Superati gli inizi apparentemente incerti e sconclusionati de L’ultimo cavaliere e appianate le divergenze narrate con La chiamata dei tre, Stephen King attende il lettore con Terre desolate, terzo romanzo della saga fantasy La torre nera.
King e Terre desolate: vecchi legami, nuove connessioni in corsa
In Terre desolate Roland guarisce nel corpo ma si ammala nella mente, Eddie reimpara a intagliare il legno mentre Odetta Holmes e Detta Walker si sono riconciliate in una terza signora interiore, Susannah.
Porte da aprire, per il momento, non ce ne sono più e il romanzo si divide in due parti: Jake – Paura in una manciata di polvere e Lud – Un cumulo di immagini infrante.
Jake – Paura in una manciata di polvere
Dalla spiaggia, i tre bloccati in Terre desolate si sono spostati in una foresta abitata da un vecchio, malato e imponente orso decisamente ostile agli umani e uno degli ultimi pilastri a sostegno di un unico nesso regolatore degli elementi spazio-temporali delle realtà atte a far funzionare i mondi ad esso correlati.
Realtà di cui, secondo Roland, rimangono tracce nei miti antichi e nelle fiabe della sua infanzia e che avevano il valore di ricreare o, forse, di distruggere la connessione fra i mondi che fanno da perimetro e recinto contenitivo del fulcro della saga La torre nera.
Il pistolero si rivela un ottimo insegnante e un eccellente narratore e, poiché teme di perdere la ragione e lo scopo della sua esistenza, trasmette queste conoscenze ai suoi nuovi compagni d’avventura nel bisogno istintivo di saldare i legami che si sono formati nei romanzi precedenti. Lacerato da rimorsi e sensi di colpa, la sua mente torna costantemente a Jake, al bambino incontrato alla stazione di posta e che ha sia salvato sia sacrificato prima che il ragazzo esaurisse del tutto le potenzialità del personaggio che rappresenta.
Roland si è spinto oltre, si è imposto al suo stesso creatore, ha dimenticato il volto di suo padre direbbero i suoi numi tutelari per non far capire, a chi osserva (o legge) di che cosa si stia parlando.
La dimenticanza posta, e forse concessa al pistolero, è una grave negligenza che crea delle complicazioni in tutta la struttura narrativa e soprattutto nel personaggio di Jake il quale, passato bruscamente da uno stato di trance a uno di coscienza che ha del divinatorio, non sa come interpretare il riaffiorare di ricordi su luoghi e persone che dovevano rimanere sul piano dell’immaginazione e dell’oblio quando, in realtà, si ribaltano confusi in quello del mondo in cui è tornato ad esistere, la New York degli anni ’70.
D’altro canto, Eddie Dean e Odetta Susannah Detta Walker stanno acquisendo spessore e complessità tali da essere indispensabili e utili per sopravvivere in un mondo, sperduto e senza senso, che non appartiene alle epoche dalle quali provengono. Sono personaggi che stanno prendendo vita. Sbarazzarsene è impossibile e il paradosso, di cui Roland e Jake rappresentano gli estremi, va risolto per evitare il rischio altissimo che tutto il lavoro faccia la fine del trenino Charlie.
Un modo per risolvere questa fase di Terre desolate ci sarebbe. C’è sempre un modo per superare un’impasse e Stephen King, sicuro di quello che scrive e della fiducia che il lettore ripone nelle sue abilità, lo trova.
Lud – Un cumulo di immagini infrante
La compagnia dei pistoleri guidata da Roland, che nel frattempo ha riacquistato la ragione, riprende compatta la ricerca della torre nera seguita, a breve distanza, da Oy, una curiosa creaturina di Terre desolate. Dopo Zoltan, è il secondo animale che si unisce a una narrazione che, per procedere fluida e spedita, viaggia leggera e con lo stretto necessario. È un dettaglio forse futile che però, per una qualche strana ragione, rende piacevole l’esperienza del lettore ignaro ma ormai abbastanza cosciente che nodi e intrecci del romanzo non sono improvvisati.
Dettaglio curioso a parte, Terre desolate comincia a popolarsi, ad acquisire nuovi elementi non appena i pistoleri giungono a Crocefiume, una località apparentemente disabitata e che li accoglie, per la prima volta, con umanità.
La sosta fornisce a Roland e ai suoi informazioni precise ma frammentarie su quanto accaduto nei luoghi circostanti a Lud, un’antica città somigliante a New York. I sopravvissuti di Crocefiume, inoltre, mettono in guardia i pellegrini sui rischi ai quali andranno incontro i giovani, le donne e i bambini non appena si avvicineranno al centro urbano e alle fazioni rivali che continuano a combattere pur avendo dimenticato cause e motivi che li hanno indotti a massacrarsi a vicenda. Fatto ciò, è chiaro che i pistoleri devono, seppur a malincuore, andare fino in fondo all’orrore che li aspetta e dal quale dovranno cercare di non farsi travolgere. Alle armi in dotazione, Terre desolate condivide con il lettore due libri: una fiaba per ragazzi che copre l’arco temporale dal quale provengono Eddie e Susannah e una raccolta di indovinelli che Roland e il suo tempo prendono molto seriamente.
Lud e un cumulo di immagini infrante è una parte ricca di informazioni contradditorie che crea in Terre desolate atmosfere cupe e inquietanti perché più che essere fantasiose paiono familiari e descrivono un presente che, per essere decifrato, dovrà immergersi nel passato e nella vera storia del pistolero guida.
La corsa verso La torre nera di Stephen King subisce, con Tick Tock (discendente di un nazista) resuscitato da una vecchissima conoscenza del protagonista, un’accelerazione drammatica che da Terre desolate si tufferà nel prossimo romanzo La sfera del buio.
Che cosa racconterà e come?
Il destino della saga si fa sempre più spaventoso e, appassionante. 🙂
Autore: Stephen King
Titolo: Terre desolate
Titolo originale: The Waste Lands
Traduzione: Tullio Dobner
Casa editrice: Frassinelli
Collana: Pickwick
Pubblicazione: giugno 2017
Pagine: 451
Prezzo di copertina: € 14
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