Trascorso settembre dedicandolo ai saggi, Pensieri diversi di Ludwig Wittgenstein è l’unico libro del quale non farò né schemi né riassunti.
In questo post mi limito a lasciare, a tua libera interpretazione, solo qualche, soggettiva, considerazione.
Pensieri diversi di Ludwig Wittgenstein: esercizi vari
La prima considerazione emersa su Pensieri diversi di Ludwig Wittgenstein riguarda la copertina. Non mi faceva alcun effetto.
Malgrado le due differenti espressioni, vedevo un individuo i cui tratti rimanevano, sostanzialmente, inalterati.
Se mi ci sono soffermata è perché mi sono chiesta se sarei stata capace di riconoscere quel volto e in base a quali distinzioni.
Pensato ed espresso semplicemente guardando una copertina, il libro ha ottenuto il suo scopo: fare effetto utilizzando la stessa immagine variata in espressioni distinte, sullo sfondo, dalle lettere A e B.
Sfogliando l’interno, al frammento di apertura mi è sorto in automatico un collegamento al libro di Marcel Granet.
“Se sentiamo parlare un cinese, siamo portati a prendere le sue parole per un gorgoglio inarticolato. Chi capisce il cinese vi riconoscerà invece il linguaggio.
Così spesso io non so riconoscere l’uomo nell’uomo”.
Prima di procedere con gli appunti successivi, ho riletto spesso quelle che paiono le prime parole di un pensiero che sta spostando l’attenzione dalle classiche domande in cui ci si interroga sul senso e sul significato dell’Esistenza a quelle, si presumono secondarie, che emergono quando si cerca di capire come e se è possibile esistere esprimendo e distinguendo l’Essere attraverso i linguaggi adottati per riconoscersi tra simili.
È una variazione di pensiero visibile, difficile da spiegare e comprensibile esercitando la lettura senza pretendere di immedesimarsi con l’immagine che evoca.
Non a torto, Wittgenstein specifica che:
“Nessuno può pensare un pensiero al mio posto, così come nessuno tranne me può mettermi il cappello in testa”.
Ciò però non impedisce il determinarsi di un altro automatismo sul quale sono caduta mentre cercavo di seguire questi appunti e che mi ha, in un certo senso, spiegato il contesto che il libro di Alva Noë ha illustrato per dare peso e consistenza alla teoria radicale della coscienza che voleva condividere con i suoi lettori.
Poche pagine dopo tale osservazione, Pensieri diversi planano sui dettagli che costituiscono il testo Per una prefazione. Alcuni stralci:
“[…] lo spettacolo che offre quest’epoca non è quello del divenire di una grande opera di civiltà, nella quale i migliori collaborano allo stesso grande scopo, ma lo spettacolo poco edificante di una moltitudine dove i migliori perseguono solo fini privati, non dobbiamo lo stesso dimenticare che non è lo spettacolo ciò che più importa […]
A me non interessa innalzare un edificio, ma piuttosto vedere in trasparenza dinanzi a me gli edifici possibili. Il mio scopo quindi è diverso da quello dell’uomo di scienza, e il movimento del pensiero diverso dal suo”.
Sono passaggi che fanno riflettere su alcune, probabili, similitudini in merito al libro di Guy Debord e che mostrano come può cambiare l’approccio filosofico, dal 1930 al 1960, in merito alla società civile e alle sue strutture sociali inducendo il lettore a fare un paragone tra il pensiero, logico e calibrato, di Wittgenstein e il pensiero, critico e mirato, di Debord.
Proseguendo con questo, appena accennato, confronto, si ha come la percezione che le traiettorie tracciate dai due filosofi collidano fra loro quando, in realtà, si intrecciano in saggi che raccolgono analisi e interrogativi destinati a incontrare pochissimi lettori in grado di comprenderli.
La comprensione di lettura è un altro argomento critico che Pensieri diversi, forse senza volere, ispira e che emerge quando si giunge a una raccomandazione d’autore:
“Per correttezza, applica un lucchetto di cui possano accorgersi soltanto coloro che possano aprirlo, e non gli altri”
e che scelgo, rinunciando all’intenzione di collegarli con i libri raccolti e interpretati nell’infografica disegnata che troverai alla fine di questo post, mettendo da parte quelle che sono soggettive considerazioni di lettura adattandomi a leggere Pensieri diversi di Ludwig Wittgenstein come un naturalista in stile Thoreau osserverebbe le realtà in movimento e il suoi linguaggi.
Mi è sembrato spaziare su un panorama di lettura portandomi al di sopra dei dubbi, delle perplessità, degli stati d’animo, delle ragioni e delle opinioni che la filosofia scandaglia in cerca dei limiti e dei principi da seguire per esercitare il libero pensiero.
Autore: Ludwing Wittgenstein
Titolo: Pensieri diversi
Titolo originale: Vermischte Bemerkungen
Traduzione: Michele Ranchetti
Casa editrice: Adelphi
Pagine: 171
Pubblicazione: maggio 2021
Prezzo: € 12
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