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L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty: considerazioni sull’arte

29 Maggio 2020
L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty: un saggio che ispira molteplici percezioni

Cosa accade quando l’occhio si sofferma su un’opera d’arte? Come reagisce lo spirito dello spettatore all’immagine rappresentata nel quadro? È bello, brutto, ambiguo o discutibile? Perché il pittore ha realizzato la sua visione della realtà in un modo piuttosto che in un altro? L’arte a cosa serve? Davvero è utile per spiegare la realtà o è solo un espediente come un altro per manipolare la realtà svelando in essa intenzioni nascoste?

Probabilmente è su alcune di queste domande che Maurice Merleau-Ponty sviluppa le sue considerazioni su visione e pittura nel breve, affascinante e critico saggio che è L’occhio e lo spirito, ultimo libro del mese.

L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty: un saggio che ispira molteplici percezioni

Simile per metodo d’indagine e modelli di pensiero a Lo spirituale nell’arte di Kandinsky, L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty è un saggio nel quale astratto e materico seguono insieme, con le loro distinzioni, i percorsi artistici e mentali che determinano la visione in pittura e viceversa.

“Quel che tento di tradurvi è più misterioso,
s’aggroviglia alle radici stesse dell’essere,
alla sorgente impalpabile delle sensazioni.
J. Gasquet, Cézanne”

è la dedica e la chiave di lettura del libro. Poche frasi e parole scelte per chiarire le difficoltà che, un volta formulate una serie di domande, si interpongono nella comprensione dell’opera d’arte e di come spettatore, critico e pittore sono arrivati a giungere alla conclusione che di arte si tratti.

Prendendo le distanze dall’osservazione scientifica, L’occhio e lo spirito inoltre, ricolloca in primo piano l’immagine dell’artista e del pittore. Immagine che, descritta secondo il linguaggio letterario presente ne Il codice Perelà di Aldo Palazzeschi, appare ben lontana da quella romantica e sminuente del sognatore svagato e privo di qualsiasi contatto con la realtà.

“La scienza manipola le cose e rinuncia ad abitarle”.

L’immagine dell’artista visionario e quella dello scienziato razionale si scambiano fra loro, così come i doveri e i diritti con cui si assumono compiti e responsabilità.

“Il pittore è l’unico ad aver diritto a guardare tutte le cose senza alcun obbligo di valutarle”.

La libertà d’espressione dell’artista quando indaga la visione che ha del mondo si concentra in questa considerazione che, tenendo conto della continua e naturale produzione di opinioni e commenti del mondo, spiega molte cose inerenti l’azione del dipingere, l’ispirazione, le percezioni e le reazioni che, simultaneamente, si mettono in moto in un quadro osservato come un aspetto dell’arte.

La visione raccontata ne L’occhio e lo spirito rimane parziale ma questo non significa che essa non possa essere descritta nella sua complessità. Più che per ipotesi formulate e da verificare, Maurice Merleau-Ponty procede per paradossi ed elenca come l’applicazione di essi all’interno di un ragionamento critico rivelano i contrasti che esistono in natura ma che, di norma, non vengono notati.

L’occhio e lo spirito è un punto di vista che non cerca una verità assoluta ma guarda accanto al lettore un tipo di verità, senza preoccuparsi troppo di aderire a un’opinione verosimile e accettabile e senza sminuire, per sentito dire, le immagini della parola scritta.

“La parola immagine ha una cattiva fama perché si è creduto sconsideratamente che un disegno fosse un ricalco, una copia, una seconda cosa, e che l’immagine mentale fosse un disegno di questo genere nel nostro bazar privato”.

In queste pagine si inserisce, impercettibile ma presente, anche l’eterno dibattito su quale sia il senso, il ruolo e i compiti dell’Arte: rappresentare fedelmente la Natura catalogando e raccogliendo tutti gli elementi visibili a occhio nudo o trascendere l’atto del rappresentare per svelare eventuali intenzioni nascoste, invisibili, della Natura?

A parole, considerare e tener conto di tutte le problematiche che sorgono quando si cerca una risposta unica, utile per tutti, è un rischio che genera confusione e fa cadere nella trappola del malinteso.

In pittura, invece, gli elementi che costituiscono la visione non vengono interpretati ma tradotti e accolti con tutte le molteplici percezioni che li caratterizzano. L’intenzione del pittore, quindi, non è catalogare una sequenza di immagini uniche, logiche e soggette a un massimo di combinazioni di movimento ma osservarle, prendere nota della loro esistenza, attraverso il corpo, l’occhio e lo spirito.

“Essenza ed esistenza, immaginario e reale, visibile e invisibile: la pittura confonde tutte le nostre categorie dispiegando il suo universo onirico di essenze carnali, di rassomiglianze efficaci, di significazioni mute”.

Nel libro, il discorso di mantiene complicato, le considerazioni contenute in esso diventano chiare, comprensibili e innesca un gioco di equilibri in cui il lettore ha la percezione di trovarsi di fronte a un saggio compiuto sul piano razionale ma comunque aperto al fascino che il sensoriale ispira. Un fascino che non sorprende ma che ha il valore di essere colto come un’occasione per approfondire, per vedere cosa c’è di bello in un quadro, in un libro, in una persona e perché.

In conclusione, L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty è bello da leggere perché, semplicemente, mostra ciò che di solito non vediamo quando il pensiero è occupato in domande da risolvere e apre una finestra sull’arte contemporanea che, di semplice, ha ben poco. 🙂

Autore: Maurice Merleau-Ponty
Titolo: L’occhio e lo spirito
Titolo originale: L’œil et l’Esprit
Traduzione: Anna Sordini
Casa editrice: SE
Collana: Piccola Enciclopedia
Copertina: Paul Klee, Maschera con piccola bandiera, 1925 (particolare)
Pubblicazione: Gennaio 2015
Pagine: 75
Prezzo di copertina: € 12

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