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Luce d’agosto di William Faulkner: un romanzo feroce (e tormentato)

9 Agosto 2021
Luce d’agosto di William Faulkner: letteratura in percorrenza

Ciò che mi piace della letteratura americana, in genere, è la facilità con cui se ne può definire i prodotti con un aggettivo e lasciare che venga interpretata sulla base delle impressioni e delle aspettative per cui si candida per un posto in libreria.

Citando i primi che mi vengono in mente, mi verrebbe da dire che autori come Steinbeck, Twain, Kerouac, Fitzgerald, Bradbury e Hemingway sono ironici, taglienti, nevrotici, lamentosi, effimeri e vanagloriosi. Tali considerazioni nulla tolgono alla qualità letteraria dei libri che hanno scritto e che, meritatamente, occupano un posto di prestigio nella sfera dei classici.

Per William Faulkner mi orienterei sull’aggettivo feroce (e tormentato) anche se, man mano che leggevo Luce d’agosto, me ne venivano in mente altri da lasciar andare in una letteratura in percorrenza.

Luce d’agosto di William Faulkner: letteratura in percorrenza

Lena Grove, stanca di attendere, si è messa in viaggio in cerca dell’uomo che l’avrebbe mandata a chiamare. Lena è incinta e senza farsi fermare da ciò che la gente pensa di lei o da quello che non hanno il coraggio di dirle raggiunge Jefferson dall’Alabama.

Sotto la Luce d’agosto la giovane donna cerca Lucas Burch, il padre del futuro nascituro ma un incendio alle porte della città distrae l’attenzione dalla narrazione.

Pare non ci sia nessuno ad accogliere Lena Grove se non Byron Bunch, un onesto lavoratore che quasi di nascosto trascorre i fine settimana in chiesa o a far visita al Reverendo Hightower, il Definitivamente Dannato dalla comunità nella quale si ostina a vivere. È dalle confidenziali conversazioni di questi due personaggi maschili che il romanzo di Faulkner prende forma e sostanza facendo emergere le luci, le ombre e le nature dei personaggi coinvolti e apparentemente risvegliatisi a causa dell’incendio e del brutale assassinio della signorina Burden.

Chi ha ucciso la donna che viveva sola, appena fuori da Jefferson, poco distante dalle casupole dei negri?

La risposta, in cambio di mille dollari, viene data da Brown, l’ex collega di lavoro di un uomo venuto dal nulla e con il quale contrabbandava whisky facendo ottimi affari. L’imputato si chiama Christmas e, visto che tutti sono certi della sua colpevolezza, non resta altro che prenderlo e consegnarlo alla giustizia.

Nessuno, in Luce d’agosto, sembra però chiedersi il movente del crimine e dell’incendio che ne è scaturito. Questo porta il narratore ad allontanarsi da Lena Grove per approfondire la storia di Christmas, cercare la verità celata nel suo essere e svelare il segreto che per più di trent’anni ha condizionato e tormentato la sua esistenza.

Un passo alla volta e mescolando diversi registri stilistici che si fondono in una realtà cruda, violenta e disperata, Faulkner ricostruisce la storia individuale dell’assassino e ne segue la fuga fino a fissarne la cattura a Mottstown, luogo dove si nascondono gli Hines, i veri colpevoli e responsabili del destino di Christmas.

Tacciato di abominio fin dalla nascita, punito e colpevolizzato, educato da uomini che non erano a sua immagine e somiglianza e circondato da donne troppo stupide, ottuse e mercenarie per estirpare il male che porta con e dentro di sé, Christmas è un’esistenza per la quale non si può fare niente.

Allo stesso modo, anche l’esistenza della signorina Burden si rivela irrimediabilmente perduta e non sorprende che la relazione vittima-assassino venga descritta in toni talmente cupi da far perdere le speranze per un qualsiasi atto di pietà capace di sbloccare dall’immobilismo afoso e viscoso in cui Luce d’agosto sprofonda rendendo quasi insopportabile la lettura.

Serve compassione per riscattare una vita e forse è a questo che pensano Byron e il Reverendo Hightower quando si incontrano per un’ultima conversazione. Quella in cui i due personaggi fanno la scelta per cui sono stati chiamati in causa e che è l’unica possibile per permettere a William Faulkner di tornare su Lena Grove la quale, nel frattempo, ha partorito e non può far altro che chiosare la sua vicenda con un:

“Ma pensa un po’. Se ne fa, di strada”

lasciando a chi legge il dubbio sul nome dato al bambino e sull’aggettivo con il quale definire, provvisoriamente, Luce d’agosto e una letteratura che rimane, miracolosamente, in percorrenza. 🙂

Autore: William Faulkner
Titolo: Luce d’agosto
Titolo originale: Light in August
Traduzione: Mario Materassi
Casa editrice: Adelphi
Pagine: 425
Pubblicazione: dicembre 2014, ristampa
Prezzo: € 13

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