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Pamela di Samuel Richardson: rilettura per non confondersi

11 Febbraio 2022
Pamela di Samuel Richardson: romance d'epoca

Pamela di Samuel Richardson è la rilettura di un romanzo che confondevo con altri libri dedicati agli innamoramenti di nobiluomini per fanciulle comuni, di bassa estrazione sociale ma appena più istruite della media, e di come arrivano, infine, a formare una coppia che giustifichi il lieto fine o i tormenti emotivi ai quali lei e lui vanno incontro.

Rispetto ai romanzi delle sorelle Brontë, che mi piacquero immensamente, mi chiedevo perché Pamela di Samuel Richardson fosse finito nel dimenticatoio pur trattando le stesse tematiche.

Pamela di Samuel Richardson: romance d’epoca

Pamela è la dama di compagnia di una facoltosa gentildonna che, in punto di morte, viene raccomandata al figlio, bello e un po’ scapestrato.

La fanciulla, oltre che ben educata, è abbastanza graziosa da preoccupare il padre di lei il quale, sapendo della dipartita della signora e, di conseguenza, del mutato datore di lavoro, teme per l’onore della figlia e così, per lettera, le chiede di informarlo minuziosamente di tutto quel che accade nella casa in cui serve.

I sospetti paterni si avverano ben presto e il carteggio epistolare che ne consegue racconta al lettore le vicissitudini di una ragazza che, pragmatica e lungimirante, è ben decisa a non cedere tanto facilmente il suo stato virginale.

La resistenza e la capacità di Pamela a governare gli impulsi del cuore sono il guanto di sfida che il suo padrone coglie per poterla sedurre alle sue condizioni e cioè scampando al matrimonio mettendo fine a una vita di libertinaggio.

L’illustre pretendente le prova tutte per ottenere il suo scopo ma Pamela – con parecchie lacrime, svenimenti e cuori spezzati – non si lascia impressionare e, per mantenersi salda nei suoi propositi virtuosi, scrive lettere che danno spazio al romanzo di parlare di quanto sia importante, in primo luogo e per una donna, rimanere pure fino al matrimonio e, in secondo luogo, segnalare indirettamente al pubblico maschile quali siano le virtù che ci si aspetta da un vero gentiluomo.

In sintesi, Samuel Richardson tratteggia, per il femminile, le linee di comportamento da adottare non solo per tenere a bada gli impulsi maschili ma, anche, per far sì che l’uomo sposti l’esercizio del suo potere dalla persona che desidera sedurre ma che, date le origini servili non può sposare, alla società stessa al quale l’individuo si rivolge cercando di persuaderla che è pronto a mettere la testa a posto scegliendo una moglie adeguata al suo modo di essere.

Tutta l’impalcatura del romanzo regge e si regge su questi due poli mettendo il protagonista nella spinosa situazione di trovare una soluzione dove possa avere sia la graziosa servetta sia l’unanime approvazione sociale. Questo, a dispetto di quanto dichiararono, presumo, i lettori dell’epoca plaudendo gli sberleffi con cui Henry Fielding risponde attraverso Shamela, diventa motivo di scandalo perché a scoprirsi ipocrita, in realtà, non sono i personaggi di Richardson ma il contesto e il sistema di convenzioni ai quali devono sottostare per divertirsi un po’ fra loro.

Considerata l’estrazione dei personaggi, la realtà effettiva dei rapporti tra uomo e donna era molto diversa e ciò che irrita del romanzo è il suo porsi come un prontuario di comportamento al quale entrambi i sessi devono attenersi per interagire fra loro.

Pamela – pur con le sue 641 pagine di commedie, melodrammi e salamelecchi vari – non è altro che una favoletta illuminista, artefatta e, proprio per questo, assolutamente inverosimile.

Leggendo le regolette della moglie perfetta e le disposizioni testamentarie del buon marito poi emerge una morale di fondo che, in materia di etica sessuale, non fa alcun onore all’esempio di parità di genere che il romanzo intendeva rappresentare e sarebbe sconcertante se, a leggerlo ora, sia ritenuta di valida e attuale applicazione.

In conclusione, Pamela di Samuel Richardson mi è sembrato un romance d’epoca arido, tutto ragione e contrattazioni, niente sentimenti e, nelle sue espressioni emotive, inutilmente verboso.

Ripensando ai sentimenti e alle passioni descritte nei bei romanzi delle sorelle Brontë, non mi sorprende che abbia finito per dimenticare un libro sul quale non c’è nulla da dire né da provare e che non ha un valore tale da confondere Pamela, prototipo della donna ideale dell’uomo illuminista, con le ben più vere, vive e sfaccettate Jane Eyre, Agnes Grey o Catherine Earnshaw.

Autore: Samuel Richardson
Titolo: Pamela
Titolo originale: Pamela or Virtue Rewarded
Traduzione: Masolino d’Amico
Casa editrice: Oscar Mondadori/Classici
Pubblicazione: maggio 2009
Pagine: 641
Prezzo di copertina: € 10

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