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Musicofilia di Oliver Sacks: storie di connessioni musicali

21 Giugno 2019
Musicofilia di Oliver Sacks: storie di connessioni musicali

Pubblicato nel 2007, Musicofilia di Oliver Sacks prosegue la ricerca e l’indagine delle scoperte e consapevolezze acquisite nel campo delle neuroscienze. Studi avviati con Risvegli nel 1973 e che, nel 1985, hanno attirato l’attenzione di esperti e lettori semplici grazie a L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello.

Per questi motivi, Musicofilia è il libro della settimana e, in quanto raccolta di storie di connessioni musicali, è una lettura complessa ma molto, molto affascinante.

Musicofilia di Oliver Sacks: dettagli e sinfonie narrative in chiave di lettura

Musicofilia si suddivide in quattro parti ricche di informazioni e descrizioni cliniche alternate alle considerazioni e alle intuizioni di Oliver Sacks. Nel complesso le pagine si rivelano fin dall’introduzione accessibili a ogni tipo di lettore, come quando si ascolta un discorso o, una sinfonia. Un discorso, quello di Musicofilia che, a sua volta, si ramifica in tante altre conversazioni che toccano gli argomenti e i casi più disparati.

Prima parte: Tormentati dalla musica

Nella prima parte del libro di Oliver Sacks è stato affascinante scoprire che è possibile avere paura della musica al punto da non poterne controllare gli effetti. In Paura della musica: epilessia musicogena, essa:

“[…] sembra animarsi, gonfiarsi e prendere possesso di lui: ora egli non può più fermare la musica o allontanarsi da essa. […] Nel suo caso, la musica non si limita a provocare le crisi; sembra costituire parte essenziale di queste ultime […] È come se, in quelle occasioni, la musica che innesca il processo venisse essa stessa trasformata diventando dapprima un’esperienza psichica travolgente e poi una crisi epilettica”.

Un effetto estremo che, pensando alla spiegazione che Umberto Eco fa in Apocalittici e integrati su come è cambiato il modo di creare e fruire la musica con la nascita di strumenti sempre più precisi e sofisticati, si collega al tema illustrato in “Tarli”, musica appiccicosa e motivi orecchiabili. Tema che Oliver Sacks chiude con una considerazione sulla quale ci sarebbe molto da riflettere:

“Più che i gusti dell’individuo, le allucinazioni musicali tendono a riflettere quelli di un’epoca”.

Sorge spontanea, a questo punto, una possibile analogia con l’epoca del digitale e delle sue illusioni e/o narrazioni. Un’epoca in cui si è immersi e bombardati da video, immagini, testi e musica al punto tale da non riuscire a discernere il vero dal falso, la realtà di cui facciamo parte e le realtà percepite o costruite da noi stessi e da altri. Come avviene per La musica in testa: immagini mentali e immaginazione, anche con il web non si fa in tempo a filtrare e isolare gli elementi che costituiscono un’epoca al fine di capire, in modo razionale, quali siano le cause di questi effetti sulle persone singole e sulla società in genere per, infine, chiudere il cerchio con una risposta logica, dettata da un’immaginazione cosciente e non indotta o involontaria.

Per quanto riguarda l’immaginazione musicale, Oliver Sacks spiega che:

“Un tipo di immaginazione involontaria è legato all’esposizione intensa e ripetuta a un genere o a un brano musicale particolare”

Seconda parte: Le dimensioni della musicalità

Gli effetti estremi in rapporto alla musica e alla sua esecuzione diventano deleteri perché non si tiene conto dei diversi gradi di sensibilità alla quale la musica si accosta e che, secondo una sua grammatica di base, esprime. Riferimento che Oliver Sacks coglie nella seconda parte di Musicofilia prendendo spunto dal mondo della letteratura e, nello specifico a Nabokov e Henry James.

Scrive, Oliver Sacks, in “Ragione e sentimento” ovvero le dimensioni della musicalità:

“ […] quella che chiamiamo musicalità comprende una gamma estesa di abilità e ricettività: dalle più elementari percezioni del tempo e dell’altezza del suono, ai più elevati aspetti riconducibili all’intelligenza e alla sensibilità musicali; in linea di principio ciascuno di essi è dissociabile dagli altri. In effetti, quanto a musicalità, tutti siamo più forti in certi aspetti e più deboli in altri”.

