il lettore in profondità e lasciando intatta la superficie di una realtà delineata principalmente da dialoghi concisi e stringati, azioni contenute ma cariche di molteplici significati e povera di descrizioni e ragionamenti inutilmente lunghi ed elaborati.
A leggere il libro di Vassilij Šukšin e sapendo dall’Introduzione di Paolo Nori che Viburno rosso ebbe 140 milioni di spettatori in un contesto in cui ne bastavano 17 per portare in pari i costi di produzione di un film, vien quasi voglia di verificare se, davvero, non vi sia alcuna differenza tra libro e trasposizione cinematografica dalla quale possa trapelare l’artificio adottato per dare a una storia l’effetto di attrarre e coinvolgere lettori e spettatori di tutti i tipi.
Nel linguaggio dei fiori, inoltre, il Viburno rosso è l’immagine più efficace per rendere e condividere i sentimenti che attraversano le persone comuni quando viene trascurato il loro diritto a scegliere quali azioni compiere per riscattarsi in accordo con la propria natura esistenziale e dignità umana, indipendentemente dalle cure e dalle attenzioni di cui ha bisogno per vivere.
Breve e conciso tanto quanto è complesso e doloroso, Viburno rosso di Vassilij Šukšin è un libro che non riuscirei immaginare edito da una casa editrice diversa dalla Marcos Y Marcos, come se fosse specializzata a scovare titoli che narrano le dinamiche della malinconia, della sofferenza, dell’infelicità. Se in essi ci sono momenti di gioia, hanno un retrogusto amaro che ti si appiccica addosso fino a farti desiderare di dimenticarli ma che, è necessario prenderne atto, esistono, non si possono negare e sono parte integrante dei criteri con i quali si definisce un libro un’opera di Letteratura e un film un capolavoro che colpisce dritto al cuore e, lì, ci rimane. A prescindere dal supporto adottato per veicolare storia e messaggio.
Autore: Vassilij Šukšin
Titolo: Viburno rosso
Titolo originale: Kalina krasnaja
Traduzione: Sara Aimone, Marta Arnesano, Diletta Bacci, Lucia Cervellino e Carlotta Pezzoni
Casa Editrice: Marcos Y Marcos
Pubblicazione: 2021
Pagine: 132
Prezzo di copertina: € 16.00
No Comments