La vita moderna di Susan Vreeland è un ritorno a una narrativa incentrata sull’arte pittorica e la sua storia e, nello specifico, dedicata al movimento che ha fatto epoca, in Francia, sotto il nome di Impressionismo.
A differenza di Ninfee nere di Michel Bussi, La vita moderna di Susan Vreeland mi sembrava più attraente e attinente alla luce, ai colori e agli stili con cui un gruppo di artisti diversissimi fra loro intendevano dare una scossa al senso estetico di un pubblico totalmente assuefatto ai linguaggi classici e istituzionali del tempo.
Mettendo da parte le preferenze o le competenze in campo artistico di chi legge, La vita moderna di Susan Vreeland è un romanzo che fa impressione?
La vita moderna di Susan Vreeland: quadro impressionista su romanzo dettagliato
La vita moderna di Susan Vreeland sceglie come punto di vista e voce narrante Pierre-Auguste Renoir e il capolavoro che l’ha definitivamente consacrato nella storia dell’arte come uno dei principali esponenti del movimento Impressionista accanto a Claude Monet e al suo amico/nemico, Edgar Degas.
L’opera in questione e fulcro sulla quale si struttura il romanzo, La colazione dei canottieri, ha il suo input creativo nella critica di Emile Zola alle proposte artistiche del movimento.
“[…] I loro dipinti non paiono all’altezza del compito che essi stessi si sono attribuiti. A dispetto dei loro sforzi, non sono ancora riusciti a compiere l’impresa. Gli impressionisti paiono dei balbuzienti, incapaci di trovare le parole”.
Colpito nel vivo, Renoir decide di smentire l’opinione dello scrittore e s’imbarca nell’impresa, a tratti impossibile, di realizzare un capolavoro che sintetizzi lo studio di una vita su colori e soggetti che valga la pena di essere esposto al Salon. Per riuscirci, ha bisogno delle modelle più amate, degli amici più cari e dei benefattori più illustri ed è su questa ricerca generale che La vita moderna, a sua volta, prende vita in una storia molto piacevole da leggere.
Tra battibecchi, contrasti e ripensamenti il quadro sul romanzo di Susan Vreeland si anima delle storie personali degli uomini e delle donne riuniti a Chatou, sulla terrazza di Alphonsine Fournaise, vedova di guerra e proprietaria del locale che si affaccia sul corso della Senna, a poca distanza da Parigi.
La vita moderna inizia come un gioco, un esperimento di osservazione che diventa primo argomento di conversazione domenicale, dal quale il lettore può cogliere, momento per momento, le storie individuali intrecciate e trasfigurate in un istante di comunione e felicità su tela.
È però anche un momento di grande tensione per il decoratore di porcellane e figlio di sarti che, desideroso di assolvere il compito di trovare il punto esatto, l’apice della sua carriera artistica e umana, combatte costantemente contro le frustrazioni, le malinconie e le amarezze che attraversano non solo la sua visione di intendere l’arte ma anche quella della compagnia riunita.
Il rischio di scivolare nell’estetica cinica e disincantata di Degas è palpabile tanto quanto lo sono gli sprazzi di luce e armonia riprodotti simultaneamente sul quadro.
La vita moderna, comunque, si attiene scrupolosamente alla voce narrante del romanzo e rispetta, con accorta precisione, il modo in cui il pittore si fa catalizzatore di un sentire comune dove ogni individuo rimane unico e a sé senza tuttavia disperdersi o dissociarsi dalle relazioni che ha con la realtà del momento e con ciò di cui ha bisogno.
“Per me un quadro dovrebbe essere piacevole, allegro e bello, sì bello.
Ci sono già troppe cose sgradevoli nella vita per crearne di nuove”.
In questo modo e con abile discrezione, il romanzo avvicina il lettore:
- alla solitudine della generosa Alphonsine e alla disponibilità del fratello di lei, Alphonse, a contribuire nella riuscita dell’impresa,
- alle storie di sfruttamento e violenza della donnina allegra che è Angelè,
- all’istinto di solidarietà di Ellen, la commediante,
- agli scherzi e alle sfide di Paul Lhôte e di Pierre Lestringuèz che si intersecano
- alle citazioni di Jules Laforgue e alle spiritosaggini di Raoul Barbier,
- al senso dell’effimera e sospesa bellezza di Jeanne, l’attrice divisa tra amore per l’arte e desiderio di condurre una vita di rispettabile mondanità,
- alle curiosità e alle contraddizioni di costume raccolte e raccontate dal giornalista Antonio Maggiolo,
- alle reticenze critiche di Charles Ephrussi, banchiere e collezionista d’arte,
- alla semplicità senza pretese e incantevole di Aline, la modella che diverrà la moglie del pittore e
- alla grande amicizia che lega Renoir a Gustave Caillebotte grazie al quale infonde al quadro e al movimento l’aura nostalgica che non perde del tutto la gioia provata agli inizi, nonostante il rifiuto con cui venne accolta l’idea che avevano dell’arte pittorica.
Cucito ad arte, La vita moderna di Susan Vreeland arriva, completo, alla fine e i momenti che fluiscono sulla tela continuano a produrre, romanzati, una molteplicità di impressioni che smentono l’opinione di Zola e rimangono ancorate alle esistenze riunite che, libere dai loro stessi pregiudizi, posano per sé stesse e per colui che reputano un amico sincero.
La colazione dei canottieri di Pierre-Auguste Renoir si presta così ad essere vista e rivista con occhi sempre nuovi e, probabilmente, è per questo che l’opera continua a fare impressione anche nella descrizione in prosa.
Bello nell’insieme, personalmente mi è piaciuto anche per le menzioni alla figura di Guy de Maupassant che compaiono e scompaiono nel quadro su romanzo che è La vita moderna di Susan Vreeland. 🙂
Autore: Susan Vreeland
Titolo: La vita moderna
Titolo originale: Luncheon of the Boating Party
Traduzione: Massimo Ortelio
Casa editrice: Beat Biblioteca Editori Associati
Pubblicazione: agosto 2020, sesta edizione
Pagine: 507
Prezzo: € 9
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