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Bartleby lo scrivano di Herman Melville: questione di preferenze

10 Gennaio 2022
Bartleby lo scrivano di Herman Melville: introduzione, racconto e metafora

Bartleby lo scrivano di Herman Melville è un breve racconto che ho preferito al ben più noto e amato Moby Dick ed è il primo libro al quale ho pensato per cominciare le letture che vorrei intraprendere nel 2022.

Soggetto a molteplici interpretazioni, Bartleby e le sue preferenze si sono rivelate molto più interessanti dei sentimenti del capitano Achab verso la balena bianca riportati in un romanzo che abbandonai perché, ancora adesso, mi risulta incomprensibile.

Bartleby lo scrivano di Herman Melville: introduzione, racconto e metafora

Si impiega più tempo a leggere l’Introduzione di Gianni Celati che a fare la conoscenza di Bartleby lo scrivano. Ciò perché, a beneficio del lettore, vi si dispongono puntualmente tutte le caratteristiche di un personaggio impossibile da descrivere se non attraverso la frase:

“Avrei preferenza di no”.

La traduzione della frase, a orecchio, potrebbe suonare poco piacevole da sentire.
È probabile che tale effetto sia dovuto al fatto che si è ormai assuefatti alla versione udita nei personaggi di Giorgio Bassani e, se non erro, di Umberto Eco i quali, ispirati dal personaggio melvilliano, ad un certo punto dichiarano:

“Preferirei di no”.

Frase più elegante e immediata è una versione che, a soffermarcisi, priva l’Essere dell’unica azione di cui dispone per continuare a stare e ad andare, a restringersi e a espandersi.

Dettagli, questi, che non si leggono nell’Introduzione ma che ben potrebbero collegarsi a ciò che l’avvocato, per interposta persona di Herman Melville, dice su Bartleby lo scrivano cercando di dare senso e spiegazione a un’anima che:

  • è impossibile da salvare malgrado il corpo viva nella miseria e di biscotti allo zenzero;
  • si esprime per preferenze evitando così di farsi coinvolgere e/o corrompere dal gioco, a volte crudele (come si può vedere, ad esempio, leggendo La vita perfetta di William Sidis) delle intenzioni e delle ambizioni umane;
  • è capace di turbare gli equilibri interni al racconto e la morale di colui che cerca di definirlo con logica esattezza.

Metodico e preciso, la voce narrante che si occupa di descrivere gli uffici e i collaboratori preposti a portar avanti le pratiche legali e a tutelare gli interessi atti a regolare il contesto sociale che dà vita al racconto è riconducibile a un personaggio perbene che chiude spesso e volentieri un occhio sui comportamenti umani e a un peccatore come tanti altri perché crede di sapere quanto basta per inquadrare Bartleby, il suo modo di essere e la sua natura più intima e profonda.

La singolarità con cui lo scrivano si rifiuta di svolgere qualcosa che esula il lavoro di copiatura preferendo non immedesimarsi del tutto nel ruolo per il quale è stato assunto oltre a sconvolge l’andamento narrativo fa emergere, anche, dilemmi di antica data, destinati a rimanere insoluti rendendo Bartleby una figura di preferenze misteriosa non perché nasconde un qualche segreto fardello ma perché, semplicemente, si esprime per quello che è.

La nitidezza con cui Melville racconta ciò che rimane indefinito pur rimanendo presente rende, all’inizio, piacevole e divertente una lettura che poi, sul finale, consuma le parole utilizzate per estrarne, con una metafora, l’essenza.

“E tuttavia, sotto i piedi, cresceva un soffice tappeto d’erba prigioniera”.

Stupenda nella sua semplicità ed essenzialità, tale metafora ricorda che anche i fili d’erba esistono, crescono, si espandono e non per questo, malgrado i percorsi o le intenzioni che li fanno muovere, hanno meno presa sulla realtà alla quale sono, comprensibilmente, legati.

Correlato al racconto fortunosamente pubblicato vi sono delle lettere d’autore che forniscono ulteriori spunti interpretativi riguardo Bartleby lo scrivano ma questa è un’altra storia.

Ho pensato che, forse, preferisci leggere i pensieri e i ragionamenti di autore e traduttore per conto tuo così che tu possa scegliere da te le parole da far rinvenire al di fuori di questo post dedicato a un racconto di Herman Melville. 🙂

Autore: Herman Melville
Titolo: Bartleby lo scrivano
Titolo originale: Bartleby The Scrivener A Story of Wall Street
Traduzione: Gianni Celati
Collana: Universale Economica/Classici
Casa editrice: Feltrinelli
Pubblicazione: aprile 1991
Pagine: 110
Prezzo di copertina: € 8.50

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2 Comments

  • Reply Riccardo 14 Gennaio 2022 at 21:39

    Si, ok, però io una rilettura ad Achab, ce la ridarei. È un capolavoro.

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