L’uomo senza qualità di Robert Musil fa parte della categoria dei classici da leggere almeno una volta nella vita ma che si preferisce procrastinare per evitare di essere bollati come un lettore noioso e pedante.
È un romanzo che non desideravo leggere ma, come per I Buddenbrook di Thomas Mann, l’Ulisse di James Joyce o Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, ho comunque pensato di provare anche questa, colossale, impresa di lettura.
L’uomo senza qualità di Robert Musil: appunti, strutture e impressioni
L’uomo senza qualità si distribuisce, essenzialmente in tre parti intitolate Una specie d’introduzione, Le stesse cose ritornano e Verso il Regno Millenario (I criminali).
Condensando quanto più possibile un libro dalla mole e dal peso culturale spaventosi:
Una specie d’introduzione
È una sintesi delle tematiche con le quali L’uomo senza qualità esiste e si definisce nel contesto in cui si forma come individuo.
Una specie d’introduzione è un’anticipazione al modo con cui Robert Musil conduce una narrazione che si percepisce matematica e pedante già dal fatto che si serve di 130 parole circa per iniziare il romanzo con:
“[…] era una bella giornata d’agosto dell’anno 1913”
Figlio di un giurista, Ulrich è un giovane di 32 anni che, dopo aver completato la sua istruzione all’estero, si stabilisce a Vienna in un castelletto restaurato attingendo dai fondi paterni.
Al protagonista gli si riconosce una vasta cultura che, in una miscela di studi tradizionali e moderni, si orienta al ruolo del matematico per risparmiarsi l’imbarazzante etichetta di studente o di individuo privo di ambizioni che, non occupando un ruolo ben definito in società, corre il rischio di essere considerato un costo e un peso esistenziale a carico della collettività.
Ad ogni modo, malgrado conduca una vita solitaria e isolata, Ulrich esiste in relazione al padre, all’amante Bonadea, agli amici di gioventù Walter e Clarisse e percepisce fin dall’inizio una strana affinità con Moosbrugger il quale, arrestato per il brutale assassinio di una prostituta, assume la funzione di simbolo della follia sociale condensata in un individuo.
“Se l’umanità fosse capace di un sogno collettivo, sognerebbe Moosbrugger”.
L’affinità tra Moosbrugger e L’uomo senza qualità è determinata dal fermo in cui sono incorsi. Entrambi sono in attesa di un giudizio che prima di essere emesso per una condanna o per la redenzione deve passare per una serie di minuziose analisi che ne attestino la sanità mentale.
Moosbrugger è un indicatore con il quale il lettore può orientarsi all’interno di un romanzo complicato dallo spropositato numero di passaggi critici con i quali Musil appesantisce una narrazione che vuole contenere la realtà sociale alla quale Ulrich, obbedendo all’ordine paterno, è obbligato a partecipare.
Le stesse cose ritornano
Le stesse cose ritornano è l’ampliamento e l’approfondimento dei contatti e della natura delle relazioni di Ulrich con i personaggi accennati nella prima parte, a cominciare dal conte Leinsdorf e dalla cugina Ermelinda Tuzzi altrimenti detta Diotima.
Simboli, rispettivamente, della vecchia aristocrazia e della nuova borghesia, il conte Leinsdorf e Diotima sono i due assi che, di comune accordo, regolano la società di cui L’uomo senza qualità fa parte e all’interno della quale si sposta seguendo, più o meno, gli stessi codici di comportamento riportati in Alla Ricerca del tempo perduto.
La differenza con il personaggio proustiano è che Ulrich non ha alcuna fascinazione pregressa (nel senso che non le elegge come soggetto di fantasticherie romantiche e di personali ambizioni sociali) nei riguardi delle classi alle quali accede.
L’approccio è asettico, puramente oggettivo ed è con questo atteggiamento che il romanzo concretizza le astrazioni derivanti dall’Azione Patriottica, concetto promulgato dall’alto con il fine ultimo di accorpare, definire e organizzare in modo sistematico un’umanità pesantemente influenzata dallo spirito del tempo e dalla sua corsa al progresso scientifico, alla rivoluzione intellettuale e alla liberalizzazione del commercio.
Centro dell’Azione Patriottica è il salotto di Diotima che, intenzionata a trovare un’idea per innalzare l’Austria a modello nazionale e internazionale per la pace e la concordia tra i popoli, colma così il suo bisogno esistenziale di essere considerata qualcosa di più che la moglie di un alto funzionario dello Stato.
