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Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby: romanzo uguale e diverso

27 Settembre 2019
Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby: trama e percorsi di lettura

Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby è un consiglio di lettura che mi è stato indicato in biblioteca e che ho condiviso nell’ultima newsletter del blog.

Mi aveva colpito il titolo perentorio nel suo realismo e la copertina, con la sua immagine invece ricca di possibilità. La contraddizione mi piaceva e così, l’ho letto.

Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby: trama e percorsi di lettura

In Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby si alternano le voci narranti dell’autrice e del figlio Giorgio, malato di sclerosi multipla primaria e progressiva.

Il libro si apre con una panoramica della Palermo che ha dato i natali all’autrice per raccontare, nel dettaglio, in quali valori e in quale tipo di educazione credeva una famiglia siciliana di estrazione aristocratica.

Il lettore è quindi invitato a far visita e conoscenza di zia Teresa e del suo piede caprino, di Giuliana, la domestica zoppa e straniera, della bizzarra e cleptomane zia Rosina e di tutta una serie di persone singolari alle quali viene naturale affezionarcisi. Per l’educazione impartita dai genitori Agnello, è normale per l’autrice approcciarsi alla diversità adottando, nei comportamenti e nel linguaggio, una delicatezza e un rispetto veramente nobili e sentiti.

“In famiglia usavamo con naturalezza quel genere di espressioni per indicare una forma di ‘diversità’, accennando a un’impossibilità o a una fatica che però non erano sinonimo di inferiorità. Di un cieco si diceva ‘non vede bene’, del claudicante ‘fa fatica a camminare’, dell’obeso ‘è pesante’, dell’invalido ‘gli manca una gamba’, dello sciocco ‘a volte non capisce’, del sordo ‘con lui bisogna parlare ad alta voce’. E si comunicavano soltanto le imperfezioni di cui tener conto nei giochi e nei rapporti sociali”.

Un’impronta educativa che l’autrice di La mennulara e Caffé amaro porta con sé anche a Londra tramandandola ai figli, Giorgio e Nicola i quali, senza porsi tanto il problema della nazionalità, crescono in equilibrio tra la cultura inglese e quella italiana, integrati sia nell’una sia nell’altra.

La famiglia Agnello Hornby si mantiene unita, nel rispetto delle tradizioni, e scorre normale malgrado la paura di Simonetta.

“Nel mio mondo, tutti i disabili sono diversi […] e i diversi fanno tutti parte della nostra normalità, non devono mai essere emarginati. Eppure, non sono mai riuscita a vincere – solo a controllare – la paura delle persone con cui non riesco a comunicare. Me ne vergogno, ma è così”.

Una paura che però le permette di affrontare l’ingresso della sclerosi multipla in famiglia con onore e dignità, per il bene suo, del figlio e nel rispetto del modello educativo in cui è cresciuta.

È vero che Nessuno può volare tuttavia:

“Nella vita c’è più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato, quel di più”.

Un di più che passa attraverso la narrazione di come madre e figlio affrontano la notizia e la progressione della malattia e il cambiamento che avverrà nelle loro vite.

La seconda metà di Nessuno può volare diventa, per Simonetta Agnello Hornby, una raccolta di passeggiate nei dintorni di Londra alla ricerca di segni, monumenti, opere sull’esistenza dei diversi nella società e nella cultura del paese d’adozione o in un sempre maggiore impegno nella scrittura e nelle attività legali a tutela dei diritti dei minori e dei disabili. In parallelo, George sarà alla continua ricerca di soluzioni che gli consentano di mantenersi quanto più possibile autosufficiente nel provvedere a se stesso, dedicarsi alla sua famiglia e spostarsi in città o all’estero. La sua nuova condizione lo porterà a riscoprire in sé un’innata curiosità infantile e a trovare, anche facendo leva su una certa propensione all’ironia, quel di più a cui tutti hanno bisogno vivendo ed esplorando il mondo.

Nessuno può volare è un insieme di percorsi di lettura, di testimonianze, riflessioni e rielaborazioni in cui non mancano i momenti intensi, ricchi di bellezza e gratitudine, di quelli che sembrano suggerire che, in fondo, basta veramente poco per essere felici e sentirsi accolti, diversi e normali insieme. Un poco che però è difficile ottenere spontaneamente perché nel corso della narrazione non vengono omessi i pregiudizi, le contraddizioni e la mancanza di sensibilità ed empatia della società civile nei confronti del diverso né le modalità con le quali l’escluso e l’emarginato utilizza la sua stessa disabilità per prevaricare e sminuire l’altro.

Nessuno può volare è un romanzo documento onesto perché, nel suo ricercare equilibrio e giustizia sociale per tutti distingue in modo chiaro e netto tra brave persone e cattive persone prendendo atto che non tutti gli abili sono cattivi e non tutti i disabili sono buoni. Il giudizio, quando e se serve, viene emesso solo per coloro che peccano in rispetto, empatia e consapevolezza.

In conclusione, Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby è un ottimo consiglio di lettura. Merita tutte le possibilità di inclusione reale e obiettiva che racchiude in sé, a partire da titolo e copertina. È un di più e, non è poco. 🙂

Nessuno può volare di Simonetta Agnello Hornby, Feltrinelli

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