Con Preda, Michael Crichton intendeva sfatare il luogo comune che vede il mondo come un qualcosa in perpetua evoluzione il cui andamento può essere studiato, predetto e controllato riproducendo in laboratorio i modelli base che ne determinano l’esistenza e la progressione.
Tra le scienze riconducibili a questo pensiero di base, Preda ne isola sostanzialmente due, la microbiologia e la nanotecnologia, così come sono due i campi di applicazione e i ruoli scelti per fare di questo libro un thriller di fantascienza.
Preda di Michael Crichton: inversioni di ruoli e fantascienza
In Preda, Jack Froman viene colto da Michael Crichton mentre sta riassumendo mentalmente la sua carriera da programmatore posto a capo della sicurezza informatica della MediaTronics, ascolta al telefono la moglie Julia, vicepresidente della Xymos e sceglie le tovagliette per la colazione al supermercato dove è solito far la spesa.
Licenziato in tronco, Jack si è adattato a una vita domestica e, con tre figli di tre età diverse, il passaggio di ruolo da brillante informatico a casalingo competente sembra svolgersi in modo del tutto naturale e senza drammi particolari.
Le tensioni in famiglia che emergono sono riconducibili all’inversione di ruoli e alle reazioni contrarie a quella che si presume siano della natura di Julia e Jack. Lei non c’è mai, lavora fino a tardi, diventa sempre più bella e i suoi comportamenti sempre più strani, quasi mascolini. Lui, per il suo essere sempre presente per i figli, per il suo provare vergogna nel sospettare l’infedeltà coniugale e per il timore di un divorzio, pare assumere e adattarsi a comportamenti più femminili.
Inoltre, il protagonista di Preda è preoccupato per la sua reputazione. Non trova lavoro nel suo ambito di specializzazione perché girano voci strane sul suo conto e quando il suo ex datore di lavoro lo ricontatta per indagare sull’uso che la Xymos fa di un programma di sua invenzione, sviluppata simulando lo studio dei comportamenti predatori degli animali in natura, Jack ha la possibilità di riscattarsi professionalmente e riportare così l’armonia familiare in casa.
Supportato dalla provvidenziale e momentanea scomparsa di Julia dallo scenario costruito da Crichton, Jack accetta l’incarico e scopre in che modo il suo lavoro è stato abbinato a un progetto di ricerca in cui microbiologia e nanotecnologia si combinano fra loro creando uno sciame di telecamere miniaturizzate che, nate per scopi medici e quindi per uso interno, si sono inspiegabilmente adattate all’esterno e si comportano come se stessero sorvegliando i loro stessi creatori.
Siamo più o meno a metà di Preda che, per dinamiche e situazioni descritte, si svolge come un film dello stile di quelli apparsi negli anni Novanta come, ad esempio, Tremors con Kevin Bacon. In entrambi non manca la convinzione umana di aver ormai superato razionalmente l’elemento che spaventa e che invece compare, ridimensionato o sovradimensionato non ha importanza, come un qualcosa che non si vede, che è quasi impossibile da individuare e che per le caratteristiche sensoriali per cui si sono rivelate (vista nel romanzo, udito nel film) si pensava facile da controllare. Solo per questa similitudine, l’idea che un libro pubblicato nel 2002 abbia anticipato le innovazioni tecniche di cui parla è plausibile ma per l’andamento, malgrado sia implementato dalle documentazioni scientifiche che hanno ispirato la narrazione, si fa fatica a definirlo un romanzo di fantascienza perché rimane aderente ai cliché culturali di partenza che, al massimo, si spostano in un finale un po’ banale, scontato e, forse per questo, rassicurante.
Verosimile e adatto per supportare tesi complottiste, affascinanti per la fantasia e la logica apparente, Preda è più un thriller classico con elementi fantascientifici che ben si adattano all’epoca in cui è stato scritto.
Forse, se l’avessi letto vent’anni fa l’avrei trovato attuale e non mi sarebbe saltato in mente il collegamento con Tremors (che guardo volentieri quando lo ripropongono in televisione, tra un Terminator e l’altro) ma una volta conclusa la lettura mi sono resa conto che è un libro la cui tensione si basa giocando sulla semplice inversione dei ruoli e sul luogo comune generico che vede l’umanità come una specie incapace di rendersi conto delle conseguenze delle sue azioni.
Scritto questo, Preda di Michael Crichton si presta, comunque, a essere una lettura passatempo, da leggere senza aspettarsi di trarre da esso idee o emozioni particolarmente geniali o travolgenti. La scena che descrive due uomini intenti a discutere sulle caratteristiche tecniche di una marca di pannolini per bambini però è simpatica. Abbastanza per non guardare storto un romanzo che, tutto sommato, non rileggerei.
Autore: Michael Crichton
Titolo: Preda
Titolo originale: Prey
Traduzione: Gianni Pannofino
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 389
Pubblicazione: giugno 2003
Prezzo: € 7.99 (formato Kindle, su Amazon)
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