Musicofilia tiene conto di tutto. In Le cose si dissociano: amusia e disarmonia e in Un suono verde brillante Oliver Sacks racconta, affascinato, di come l’autore di Lezioni di letteratura soffrisse di amusia (incapacità di apprezzare, comprendere ed eseguire la musica) pur avendo il dono della sinestesia, abilità innata che consente ad alcune persone di ricavare, in modo automatico e simultaneo, una percezione unitaria e complessiva attraverso utilizzando sfere sensoriali distinte.

In pratica, Nabokov non aveva alcuna musicalità eppure era in grado di associare ed esprimere la gamma di abilità e ricettività della musicalità facendo uso della sinestesia che, in letteratura, è una figura retorica.

Per quanto riguarda l’autore di Ritratto di signora, Oliver Sacks non nasconde la sua perplessità nel non essere riuscito a trovare, nel romanziere e fine psicologo, alcun riferimento alla musica. Questo mi ha sorpreso perché ripensando al romanzo di Henry James, mi è parso di cogliere il riferimento mancante nella scena in cui Isabel e Madame Merle si incontrano e che avviene attraverso il suono di un pianoforte. Chissà per quale motivo Henry James omette la musicalità di cui parla Oliver Sacks.

Musicofilia, Oliver Sacks, Adelphi

Terza parte: Memoria, movimento e musica

Persi nella lettura di Musicofilia e delle sue narrazioni, non ci si rende conto che nel Qui e ora: musica e amnesia e che apre la terza parte del libro.

Ci si lascia coinvolgere dalla storia di Clive e Deborah, descritti da Oliver Sacks come musicisti di talento e persone equamente ricche di musicalità. Non ci si ricorda delle dinamiche che si delineano nella spiegazione delle tipologie di memoria inserite in questo e nei paragrafi successivi però, quello che rimane impresso, è la narrazione di queste due vite prima e dopo la malattia e di cosa, in realtà, le tiene unite.

La coppia resiste all’amnesia totale di lui, impossibilitato a ricordare il passato e a immaginare il futuro, grazie a un filo invisibile che ha origine nella memoria musicale ed emozionale, condivisa da entrambi, e durante l’esecuzione e la riproduzione di melodie studiate e di cui hanno fatto esperienza in passato. Come questo avvenga e in che modo fissare tali memorie in un programma a scopo terapeutico è, in Musicofilia, ancora da scoprire e indagare.

La storia di Clive e Deborah apre una porta su una dimensione inesplorata e ricca di incognite che ha a che fare con la nascita della Musicoterapia e introduce all’ultima parte di Musicofilia.

Quarta parte: Emozione, identità e musica.

Sezione che si chiude con Una specie ipermusicale: la sindrome di Williams e che Oliver Sacks accosta, seppure a distanza di circa 200 pagine, a Duemila opere: i savants musicali raccontati nella seconda parte del libro per illustrarne le differenze:

“I talenti musicali delle persone con sindrome di Williams differiscono da quelli dei savants musicali perché spesso questi ultimi non solo sembrano emergere perfettamente formati ma paiono anche avere un qualcosa di meccanico e necessitare di scarso rinforzo attraverso l’apprendimento e l’esercizio, essendo in larga misura indipendenti dall’influenza altrui. Nei bambini con sindrome di Williams, invece, esiste sempre un forte desiderio di suonare insieme agli altri e per gli altri”.

Sono casi agli antipodi e vien da chiedersi se, osservando i modi scelti per relazionarsi tra loro e con la musica, non possano fornire una chiave di lettura e di comprensione di tutto ciò che sta e passa nel mezzo ovvero, le persone normali, comuni e/o mediamente sensibili e intelligenti.

Musicofilia è una lettura affascinante perché Oliver Sacks, con lo stile umano e professionale che lo ha contraddistinto e del quale si mantiene memoria grazie ai suoi libri, narra il lavoro di una vita e si impegna ad impedire che:

“la semplice arte dell’osservazione possa andare perduta, la descrizione clinica divenga superficiale e la ricchezza del contesto umano finisca per essere ignorata”.

In questo senso, Musicofilia racconta l’umanità, in tutte le sue connessioni psicologiche ed emozionali e nei suoi quesiti o convinzioni esistenziali, lasciando intendere come la musica possa lasciar intravedere una nota di speranza che risuoni nel o dal silenzio di un’indifferenza apparente.

Autore: Oliver Sacks
Titolo: Musicofilia Racconti sulla musica e il cervello
Titolo originale: Musicophilia Tales of Music and the Brain
Traduzione: Isabella Blum
Casa editrice: Adelphi Edizioni
Pubblicazione: 2010
Pagine: 483
Prezzo di copertina: € 15

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