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L’arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg: curiosità sui sirfidi

7 Ottobre 2019
L’arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg

L’arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg appartiene a una categoria di libri singolari. Di quelli che scegli di leggere quasi per caso, per esplorare altre forme di romanzo e per variare un po’ dai soliti percorsi narrativi. In tal senso, dopo aver letto Isola di Jacobsen, le edizioni Iperborea sono più che adatte per un lettore in cerca di originalità nei contenuti, nei formati e nelle copertine.

L’arte di collezionare mosche è quindi il libro scelto per rimanere sul singolare e per saperne di più sull’entomologia, su una saga anomala e sul collezionismo.

L’arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg: letteratura, argomenti scientifici e piccole, grandi storie

L’arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg inizia con una citazione tratta da uno scrittore guatelmateco, Augusto Monterroso:

“Ci sono tre argomenti: l’amore, la morte, le mosche. Da quando l’uomo esiste, questo sentimento, questa paura e questa presenza l’hanno accompagnato sempre.
Altri si occupino dei primi due.
Io mi occupo delle mosche, che sono migliori degli uomini, ma non delle donne”.

e procede con una sommaria descrizione sul ruolo di trovarobe teatrale della voce narrante. Voce che subito ammette che tale mansione non è altro che una copertura per celare la sua condizione di entomologo, specializzato in sirfidi, in fuga.

Lo scenario teatrale che funge da attacco del primo libro della trilogia di Sjöberg sparisce presto dalle pagine e il lettore si trova su un’isola svedese, ad ascoltare i pensieri di un uomo che cerca di spiegare perché non prova vergogna per la sua passione per le mosche seppur consapevole della carenza di donne portate a interessarsene.

“Nessuna persona sensata si interessa alle mosche, in ogni caso, nessuna donna. Non ancora, continuo a ripetermi, anche se in fondo sono abbastanza contento che nessuno se ne interessi”.

Il tentativo di fuga della voce narrante si rivela ben presto fallimentare.

Tra divagazioni letterarie, correlate alla trama come L’uomo che amava le isole di Lawrence o Il signore delle mosche di Golding, e vari discorsi scientifici sul corretto riconoscimento e classificazione degli insetti, L’arte di collezionare mosche diventa ben presto una lettura coinvolgente.

Ci si sofferma volentieri, in un qualche punto imprecisato di un arcipelago di isole, a leggere di bottonologia.

“Bottonologia si chiama, la scienza del futile, un termine irriverente ma corretto. L’uomo che amava le isole è essenzialmente questo, un tipico bottonologo. Stila cataloghi. L’idea è che debbano essere completi. Dev’esserci tutto. In questo il bottonologo si distingue dal cartografo.
[…]
Chi disegna carte geografiche non potrà mai inserire tutto nella sua immagine della realtà, che rimane per forza una semplificazione, a prescindere dalla scala scelta. Entrambi cercano di catturare qualcosa e di conservarla. Ma la somiglianza finisce qui”.

L’argomento potrebbe diventare noioso eppure è gradevole ascoltare le chiacchiere di un entomologo che, alla fine, per omaggiare uno dei suoi più illustri e stimati colleghi e per il bene della ricerca scientifica, si arrende all’uso di un’importante innovazione tecnologica sviluppata per la caccia alle mosche e nata agli inizi del Novecento. La trappola è invenzione di René Malaise, il fu massimo esperto di tentredinidi. Uno scienziato e un avventuriero che, per un qualche inspiegabile motivo, decide di non tornare in patria dopo una proficua spedizione durata tre anni.

“Viaggiando in Kamčatka si incontrano persone dai destini più strani, persone sospinte dal vento ai margini della società e costrette a sparire, persone infelici che hanno perso i loro cari nella rivoluzione e nella guerra, e persone che, nonostante tutte le loro vicissitudini, sono riuscite a reggersi in piedi”.

E così L’arte di collezionare mosche fa di Malaise il motore narrativo di tutto il romanzo e un enigma da risolvere.

Un mistero al quale la voce narrante si dedica con la stessa cura, pazienza e dedizione che ci mette nel catturare sirfidi sul ciglio di una strada e nel distinguerle le une dalle altre. Poco importa se, passando, personaggi comuni o non iniziati ai linguaggi della natura vedono nella figura del ricercatore che colleziona mosche un folle o uno strampalato.

La ricerca di Sjöberg procede lo stesso e tra le informazioni raccolte appaiono e scompaiono figure femminili straordinarie e anticonvenzionali. La loro apparizione è però così fugace anche per il lettore che vien da chiedersi cosa c’entrino nella storia individuale dello sfuggente e inafferrabile Malaise.

La trama si mantiene fitta di nozioni e ingarbugliata di emozioni e poi, verso le ultime pagine, compare il senso del romanzo.

Sintetizzando, L’arte di collezionare mosche è una storia d’amore e d’attenzione per le piccole cose e per le sfumature dei sentimenti della natura umana e non solo. Una storia raccontata con uno stile unico e che si rivela tale per come Sjöberg scopre il nome dato a una nuova specie di tentredinidi scoperta da Malaise, trovata tra migliaia di esemplari raccolti in una vita di lavoro e classificata parzialmente.

A questo punto L’arte di collezionare mosche potrebbe essere considerata una storia a sé, conclusa e completa eppure il caso delle opere d’arte scomparse dalla raccolta personale di Malaise lascia perplessi.

“Riaffiorava a poco a poco un ricordo da qualche parte, lento, come un lontano uccelli migratori in quel vuoto improvviso. Una sensazione vaga, una domanda rimossa, un dubbio in qualche modo collegato a quel luogo preciso, e forse un dramma di cui non ricordavo il titolo, ma che parlava della maledizione della povertà, e della fuga”.

Perché rubare dei quadri acquistati ai mercatini dell’usato da un entomologo di fama mondiale? Ma questa è un’altra storia, un’altra fuga

Autore: Fredrik Sjöberg
Titolo: L’arte di collezionare mosche
Titolo originale: Flugfällan
Traduzione: Fulvio Ferrari
Casa editrice: Iperborea
Pubblicazione: ottobre 2018
Pagine: 218
Prezzo di copertina: € 16

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