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La via del bosco di Long Litt Woon: una storia di lutto, funghi e rinascita

19 Aprile 2021
La via del bosco di Long Litt Woon: il fascino della complessità

Paragonato a L’anno della lepre di Paasilinna, La via del bosco di Long Litt Woon si presenta come una storia di lutto, funghi e rinascita.

I due libri, così accostati, esulano un po’ dai soliti romanzi per addentrarsi nelle caratteristiche che, insite in questa forma letteraria, li classifica come tali raccontando quel qualcosa a cui normalmente non si pensa e che sorprende per non essere mai stato notato prima.

La via del bosco è un libro che racconta un corso volto a rielaborare il lutto soffermandosi sulle strutture della micologia e della complessità di emozioni e sentimenti dalle quali è possibile ricavare possibilità che si crede aver perduto per sempre e che cambiano la visione generale che si ha di certe tematiche.

La via del bosco di Long Litt Woon: il fascino della complessità

In quanto antropologa e sociologa, Long Litt Woon sceglie di intraprendere La via del bosco più per interesse professionale e curiosità personale che per sostituire il vuoto e il dolore provato per la perdita del marito e compagno di vita Eiolf.

Caratteristica peculiare dell’ambiente micologico è la sua disomogeneità sociale. In un certo senso, è quella che meglio si allinea alle emozioni che la principiante fungaiola prova nel momento in cui realizza di aver perso una persona con la quale, abbandonando la Malesia per la Norvegia, viveva in simbiosi perfetta per poi vestire, improvvisamente, i panni di un nuovo status sociale, quello di vedova sola in un paese straniero.
Lo studio della micologia, tuttavia, non diventa mai un passatempo per distrarsi e non pensare alla propria solitudine, né un modo per cancellare dalla memoria il ricordo di una felicità passata.

Al contrario, è un passo importante per ristabilire le basi per rinascere, riprendere la fiducia e il coraggio di cui il singolo ha bisogno per riaprirsi al mondo esterno, anche quando la fonte primaria che rendeva possibili tali correlazioni viene meno in Quasi la miglior morte.

“Quando si trova un fungo, ci sono buone probabilità di vedere nelle vicinanze qualche suo simile. La gioia della scoperta è cumulativa: un fungo, una gioia; due funghi, due gioie.”

I funghi riattivano dunque l’interesse alla vita e, impercettibilmente, diventano motivo di sostegno per la vedova. Un nuovo campo di ricerca per accompagnare quello riguardante la rielaborazione del lutto.

“La ricerca sul campo del cuore è un compito gravoso”

La via del bosco ha tutto ciò che serve per raggiungere lo scopo fissato ma si cela in Posti segreti. Quelli fondamentali per spiegare il mondo della micologia di cui La cerchia interna detiene, con le sue leggi scritte e non scritte, le indicazioni sulle direzioni e sui luoghi dove ci sono i funghi e dove poter, metaforicamente, trovare dei punti di sosta dal dolore e fornire motivi di gioia sufficienti e utili a superare ostacoli e resistenze che, nella nicchia di riferimento, si esplicano nella Diffidenza micologica.

Tra micofili e micofobi e agli occhi di Long Litt Woon, il fungo si eleva da affascinante oggetto di studio a vero e proprio marcatore sociale e il Normlisten diventa il primo e più valido strumento per processare le nozioni raccolte dalle quali trarre, nella pratica, l’approccio più efficace per colmare le lacune e le domande che sorgono in campo micologico e, anche, umanistico.

“Generazioni di pregiudizi, ignoranza e mancanza di curiosità originano sentimenti forti e irrazionali, e questi ribollono fino a diventare un cubetto di brodo ristretto che non sono capace di ridisciogliere. Non ho la pazienza né la voglia di redimere un micofobo […] quando incontro gente così, mi dico: più micofobi abbiamo, più funghi restano per noialtri.”

La disomogeneità delle nozioni e delle emozioni che si incontrano lungo La via del bosco possono sopraffare l’individuo, a prescindere dalle competenze adottate per riordinarle. Probabilmente è per questo che l’autrice si prende il tempo per raccontare come si impara a riconoscere le Cinquanta sfumature di veleno che rischiano di invalidare il processo in cui mente e cuore si adoperano a risolvere e a sbloccare una situazione di smarrimento e di profonda incertezza.

“La conoscenza aumenta in modo organico, lentamente. Poco a poco, dal caos emerge una struttura ordinata. Ma non è facile”.

La micologia, da strano passatempo per superare la vedovanza, diventa una vera e propria mania. Una passione in cui le informazioni raccolte vengono comparate con quelle che si contraddicono fra loro al fine di capire, con certezza, cosa tenere e cosa buttare quando si ragiona su temi controversi come La spugnola: il diamante dei funghi o passati sotto silenzio come si legge nel caso de L’innominabile.

Sensi sull’attenti racconta come la percezione di informazioni e impressioni su micologia e perdita sia variabile non solo in base alla sensibilità del singolo ma anche in base alla cultura sociale di appartenenza e di riferimento. Per quanto si tenda a semplificarlo, la complessità del panorama soggettivo che suddivide i funghi in gradevoli o sgradevoli, mangerecci o velenosissimi non si può ridurre a poche, sintetiche caratteristiche descrittive.

Di conseguenza, Il seminario olfattivo è un interessante esperimento scientifico per completare una lacuna cognitiva degli studi micologici e fare un altro passo in più nel processo di rielaborazione del lutto e di ritorno alla vita.

Giunti a questo punto La via del bosco diventa relativamente semplice da seguire perché, nel frattempo, si è imparato a conoscere il rapporto tra vita e morte, tra miceti e alberi, tra esseri umani di diverse nazionalità e tra micologia e antropologia. A riconoscere gli elementi che distinguono e compongono l’insieme narrativo scritto da Long Litt Woon.

“Leggere un libro è come fare una passeggiata in terra sconosciuta. Mi addolora pensare a tutti i libri e a tutte le passeggiate che Eiolf non ha avuto il tempo di raccontarmi.”

Dall’antipasto al dessert fino all’uso del Buon latino, la ricerca produce nuovi risultati (non meno elaborati di quelli iniziali) sul come un evento traumatico può essere assimilato e accettato come un dono perpetuo, Il bacio del cielo, per provare, infine, quel momento di beatitudine e di presenza cercato, raccolto e condiviso in ogni pagina de La via del bosco e che ricorda un poco L’arte della fuga della trilogia di Sjöberg. Libri che hanno in comune tutto il fascino della complessità edita Iperborea, anche se dal campo della micologia ci si sposta a quello dell’entomologia e dalla rielaborazione del lutto si preferisce la ricerca del significato del vivere. Decisamente, romanzi-trattato che arricchiscono non poco il significato che si dà all’azione del leggere. 🙂

Autore: Long Litt Woon
Titolo: La via del bosco Una storia di lutto, funghi e rinascita
Titolo originale: Stien tilbake til livet Om sorg og sopp
Traduzione: Alessandro Storti
Casa editrice: Iperborea
Pubblicazione: settembre 2019
Pagine: 270
Prezzo: € 18.50

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