Con I lupi del Calla si supera la metà della saga fantasy di Stephen King La torre nera.
Roland, Eddie, Susannah, Jake e Oy, dopo essersi fermati a raccogliere le memorie de La sfera del buio, hanno raggiunto e sconfitto (?) il loro mago di Oz tornando sulla via del Vettore.
Si entra in una fase di sospensione e di attesa. Il tempo ricomincerà a scorrere?
Stephen King e I lupi del Calla: sospensioni e riavvolgimenti narrativi
I fili della trama assegnata a I lupi del Calla si riducono a quattro che mostrano i Guasti, la Contezza, le Storie e I Lupi insediatisi in questo romanzo.
Intrecciarli è la proposta che Stephen King offre al lettore per mediare e correggere gli sfasamenti temporali che Eddie sintetizza a modo suo:
“Il tempo […] era in larga parte creato da eventi esterni. Quando si succedevano un buon numero di stronzate interessanti, sembrava che corresse più veloce. Se si finiva arenati nella noiosa merda di sempre, diventava più lento. E quando tutto smetteva di succedere, era come se il tempo si assentasse completamente”.
L’intenzione sottintesa è di fare il punto della situazione per sbloccare e riavviare il flusso narrativo che, al momento, stenta a riprendere.
Guasti
Guasti è il prologo che apre una finestra sul clan Jaffords e i campi che sta coltivando a Calla Bryn Sturgis, un villaggio poco distante da un’oscura località chiamata Rombo di tuono.
È un luogo isolato ma abbastanza prospero per la pratica dell’agricoltura e dell’allevamento ma limitato per quanto riguarda i viaggi e gli scambi commerciali. È una bolla di realtà bucolica che riceve informazioni dal mondo esterno da Andy, un robot sorridente sempre disponibile a fare l’oroscopo e pronto ad avvisare quando arriveranno i lupi a portar via parte dei bambini del villaggio per poi restituirli guasti.
Tian Jaffords non si lamenta della vita che sta conducendo. È faticosa ma ha una moglie che ama e cinque figli: due coppie di gemelli e un singolo, Aaron. I lupi del Calla però stanno arrivando e Tian teme per la sua prole e chiede di poter parlare alla comunità per impedire un altro, doloroso saccheggio.
Contezza
Nel frattempo, Roland e il suo ka-tet procedono a rilento lungo la via del Vettore.
La sensazione che il tempo sia alla deriva è acuita dalla ricorrenza del numero 19 e quando Jake trova delle bacche particolari con le quali nutrirsi c’è un momento in cui esso si riavvolge e la compagnia rivive i fantasmi delle esperienze passate che li prepara all’incontro con padre Donald Callahan e con gli abitanti di Calla Bryn Sturgis. Questi ultimi, infatti, hanno bisogno di aiuto ma non credono che gli stranieri che sono stati avvistati da Andy, il robot, siano dei veri pistoleri. D’altronde i lupi stanno arrivando e Tian Jaffords, con i suoi sostenitori e detrattori, è deciso a resistere.
Il primo contatto tra vecchi e nuovi personaggi si conclude in una festa di benvenuto dove Roland sorprenderà la sua compagnia cantando e ballando nel rispetto delle tradizioni folkloristiche del luogo. È un modo, diverso da quello adottato ad Hambry, per rassicurare i suoi interlocutori secondo una formula rituale tripartita in cui il pistolero capo:
- chiede e offre disponibilità al dialogo,
- si assicura di essere visto e accettato per quello che è e
- predispone le condizioni necessarie per prestare aiuto e soccorso.
Le prime due domande sono sufficienti per dare spazio all’interazione e tempo alla comunità spaventata, ma non ancora disposta ad ammetterlo, di relazionarsi con i quattro estranei più un curioso e buffo animaletto per poi rispondere, in coscienza, alla terza e ultima domanda che verrà posta solo quando tutte le storie della comunità saranno raccontate e ascoltate prima di mettere in atto un piano per contrastare e risolvere il problema costituito da I lupi del Calla.
