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Proust Alla ricerca del tempo perduto: dalla parte di Swann

4 Gennaio 2021
Proust Alla ricerca del tempo perduto: dalla parte di Swann

Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust è il primo proposito di lettura 2021 di questo blog.

In quanto opera letteraria immensa e impegnativa, che scorre con una lentezza alla quale anche lettori esperti possono non essere più abituati, Dalla parte di Swann chiarisce che per arrivare a Il tempo ritrovato è necessario applicare un approccio di lettura costante e continuativo per comprendere la complessità di cui è composto cercando di non perderne i tratti salienti che lo rendono un classico che si presta a infinite riletture e interpretazioni.

Proust Dalla parte di Swann: sintesi e impressioni

Dalla parte di Swann, primo volume che compone Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, muove i primi passi del Narratore alle origini della sua memoria individuale e ai primi segnali immaginari che lo collocano, nel futuro, nel mondo della letteratura ed è suddiviso in tre tappe che, attraverso la scrittura, si focalizzano su Combray, Odette e i Nomi di paese.

Combray

Combray è la località dove la famiglia del Narratore era solita villeggiare con l’inizio della bella stagione ed è il luogo al quale Proust ritorna per raccontare l’infanzia e la percezione che tale fase di un individuo ha del sentimento dell’esistenza. Sentimento circoscritto a uno struggente e ossessivo attaccamento alla madre mitigato solo dalla nonna amata per la dedizione che, invece, essa concede senza riserve all’unico, ipersensibile e nevrotico nipote.

In un dedalo di bisogni, riflessioni e percezioni, il Narratore bambino emerge, dissimulato, come un personaggio talmente sensibile e desideroso delle attenzioni materne da porsi in rivalità con Swann, amico di famiglia e diverso per modi e personalità.

“La nostra personalità sociale è una creazione del pensiero degli altri”.

Rivalità che sembra derivare dal fatto che la socievolezza di Swann contrasta con l’asocialità del Narratore il quale, figlio unico e di indole introversa e solitaria, si sente minacciato da un amico di famiglia che, a causa di un matrimonio indecoroso, è caduto in disgrazia agli occhi della società in cui il romanzo è ambientato.

Combray, in sintesi, è il luogo e il tempo in cui al lettore vengono date le prime informazioni riguardanti lo stile di vita del Narratore, della famiglia di appartenenza, delle loro conoscenze e relazioni sociali, delle opinioni proprie e dei domestici (fondamentale la figura di Françoise, la cuoca di casa) che ruotano all’interno e all’esterno della quotidianità rappresentata Dalla parte di Swann. Informazioni che chiariranno, nei volumi successivi, il ruolo dei personaggi noti e ignoti che, al momento, rimangono vaghi e sfumati.

Un amore per Swann

Un amore per Swann è la seconda parte del primo romanzo dedicato Alla ricerca del tempo perduto. Inquadrato il “rivale” del Narratore come un mondano capace di adattarsi a ogni contesto sociale con il quale entra in contatto facendo leva su competenze e velleità artistiche, Swann appare come un donnaiolo e un mediocre che, alla fine, decide di sposare Odette, la cocotte più famosa di Parigi, rinunciando a sogni e ambizioni giovanili.

“Un tempo si sognava di possedere il cuore della donna di cui si era innamorati; più tardi, sentire che si possiede il cuore di una donna può bastare a farci innamorare di lei”.

Sebbene il Narratore sia affascinato dalla figura di Swann il giudizio riguardo ad esso viene ridimensionato:

“[…] diverse volte, basta rovesciare le reputazioni create dalla gente per avere il giudizio esatto su una persona […]”

È un giudizio del quale però la voce narrante, data l’età, non è consapevole perché, scoperti i romanzi di Bergotte e infatuatosi a prima vista di Gilberte Swann, non ha l’esperienza necessaria per proiettarli in un futuro realistico e concreto.

In un modo articolato e che per questo rende Alla ricerca del tempo perduto una lettura impegnativa e complessa dal principio, Proust realizza con Dalla parte di Swann un libro in cui forse non accade nulla di particolare ma che, tutto sommato, spiega come nascono e si formano desideri e pregiudizi che, non ancora sottintesi alle abitudini descritte, saranno il corredo di un’esistenza che si vede unica fra le esperienze comuni che verranno illustrate nei volumi successivi.

Nomi di paesi: il nome

La terza e ultima parte è dedicata alle passeggiate che Narratore e famiglia sono soliti fare durante il soggiorno a Combray e pare sia un espediente narrativo per implementare le suggestioni e le parziali considerazioni riportate nelle prime due sezioni del romanzo.

Compare il nome di Balbec, un luogo mai visto, immaginato grazie ai libri e che la voce narrante crede diverso, privo dei luoghi comuni attraversati in campagna durante le vacanze estive e dei soliti incontri che è possibile fare a Parigi. Luoghi in cui immagina di riporre l’idea di felicità che, ancora, non gli è riuscito di comprendere appieno ma che spera di cogliere presto nella sua struttura e interezza, psicologica ed emotiva.

“[…] mi bastava pronunciare quei nomi: Balbec, Venezia, Firenze dentro i quali aveva finito con l’accumularsi il desiderio ispiratomi dai luoghi ch’essi designavano. “

Speranze che, a causa della salute cagionevole del Narratore, vengono disattese e sostituite fantasticando sulle opere teatrali che vorrebbe vedere e trascorrendo le giornate invernali, bel tempo permettendo, agli Champs-Élysées dove peraltro instaurerà una relazione, fatta di lontananze e avvicinamenti, con Gilberte e la famiglia di lei.

“Lontano da Gilberte, sentivo sempre il bisogno di vederla, perché a furia di cercare di raffigurarmi le sue sembianze, finivo col non riuscirci più, e non sapere più a che cosa esattamente corrispondesse il mio amore”.

Il terzo atto, puntato Dalla parte di Swann, recupera gli spazi cari al Narratore parlando di essi come se fossero le uniche prove tangibili sulle quali concentrarsi per ricostruire, avvalendosi il meno possibile del senno di poi, il tempo perduto di un’infanzia che si voleva ricordare dolce e spensierata così come ci si abitua, crescendo e adattandosi alla banalità del vivere, a immaginarla come tale.

Nel primo volume di Marcel Proust Alla ricerca del tempo perduto, nel suo stile vagheggiante e intermittente, fluiscono così memorie e proiezioni mentali che rendono la narrazione pensosa e controllata, determinata ad anestetizzare emozioni e sentimenti pur di non farsi coinvolgere nelle contraddizioni della trama di cui è intessuta. È in questo senso che Dalla parte di Swann mi è parso un romanzo scorrevole e non noioso come mi aspettavo. Sufficiente per continuare con All’ombra delle fanciulle in fiore. 🙂

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