Dal 4 al 6 ottobre ho sostato a Reggio Emilia per seguire Di lavoro, leggo. Il workshop, organizzato da NN Editore, mi ha permesso di incontrare persone che, accomunate dalla passione per il libro, si sono dedicate ad esso per imparare a leggere:
- per la valutazione editoriale,
- per la revisione e l’editing e
- per la comunicazione online e offline.
Sono stati tre giorni intensi. Oggi elenco alcune delle cose apprese durante il corso e gli aspetti più affascinanti che mi è parso di cogliere nello studio e nell’esercizio della lettura attenta e consapevole.
Di lavoro, leggo: il valore didattico del saper elencare con criterio secondo NN Editore
Di lavoro, leggo ha fornito una panoramica dettagliata sui lavori interni ed esterni che riguardano un manoscritto ed è stato un approfondimento sui ruoli, sulle mansioni e sulle relazioni che si instaurano tra autore, professionisti dell’editoria e pubblico di riferimento.
Passo per passo gli studenti sono stati istruiti sul corretto approccio di lettura di ogni opera che si presenta sul tavolo dell’editore, dell’editor, del traduttore, dell’addetto stampa e del comunicatore.
In questi tre giorni non è mai venuto a mancare, inoltre, l’equilibrio che, tra lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche, si è instaurato una volta cominciato a spiegare cosa avviene in una casa editrice quando si dà il sì a una pubblicazione.
Quali sono dunque Le cose che restano del percorso formativo strutturato da NN Editore?
La prima cosa che mi è rimasta in mente dopo aver partecipato a Di lavoro, leggo è stato il testo della mail con scaletta delle lezioni e materiali di lavoro allegati. Tra i materiali, un libro da leggere attentamente. È quel leggere attentamente che mi ha incuriosito.
Come si legge attentamente un libro? E, in particolare, un testo che sembrava già pronto per la pubblicazione? Qualcosa mi sfuggiva ed è stato interessante prendere coscienza che, a volte, basta un avverbio per attivare la curiosità e voler partecipare a un workshop sul mondo editoriale.
La seconda cosa che mi è rimasta impressa – oltre al gatto che dormiva sulla fotocopiatrice della reception all’Ostello della Ghiara – è stata la presenza di una nutrita nota bibliografica nella cartellina dei materiali consegnati in aula.
Scorrendo l’elenco, è stato rassicurante trovare libri letti in privato o pubblicamente, come #Luminol e Il manifesto del libero lettore di Alessandro Piperno. Allo stesso tempo, la selezione dei titoli proposti ha composto uno strumento prezioso, utilissimo per orientarsi nel mondo della lettura professionale.
La terza cosa che ho notato è stato l’abbondante utilizzo di metafore tratte dalla letteratura per spiegare cosa si fa quando ci si prepara a scegliere, editare, tradurre e comunicare online e offline un libro.
Tra boccini lasciati andare una volta che tutto è pronto per raggiungere il lettore, canini da cercatori, samba da rassegna stampa e prime regole della comunicazione digitale da non infrangere c’è da perdere la testa. Eppure, nel contesto formativo Di lavoro, leggo sono metafore che, invece di confondere e fuorviare, hanno aiutato a comprendere le dinamiche e gli equilibri che spesso si danno per scontati ma che un professionista della comunicazione editoriale non dimentica, se vuole e prende sul serio il suo ruolo di mediatore informativo volto a tutelare, gestire e garantire le relazioni e la collaborazione tra tutti gli attori (autori, editori, librai, giornalisti, blogger, lettori) che operano nella filiera del libro.
La quarta cosa che mi ha affascinato tantissimo del workshop organizzato da NN Editore sono state le conversazioni a tavola tra insegnanti e corsisti i quali, mescolati fra loro in un pubblico di lettori eterogeneo, hanno conversato e condiviso titoli di lettura, esperienze e informazioni.
Ascoltare i racconti delle traduzioni più belle, di come si può convincere il non lettore ad appassionarsi alle storie su carta o della fiducia che si può instaurare tra un editor e un autore è stato molto educativo e, anche senza vino a pranzo, una gioia. Formazione e convivialità a ciclo continuo. 🙂
Infine, Chiara Trevisan, la lettrice vis a vis. Ha incantato tutti. Riproponendo il libro da leggere attentamente lo ha interpretato in dieci minuti trasmettendo il senso e i contenuti che il testo racconta, con un controllo e un’intensità emotiva che è impossibile descrivere a parole.
Provando comunque a sintetizzare, lo spettacolo messo in scena da Chiara ha colto le sfumature dei sentimenti che spesso sorgono quando si legge un buon libro. Credo che sia stato il momento più delicato e intenso di questi tre giorni di formazione.
Le persone possono deludere e sorprendere e ognuna è diversa l’una dall’altra. Tra le potenzialità dei libri è la loro capacità di mettere in relazione le persone senza giudicarle per quello che sono o non sono. La lettrice vis a vis ha messo in luce questo aspetto del leggere e che dire, si è resa indimenticabile ai miei occhi.
Questi sono alcuni degli aspetti che più mi hanno affascinato in Di lavoro, leggo.
Tra i tanti punti di forza, grandi o piccoli che siano, ho apprezzato molto che sia stata data la possibilità ai corsisti di passare da un modulo all’altro e l’uso del termine cadeau per il pensierino di fine corso (molto più elegante e fine del termine gadget). Il questionario di valutazione del workshop però non era sufficiente per esprimere la necessità di comunicare a mia volta il valore e i criteri didattici recepiti da NN Editore.
Più che utile, in una vasta gamma di corsi dedicati allo scrivere bene, Di lavoro, leggo è stato un corso necessario per coltivare la buona lettura. Parteciparvi è stato un piacere. 🙂
No Comments