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Il punto di svolta, Fritjof Capra: scienza, società e cultura emergente

29 Gennaio 2020
Il punto di svolta, Fritjof Capra: scienza, società e cultura emergente

Il punto di svolta di Fritjof Capra è un saggio che, per tematiche, ha richiamato l’argomento che scelsi per la tesi di laurea in Lettere riguardante Il pensiero causale e correlativo nelle culture della Grecia e della Cina antiche. Tesi insolita per il mio corso di studi. Allora mi affascinava la dicotomia Occidente e Oriente sul piano filosofico, antropologico e, in generale, legato alle scienze umanistiche.

Mettendo momentaneamente da parte i romanzi mi sono dedicata a Il punto di svolta per leggere qualcosa di più moderno sui due modelli di pensiero e su ciò che concerne il cambio di paradigma in atto su scienza, società e cultura emergente secondo la prospettiva di un fisico di formazione sistemica.

Il punto di svolta di Fritjof Capra: sintesi, dicotomie e discorso generale

Nella Prefazione de Il punto di svolta Fritjof Capra riconsidera quanto appreso in prima persona durante la crisi che negli anni Settanta ha trasformato il mondo della fisica (scienza dedita allo studio dei fenomeni naturali) e le nozioni, i concetti e le metodologie adottate dalla comunità scientifica del tempo.

Una crisi che si è estesa, in cerca di correlazioni trasversali, a tutte le scienze esatte o meno e che, nell’insieme, compongono la totalità dello scibile umano.

“La tesi di fondo di questo libro è che tutti questi fenomeni non sono altro che sfaccettature diverse di un’unica crisi, che è essenzialmente una crisi di percezione.Come la crisi sofferta dalla fisica degli anni Venti, essa è una conseguenza del nostro tentativo di applicare i concetti di una visione del mondo superata – la visione del mondo meccanicistica della scienza cartesiano-newtoniana – a una realtà che non può più essere intesa in funzione di tali concetti”.

Chiarito il tema e dichiarato il bisogno di un nuovo paradigma culturale, l’autore dispone il libro in quattro parti:

Crisi e trasformazione

L’inversione della marea

È una panoramica contestualizzata nello spazio e nel tempo (la prima edizione de Il punto di svolta risale al 1984, in Italia) dei momenti di crisi e di transizione attraversati dalla società e dalla cultura globale e che sono:

  • il declino del patriarcato e la nascita delle correnti femministe,
  • il declino dell’età dei combustibili fossili e il sorgere dell’impulso a
  • ricercare nuove fonti di energia rinnovabili,
  • il declino del positivismo occidentale e il bisogno di trovare un nuovo paradigma culturale al quale aderire per risolvere i conflitti e le questioni che si fanno via via più complesse e articolate.

Delle tre fasi, il declino del positivismo fa emergere le conseguenze risalenti alle crisi, che si supponeva superate, dei tre sistemi di valori (sensistico, ideazionale e idealistico) che sono alla base del pensiero occidentale dal medioevo fino al post rivoluzione industriale.

Delle tre transizioni, questa è la più adatta per comprendere le prime due e per:

  • eseguire una revisione della concezione meccanicistica del mondo,
  • introdurre e chiarire i concetti di Yin e Yang,
  • spiegare in che modo e perché il paradigma Orientale è stato assorbito e
  • mal interpretato dal paradigma Occidentale e viceversa e, infine,
  • proporre un nuovo paradigma secondo la visione sistemica.

I due paradigmi

La macchina del mondo newtoniana

Sintetizza la rivoluzione scientifica che ha attraversato l’Occidente dal 1500 al 1800.

Con le scoperte e la nascita delle scienze esatte – postulate da Cartesio, Bacone, Descartes, Newton e Locke (per citarne alcuni) – la cultura europea e americana è tecnologicamente progredita fino a sviluppare una fede incondizionata nella verità scientifica e ad accettare la visione del mondo come macchina considerando ragionevole ed esatto che il fine della scienza è dominare e controllare la Natura ambientale, subalterna all’uomo, più che comprendere i fenomeni che la caratterizzano.

Il pensiero che vede il mondo come un macchinario cosmico ha prodotto schemi e atteggiamenti riduzionistici che, per quanto utili ed efficaci nel delineare un quadro aderente alla realtà, hanno lasciato poco spazio correlativo da agganciare alle scienze considerate non esatte fissando dei limiti all’interno dei quali si è sviluppata la teoria dell’evoluzione di Darwin.

Limiti che sono stati quasi varcati da Einstein quando formulò la teoria della relatività e comunicò le sue considerazioni riguardo alla radiazione magnetica fornendo primi indizi che hanno portato alla nascita della fisica quantistica.

