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Il cerchio celtico di Björn Larsson: mare, cultura celtica e libertà

14 Settembre 2020
Il cerchio celtico di Björn Larsson: diario e romanzo su cultura celtica e libertà

Il cerchio celtico di Björn Larsson è un romanzo in cui l’autore narra la sua passione per il mare e la navigazione in barca a vela. Ad essa si lega la curiosità di apprendere, al di fuori dei libri, qualcosa di più sulla cultura celtica.

L’autore, interessato a fissare una rotta che indichi l’esatta collocazione dell’essere umano in rapporto alla realtà e alla natura, insita e coltivata, sceglie così di intraprendere un percorso narrativo in cerca di un equilibrio tra il bisogno di amore e quello di libertà.

Affrontando venti favorevoli e contrari, rischi imprevisti e calcolati, Il cerchio celtico racconta la sua visione del mare, dell’amore e dell’essere e sentirsi liberi.

A queste tematiche si aggiungono poi quelle che, associate a uno spirito predisposto all’avventura e all’esplorazione, si confrontano con la cultura celtica proponendo una lettura più che affascinante e tutt’altro che incantevole.

Il cerchio celtico, Björn Larsson: diario di bordo su amore e libertà

Il cerchio celtico di Björn Larsson è la narrazione in prima persona di Ulf, uno svedese che vive in barca vela ma non ha ancora abbandonato il porto al quale è ormeggiato. Ancora non si è deciso a prendere il mare e ad approfondire il senso e il valore che attribuisce al suo Bisogno di libertà.

L’incontro con MacDuff, uno scozzese e un uomo di mare in cerca della donna amata e rapita, lo preparerà al confronto con Pekka, un finlandese in fuga e spaventato.

Sul momento, i due personaggi ispireranno a Ulf un sentimento di fiducia e amicizia sufficiente per indurlo ad affrontare, in gennaio, i Mari del Nord e scoprire qualcosa di più riguardo i misteri, le conoscenze e le tradizioni della cultura celtica.

Il cerchio celtico, dunque, è un viaggio per mare e un’avventura ricca di incognite. La voce narrante si rende conto subito che la sua preparazione tecnica come navigante potrebbe non essere sufficiente per raggiungere lo scopo prefissato: gli serve un’ampia e approfondita conoscenza teorica a fargli da consigliere e tale ruolo verrà interpretato da Torben e dai suoi libri, un amico di vecchia data e un appassionato di vini pregiati.

Torben parteciperà con entusiasmo alla traversata e, con grande sorpresa di Ulf, saprà rendersi utile malgrado sia cosciente della dubbia utilità del suo sapere. Entrambi condividono e concordano sull’idea che:

“Le conoscenze sono sempre un bene, anche se non servono a niente. Anzi, in genere è proprio allora che sono più interessanti”.

Conoscenze che peraltro si riveleranno utili non solo durante la navigazione ma anche sulla terraferma facendo affiorare in superficie le differenze di percezione con cui il contesto influisce per condizionare le idee e le azioni dei personaggi con i quali Ulf stabilisce delle relazioni.

Per Ulf, il mare:

“Era imparare a vivere in continuo movimento, a non dare mai niente per scontato, a cercare una sempre maggiore umiltà e rispetto per ciò che l’uomo non domina, e a vivere pienamente per ogni istante. In mare si coglie la vera dimensione e il vero valore dell’essere umano”.

ma con le persone è diverso.

Quando Il cerchio celtico comincia a interrogarsi sul suo contenuto e si chiede perché Torben, Mary e MacDuff sono attaccati ai libri, alle tradizioni e ai mezzi con i quali si identificano, il diario di bordo assume i complessi contorni introspettivi di un romanzo ricco di varianti. Un romanzo che spaventa e travolge per come oscilla in continuazione verso il fondo, in cerca del vero significato delle parole e di quelle alle quali credere e affidarsi prima di esercitare anche il diritto a disobbedire:

“Il cerchio celtico non dà mai lo stesso ordine contemporaneamente a due persone diverse. Questo minerebbe la funzione del diritto alla disobbedienza come dispositivo di sicurezza contro eventuali abusi di potere”.

Aspirare alla libertà e all’amore si confermano, anche ne Il cerchio celtico, un diritto e un bisogno essenziale dell’individuo ma sono anche una fonte di potere che richiedono molta forza di volontà per essere gestiti senza sacrificare valori e ideali o arrogarsi il diritto di scegliere, per sé stessi o per gli altri, come vivere e come morire.

La complessità e il fascino del romanzo Björn Larsson è nel lasciare che tutti i possibili fili della narrazione vengano seguiti senza far perdere l’orientamento al lettore e cercando, quanto più possibile, di rispettare la richiesta non scritta di non toccare gli intrecci e i nodi che formano anche quando – per chiarirli, comprenderli o interpretarli – si ha la tentazione di scioglierli.

“I punti che rimangono oscuri lo sono anche per me. Chiedo scusa ai miei lettori per aver in questo modo condiviso con loro la minaccia che pende su di me, ma non avevo altro modo”.

Una minaccia per la quale si corre il rischio di accusare un senso di malessere che però, una volta concluso Il cerchio celtico, è destinato a passare e a volgere lo sguardo e l’ispirazione di lettura verso altre storie che sanno ispirare, coinvolgere ed emozionare senza porsi in cattedra. Il mio, al momento, è rivolto a Il porto dei sogni incrociati, sempre di Björn Larsson. Il tuo?

Autore: Björn Larsson
Titolo: Il cerchio celtico
Titolo originale: Den Keltiska Ringen
Traduzione: Katia De Marco
Casa editrice: Iperborea
Pubblicazione: luglio 2018, XIV edizione
Pagine: 397
Prezzo di copertina: € 18.50

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