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The Game di Alessandro Baricco: mappe del mondo digitale

21 Ottobre 2019
The Game di Alessandro Baricco: sintesi e considerazioni

The Game di Alessandro Baricco è un libro che mi sembrava comunicante con un altro testo e, in una curiosa sovrapposizione di letture, mi trovata a leggere delle mappe con tutte le indicazioni necessarie per orientarsi nel mondo digitale, vederne la struttura.

Complesso e semplice, The Game è un libro che si legge volentieri perché

The Game di Alessandro Baricco: sintesi e considerazioni

Andando per ordine e in coerenza con una certa idea di mondo, The Game fissa i punti con i quali orientarsi nel panorama digitale, dagli inizi ai giorni nostri.

Nel farlo, Alessandro Baricco comincia con un preambolo inerente la genesi del titolo di un suo romanzo che da La mutazione è stato sostituito con I barbari.

Per lo stile di scrittura, tra il narrativo, il saggistico e il colloquiale, The Game si pone come libro guida per un viaggio che esplora come è nata l’idea di umanità aumentata e gli strumenti e le innovazioni tecnologiche che hanno modificato il nostro modo di fare esperienza della realtà.

Per orientarsi e definire una mappa del mondo digitale l’autore segue le paure che emergono quando si prende coscienza uomo e macchina sono ora diventati una cosa sola.

“Per non perdermi troppo, userò una bussola che non mi ha mai deluso: la paura. Segui le orme della paura e troverai casa: quella tua e quella degli altri”.

Fissato il punto di partenza e predisposti gli strumenti tradizionali, The Game prende atto che rivoluzione tecnologica e avvento del digitale hanno modificato, in tempi brevi e in maniera radicale, comportamenti e modelli mentali concretizzando un cambio di paradigma che investe e destruttura secoli di storia delle civiltà.

Tutto comincia con il gioco Space Invaders, il primo reperto archeologico capace di dire molto sull’essenza del digitale e sui suoi sviluppi; dall’epoca classica (1978 – 1998) al periodo della colonizzazione (1999 – 2007) e fino al The Game vero e proprio (2008 – 2016).

Ad ogni periodo di quella che nasce come un’insurrezione digitale realizzata da una piccola comunità di informatici americani, segue una prima mappa mundi i cui tratti caratteristici sono:

  1. fuggire dalla realtà fisica usando Internet e il Web come primi strumenti per costruire un’altra realtà;
  2. togliere tutte le mediazioni di accesso alla conoscenza e smantellare le istituzioni e le figure atte a filtrare e tramandare una cultura che aveva poi portato solo atrocità.

In questa prima mappa  i cui primi segnali del cambiamento sono stati intravisti in Space Invaders, si riscontra l’alba di una nuova civiltà così sintetizzata da Stewart Brand:

Stewart Brand frase di The Game di Baricco

La previsione di Brand e lo stile di comunicazione adottato da Steve Jobs per presentare l’Iphone segnano la fine del processo di colonizzazione.

Comincia l’era della digitalizzazione dell’umanità che abita il web e si riunisce sui social adattandosi alle dinamiche del videogioco delle origini. Il tutto conduce definitivamente alla formazione di un metodo di governo del virtuale che, nella seconda mappa mundi, porta ad:

“intervenire sui tool invece che tentare una guerra di idee, inventare strumenti invece di sistemi filosofici”

La nascita e la proliferazione delle App rappresenta il compimento di movimenti iniziati a partire dall’epoca classica del digitale e che, secondo lo Screenshot Finale riportato in The Game:

  • scioglie il traffico tra mondo e oltremondo;
  • porta a regime quel sistema di realtà a due forze motrici che il Web aveva cominciato a immaginare;
  • permette di far fuori un sacco di mediazioni e quindi di mediatori;
  • abitua a risolvere problemi solo e sempre in modo divertente;
  • generalizza l’impressione di essere ammessi a un’umanità aumentata;
  • facilita l’accesso alla post – esperienza;
  • inclina alla mobilità assoluta;
  • riduce la distanza tra uomo e macchina.

Con questi elementi, sommati ai fenomeni di individualismo di massa e alle guerre di resistenza scoppiate da correnti di pensiero interne ed esterne alle logiche del digitale, la nuova civiltà, fondata negli anni’80, affronta le sue crisi aggiornandosi in continuazione fino a restituire, come risultato, la terza mappa mundi di The Game.

A sovrapporre tutte le mappe, la realtà digitale diventa più chiara e, verosimile. Senza dimenticare che:

“Ogni mappa è una lettura possibile del reale, una delle tante”.

Conclusa la parte di trattazione storica The Game si chiude con tre curiosità dell’autore che si domanda quali tracce siano rimaste, online, dei concetti di verità, arte e umanità.

Sono dei capitoli d’opinione in cui è reso possibile al lettori di:

  • accedere al senso della risposta sintetizzata da Baricco per spiegare, in tempi brevi ed immediati, cosa sia lo storytelling (Stelle comete);
  • valutare lo stato dell’arte dei prodotti culturali tradizionali, di come vivono e convivono con i contenuti digitali e lo stato di salute dell’unico intermediario che resiste alle logiche e alle dinamiche del gioco, l’artista (Altri oltremondo);
  • individuare di cosa l’umanità ha realmente bisogno per rimanere umana senza sentirsi tagliata fuori dal digitale (Contemporary Humanities).

A grandi linee, questo è The Game di Alessandro Baricco, uno dei libri più interessanti che abbia mai letto finora.

Un libro interessante perché il discorso si segue agevolmente e consente diverse soste per osservare nel dettaglio il panorama mappato e, nel quale siamo ormai abituati a vivere.

È interessante perché è stato scritto da un uomo del suo tempo che ha cercato di seguire e capire le dinamiche che hanno portato alla fuga da un sistema di valori per costruirne un altro, fuori dal tempo di partenza e provenienza.

È interessante per i lettori in genere perché mostra il lavoro di ricerca che sta alla base di uno scrittore di romanzi. In quest’ottica, leggere prima The Game e poi I barbari cambia. Può fornire al lettore gli strumenti per passare dal livello di visualizzazione di un testo a quello di comprensione di un prodotto letterario.

L’unico dubbio sorto durante la lettura di The Game compare alla fine, quando Baricco parla di Contemporary Humanities.

Al di là delle considerazioni, positive o negative, inerenti la materia trattata, l’autore ribadisce l’importanza dei libri per preservare, in questo caso, una certa idea di umanità. Il dubbio è se è ancora possibile, nell’abbondanza di contenuti e di possibilità offerte agli scriventi, individuare e selezionare i libri adatti all’umano in equilibrio tra due mondi.

Se è possibile, come si può fare per?

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