La nuova fisica

È la conseguente rielaborazione delle teorie e delle critiche formulate e rivolte ad Einstein ed è il paragrafo in cui l’autore mostra in che modo c’è stato un passaggio dall’approccio riduzionistico di stampo cartesiano-newtoniano a una visione del mondo più organica, olistica ed ecologica e che, a sua volta, indica un cambio del modo di intendere la materia e sue componenti da parte della comunità scientifica. Quando Capra scrive che:

“Le particelle subatomiche non possono essere intese come entità separate ma devono essere definite attraverso le sue interazioni”

o che:

“[…] nella teoria quantistica i singoli eventi non hanno sempre una causa ben definita. […] Noi non possiamo predire quando e in che modo un evento si verificherà; possiamo predirne la probabilità”

è possibile vedere come viene trascesa la divisione cartesiana.

Al lettore generico di formazione umanistica, per non perdere di vista il discorso generale, sopraggiunge quasi spontaneo e naturale l’impulso a collegare gli esempi raccolti ne Il punto di svolta con i tasselli del romanzo di Georges Perec o al romanzo di Umberto Eco per prepararsi ad affrontare la terza parte del libro.

L’influenza del pensiero cartesiano-newtoniano

La concezione meccanicistica della vita

Fa un passaggio ulteriore nella revisione storica dell’approccio riduzionistico osservando le cause e gli effetti portati sul campo della biologia e della medicina che, in comune, hanno il compito di trovare delle formule per risolvere e chiarire il problema dell’origine della vita studiandone i fenomeni.

In questa sezione del libro, Capra fa un elenco di tutte le scoperte scientifiche ottenute grazie all’approccio meccanicistico ma, allo stesso tempo, ne identifica anche i limiti che hanno impedito l’approfondimento su come le parti (atomi, cellule o geni) si intersecano e comunicano fra loro e perché.

Il modello biomedico

Spiega in che modo l’influenza del pensiero cartesiano ha portato medici e biologi a non discostarsi dalla nozione di uomo – macchina ignorando il fenomeno della guarigione e di come, rimanendo fedeli alla filosofia di Descartes, hanno dimenticato l’interdipendenza tra corpo e mente, tra uomo e ambiente. Su questa linea, Capra prosegue la trattazione riportando con precisione tutto quello che riguarda il progresso nello studio delle cause ambientali o sociali della malattia, organica e mentale e la nascita di nuove discipline scientifiche come la psichiatria e la psicologia. Scoperte alle quali però non corrisponde un miglioramento della salute della popolazione e alla quale consegue la crisi delle istituzioni sanitarie. In questo capitolo, Fritjof Capra indica che:

“L’errore principale dell’approccio biomedico consiste nella confusione tra processi biologici e origini di malattie”

e approfondisce in che modo il paradigma cartesiano ha plasmato la psicologia newtoniana.

La psicologia newtoniana

A partire dalla divisione corpo e mente di Descartes e seguendo l’atteggiamento riduzionistico, la psicologia scientifica del Novecento si è ulteriormente frammentata in due correnti di pensiero, quella degli strutturalisti e quella dei behavoristi.

Come Einstein, Freud rappresenta una voce apparentemente controcorrente con l’introduzione del metodo della libera associazione ma, per quanto interessato al misticismo orientale e affascinato dal pensiero correlativo cinese al punto da reintrodurre il concetto di coscienza estromessa dai behavoristi dediti allo studio del comportamento umano, il padre della psicoanalisi rimane comunque nei limiti degli:

“[…] insiemi di concetti che formano la base della meccanica newtoniana:
i concetti di spazio e tempo assoluti, e di oggetti materiali separati che si muovono in tale spazio e interagiscono meccanicamente fra loro;
il concetto di forze fondamentali, essenzialmente diverse dalla materia;
il concetto di leggi fondamentali che descrivono il moto e le interazioni reciproche degli oggetti materiali nei termini dei rapporti quantitativi;
Il concetto di determinismo rigoroso, e la nozione di una descrizione oggettiva della natura fondata sulla divisione cartesiana fra mente e materia”.

Limiti che però e, secondo quanto scritto da Capra, hanno il pregio di aver indotto una scissione con la psicologia del conflitto freudiana per ampliare il campo di studi sulla psicologia e intraprendere nuovi percorsi di analisi e sperimentazione.

Il punto morto dell’economia

Si concentra sulle scienze sociali all’interno delle quali sono comprese l’economia, la politica, la sociologia e l’antropologia.