Storie
È Donald Callahan, personaggio che convince la comunità a rivolgersi ai pistoleri per scacciare i lupi, il primo a iniziare la raccolta delle Storie condividendo, naturalmente, quella che lo riguarda personalmente e che spiega la sua presenza a Calla Bryn Sturgis.
È la storia di un prete che ha molto in comune con il ka-tet di Roland, molte similitudini con Il vento idiota di Peter Kaldheim e molteplici analogie con l’immagine dell’America degli anni ’80 la cui coscienza e coesione sociale, afflitta da dipendenze, disordini razziali e dalla diffusione dell’AIDS, si avvia verso una crisi collettiva dalla quale non sembra emergere alcuna speranza di salvezza. Callahan racconta senza tralasciare nulla, nemmeno la sua debolezza di fede e la paura di non riuscire a sostenere il peso che cela nella sua chiesa e di cui vorrebbe liberarsi affidandolo a Roland.
Il tempo però ha ripreso a scorrere e ci sono altre storie da ascoltare prima di porgere alla comunità in pericolo la terza domanda.
Le storie di Gray Dick, del grand-père e di Took sono importanti perché non hanno nulla a che fare con chi detiene maggiori proprietà o corre più rischi rispetto ad altri e perché, ricordando quelle narrate dagli anziani di Crocefiume, sanno più di quanto informano e infondono un cauto ottimismo ai protagonisti e ai lettori che li seguono fin dal loro confuso inizio anche se, prima di indire un’assemblea generale e svelare il piano, ci sono alcuni dettagli da omettere per riuscire nell’impresa.
I Lupi
A Calla Bryn Sturgis ormai si è scoperto che:
- alcuni nomi dei suoi abitanti sono composti da diciannove lettere e richiamano nomi di autori presenti nella libreria dove Jake ha acquistato la storia di Charlie e la raccolta di indovinelli,
- le donne possono essere molto più utili di quanto si creda o si pensi per organizzare una resistenza armata,
- i lupi, malgrado la loro tecnologia, si possono sconfiggere perché la verità che si cela dietro le loro maschere è stata condivisa con chi è in grado di far fruttare tale informazione dominando la paura che incutono e, infine,
- è chiaro che c’è una talpa che, di generazione in generazione, tradisce i suoi stessi simili.
Compresa la situazione e le dinamiche, la strategia di Roland e del suo ka-tet è di mantenere il più possibile il riserbo su tutti e tre i dati raccolti.
Con il lettore, invece, i personaggi si lasciano seguire su altre confidenze, indiscrezioni e salti temporali su quanto sta avvenendo parallelamente nella New York del passato. Roland e Eddie trovano, infatti, un’altra porta e mentre si preparano a contrastare I lupi del Calla, decidono di separarsi e di usarla per difendere un’altra cosa, importante quanto se non più della ricerca della torre.
Se La sfera del buio scorre lento e monocromatico come un film in bianco e nero fermo sul passato, I lupi del Calla, per i suoi continui riavvolgimenti e salti temporali, è un’altra versione della stessa storia e un esempio di un altro modo ancora per chiarire quelle accennate nei romanzi precedenti. Per il lettore si ha l’interessante e coinvolgente sensazione di essere in un libro game sul quale, anche se è sempre Stephen King a dirigere, diventa spontaneo fare affidamento per sapere come verranno superate e colmate le sottilità che affliggono tutti i soggetti interni ed esterni alla narrazione complessiva.
Infine, c’è ancora un piccolo dettaglio da risolvere e che riguarda Mia, un demone femminile che occupa il corpo in cui convivono Detta Walker e Odetta Holmes e che, probabilmente, andrà a completare la vera e principale protagonista del sesto libro della saga, La canzone di Susannah prima di raggiungere La torre nera e, da essa, trarre tutte le conclusioni lasciate in sospeso.
Autore: Stephen King
Titolo: I lupi del Calla
Titolo originale: Wolves of the Calla
Traduzione: Tullio Dobner
Casa editrice: Frassinelli
Collana: Pickwick
Pubblicazione: giugno 2017
Pagine: 671
Prezzo di copertina: € 15
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