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Nota bibliografica: quando e perché è importante per il lettore

13 Maggio 2019
Nota bibliografica: quando e perché è importante per il lettore

La nota bibliografica è una semplice lista che raccoglie le fonti di riferimento che hanno consentito alla realizzazione di un saggio o di un testo professionale.

In varie letture ho però notato che questo dettaglio tende ad essere trascurato per essere lasciato in secondo piano, come se fosse un elemento superfluo e del quale si può fare a meno.

È che la nota bibliografica, in realtà, è importante per il lettore interessato ad approfondire un argomento tanto quanto una citazione efficace riesce a coinvolgere ed emozionare.

Quando è bene prendersi cura di una nota bibliografica e perché è così importante per il lettore al quale il libro si rivolge?

La nota bibliografica è una forma di rispetto per il tempo del lettore

In biblioteconomia, la prima legge di Ranganathan dice:

“I libri sono fatti per essere usati”.

In quanto sono strumenti intellettuali con i quali è possibile avere accesso al quel campo che costituisce lo scibile umano al quale il lettore è interessato per:

  • liberarsi da uno stato d’ignoranza;
  • esercitare memoria, immaginazione, spirito critico;
  • formarsi, aggiornarsi, specializzarsi;
  • svagarsi, emozionarsi, fantasticare;
  • trascorrere il tempo unendo l’utile al dilettevole, sostando o percorrendo varie prospettive di pensiero.

Tutte queste dinamiche possono condensarsi ed essere attivate, per tradizione, da un libro. In quest’ottica, la seconda e la terza legge di Ranganathan sono illuminanti per dono della sintesi e ampiezza di visione del valore umano e umanistico della lettura e della letteratura:

“A ogni lettore il suo libro”

“A ogni libro il suo lettore”

A tener conto solo delle prime tre leggi, la nota bibliografica non sembra inserirsi tra gli aspetti da ritenersi importanti per il lettore. La quarta legge di Ranganathan però, dice:

“Risparmia tempo al lettore”

In che senso?

Nel senso del romanzo e della narrativa in generale, una nota bibliografica non è obbligatoria perché si presume che il lettore abbia le conoscenze sufficienti per cogliere il senso, intenzioni della storia creata da uno scrittore autorevole per formazione culturale e che, tramite la voce narrante che lo caratterizza, si assume il compito di mediare tra immaginazione e fantasia, realtà e finzione senza peraltro imporsi sul mondo interiore del lettore al quale si rivolge e dandogli l’opportunità a trascorrere il suo tempo come meglio crede, in compagnia di un buon libro.

Nel senso dei saggi e dei libri professionali, il discorso cambia. La nota bibliografica è importante perché indica le fonti di approfondimento consultate dall’autore il quale, facendosi mediatore e interprete di un determinato spaccato culturale, indirizza il lettore su altri trattati e gli fornisce gli strumenti per poter verificare in prima persona quanto è stato indagato e spiegato nel libro in esame.

Più la nota bibliografica è precisa e dettagliata e maggiore sarà l’autorevolezza di chi, attraverso il testo realizzato, si pone nel ruolo di insegnante, formatore o divulgatore culturale.

In caso contrario, un manuale privo di nota bibliografica può essere percepito come incompleto e autoreferenziale, con il rischio di far perdere tempo (e denaro) al lettore.

Una nota bibliografica è, in parole poverissime, una forma di rispetto verso chi legge quei libri legati alla cultura del fare e che si pone l’obiettivo di colmare una lacuna percepita ma non ancora definita. In tal senso, l’autore si rende utile assumendosi il compito e la responsabilità di mostrare, spiegare e favorire l’apprendimento attraverso un percorso didattico strutturato con ordine (indice) precisione (citazioni a favore dell’argomento trattato) e nel rispetto della tradizione di genere (nota bibliografica).

Un testo professionale o un saggio provvisto di un buon indice e di un’architettura tematica elegante ma privo di una nota bibliografica dalla quale trarre altre edificanti letture ad esso correlate è come costruire una casa senza fondamenta.

Un libro è come una micro biblioteca attraverso la quale il lettore si immerge e si orienta per trarre da esso ciò di cui ha bisogno.
Un lettore è l’insieme delle conoscenze che acquisisce una lettura dopo l’altra.
La biblioteconomia è la scienza che ordina e classifica i saperi e la bibliografia è la scienza che si occupa di abbracciare e indagare tutto lo scibile umano per comprendere e coltivare la cultura umanistica e il suo andamento nel tempo.

Non a caso la quinta legge di Ranganathan recita:

“Una biblioteca è un organismo che cresce”.

Avviso: assieme alle considerazioni sulla lettura riguardanti modalità di approccio, memoria e piacevolezza questo è l’ultimo post riflessione pubblico e condiviso sul blog. I prossimi contenuti li troverai, se desideri approfondire, su LiberSe. 🙂

Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay

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