In questa parte de Il punto di svolta viene fatto notare come la divisione tra le discipline di un insieme si siano costantemente mantenute fra loro non comunicanti per determinarsi all’interno del modello cartesiano come scienze esatte. Parte che, indirettamente, fornisce al lettore una risposta plausibile sul perché l’economia è a un punto morto della sua evoluzione e ridefinizione e di come questa situazione pregiudichi anche la crescita delle discipline correlate ma dalle quali si tiene a distanza.

Il problema dell’economia nasce, secondo Fritjof Capra,:

“[…] dall’incapacità degli economisti di vedere le loro attività economiche all’interno del loro contesto ecologico e impedisce loro di comprendere i problemi dell’inflazione e della disoccupazione”.

Anche nel campo delle scienze sociali si auspica un processo di revisione che dovrebbe partire dal prendere coscienza del lato oscuro della crescita e del come e perché i suoi aspetti negativi hanno cambiato il volto del paradigma culturale occidentale mettendolo in crisi.

Il lato oscuro della crescita

Osserva le cause e le conseguenze del secondo punto di transizione che Capra indica nella prefazione del libro e di come al problema della crisi energetica si sia affiancata la corsa al nucleare promossa da una politica e da un tipo di comunicazione di matrice industriale tesa a persuadere, mettendo in secondo piano le innovazioni tecnologiche a basso impatto ambientale, che il nucleare è l’unica fonte di energia alternativa possibile.

La nuova visione della realtà

La visione sistemica della vita

Rilevati i limiti della visione meccanicistica della vita, Il punto di svolta propone una nuova visione della realtà che auspica una revisione (non un abbandono in toto) del paradigma meccanicistico attraverso la delineazione di un sistema concettuale ecologico e compatibile con le concezioni proprie delle culture tradizionali occidentali e orientali e in accordo con i concetti e le teorie della fisica moderna.

Per questo motivo Fritjof Capra propone un passaggio di paradigma che consideri il mondo in termini di rapporti e integrazioni invece di descriverlo come una macchina complessa composta di parti fisse, da sostituire non appena smettono di funzionare secondo i criteri con cui sono state definite.

La visione sistemica della vita è, quindi, un approccio, un metodo differente per ridefinire e fornire una nuova visione di realtà che si può comprendere leggendo gli ultimi paragrafi:

Totalità e salute

Rielabora, riprendendo i sistemi medici sviluppati nella Grecia e Cina antiche e moderne, le dimensioni sociali della malattia in cerca di pratiche contemporanee che riescono a svolgere con efficacia i loro compiti di assistenza e cura della salute tenendo in considerazione i pregi di tali sistemi nella loro totalità e non solo per gli aspetti più noti, accreditati o limitati.

Viaggi al di là dello spazio e del tempo

È lo spazio a parte che Fritjof Capra fornisce alle teorie e agli approcci terapeutici formulati da Jung e alle sue intuizioni per comprendere non solo le cause di malattie e infermità vecchie e nuove, del corpo e dell’anima ma anche in che modo è possibile avviarne i processi di guarigione tenendo in considerazione l’individuo, la collettività e l’ambiente e loro interdipendenza.

Il passaggio all’epoca solare

Riprende quanto espresso nella terza parte de Il punto di svolta ribadendo che, con l’approccio sistemico, è possibile rivitalizzare le scienze sociali e superare la crisi energetica, politica ed economica accompagnando scienza, società e cultura verso un effettivo e realistico cambio di paradigma.

In sintesi, Il punto di svolta di Fritjof Capra è una di quelle letture sotterranee che, di solito, condivido o propongo in newsletter.

Se ho scelto di parlarne pubblicamente in questo blog non è solo perché menziona letture e tematiche che affrontai per comporre la mia tesi di laurea ma perché il discorso, nel suo complesso, è in un qualche modo correlato ai percorsi di lettura che intraprendo volta per volta, settimana per settimana.

In ultimo, la lettura de Il punto di svolta di Fritjof Capra è interessante nella misura in cui il fine espresso dalla corrente culturale che l’autore ha inserito al primo posto in Prefazione è condivisibile per arrivare a:

“una radicale ridefinizione della natura umana, la quale avrà l’effetto più profondo sull’ulteriore evoluzione della nostra cultura”.

Il punto di svolta, Fritjof Capra: appunti di lettura

Autore: Fritjof Capra
Titolo: Il punto di svolta Scienza, società e cultura emergente
Titolo originale: The Turning Point Science, Society and the Rising Culture
Traduzione: Libero Sosio
Casa editrice: Feltrinelli
Collana: Saggi
Pubblicazione: gennaio 2018, sedicesima edizione
Pagine: 382
Prezzo di copertina: € 13

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