Tra gli artisti, i letterati e tutte le eccellenze utili alla causa spicca Arnheim, il capitalista prussiano di origini ebree. Amante vagheggiato e idealizzato, è il personaggio che catalizzerà su di sé i valori, l’ammirazione e l’invidia di tutti divenendo un esempio da seguire o da contestare, simbolo incarnato di un’epoca moderna alla forsennata ricerca di un equilibrio esatto tra le correnti contraddittorie alle quali si sottopone il pensiero dualista della storia e dell’umanità.
La casa del direttore di banca Leo Fischel, che nei suoi contrasti familiari presenta parecchie analogie con il salotto della moglie di Swann, Odette, diviene, invece, fulcro di movimenti studenteschi antisemiti in cerca di un’identità puramente austriaca che, capitanati da Hans Sapp, non sono altro che una volgare copertura per legittimare il giovane a frequentare Gerda, segretamente attratta da Ulrich, senza per questo formulare una seria proposta di matrimonio.
In tale polarizzazione, L’uomo senza qualità si trova a doversi destreggiare in forze in cui si disquisisce di storia, politica, sport, economia, etica, scienza e di ogni aspetto rappresentativo dello scibile umano senza però produrre alcun cambiamento che possa sbloccare il senso di statica e stagnante calma con la quale l’Austria, colta e sofisticatissima, cerca di reprimere e soffocare sentimenti umani che, riconducibili alla paura essere inglobata dalla Germania, teme di sparire dallo scenario e dal cuore europeo come accaduto alla Prussia e alla devota amante di Ulrich, Bonadea.
Gli unici personaggi che non sembrano soffrire delle molteplici pressioni e psicosi collettive descritte hanno i contorni del generale Von Stumm, di Clarisse e di Walter. Modelli di gioventù di Ulrich che però, a causa di una serie di compromessi, sfumano in una mediocrità che li pone ai margini di un romanzo iperanalitico.
A conclusione del secondo volume si evince che L’uomo senza qualità possiede molteplici contatti e conoscenze del mondo e una vita sessuale piena e variegata che vengono interrotte da un telegramma in cui il padre annuncia il suo trapasso.
Verso il Regno Millenario (I criminali)
Verso Il Regno Millenario (I criminali) è la parte conclusiva del romanzo di Musil.
In questa fase della sua esistenza Ulrich ricorda di avere una sorella che desidera conoscere, Agathe.
Identificato come un personaggio sostanzialmente privo di fantasia e immaginazione è in questa sezione che la storia del romanzo si sovrappone a quella umana dell’autore che si concede l’opportunità di scrivere, immaginando una sorella viva e presente al narratore, l’idea al quale L’uomo senza qualità si accompagna.
Dall’introduzione di Cesare Cases si possono estrapolare due fatti per giungere a questa impressione tramutandola in convincimento:
- la situazione familiare ambigua dello scrivente che, per le interferenze di marito e amante, hanno reso difficoltoso se non impossibile l’instaurarsi di una sana e naturale relazione madre e figlio;
- la mancanza, mai colmata, di una fonte d’amore alternativa attribuita simbolicamente a una sorella morta prima ancora di compiere un anno di vita.
Tra le righe del fiume di parole e di ragionamenti racchiusi nel romanzo sorge, con fatica, l’interrogativo sul quale è costruito L’uomo senza qualità:
– Quale può essere l’idea di realtà e di vita in un essere umano nato in uno stato di amore diviso, separato da una fonte ad essa alternativa e cresciuto senza gli affetti sinceri con i quali si esprime il concetto e il valore di amicizia? –
In senso metaforico, leggere questo libro pensando di poterne uscire immutati equivale a non fare attenzione alle parole con cui Dante si accinge a varcare le porte dell’eternità con l’ambizione di tradurla in letteratura:
“Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”
Per quanto vasto e dettagliato nelle dissertazioni che operano e abbracciano tutto lo scibile umano del tempo passato e moderno e che descrivono le attrattive dell’intelletto e della ragione e malgrado descriva in modo superlativo che cos’è l’amore che tutto comprende e molto ferisce, le impressioni di lettura riguardo a L’uomo senza qualità di Robert Musil possono essere ridotte a due aggettivi di giudizio: angosciante e deprimente.
Troppo angosciante e deprimente per portare a compimento l’impresa di leggerlo fino alla fine.
Autore: Robert Musil
Titolo: L’uomo senza qualità
Titolo originale: Der Mann ohne Eigenschaften
Traduzione: Anita Rho
Casa Editrice: Einaudi
Pubblicazione: 19 settembre 1981
Pagine: 1115
Prezzo di copertina: € 28.50 (su Amazon)
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