Il tempo ritrovato è una piccola libreria di Milano che, più che un negozio di libri, pare una boutique in cui è possibile trovare vere e proprie chicche di lettura.
Per chicche di lettura intendo quei libri che contengono risposte inedite e originali a domande che appaiono banali e scontate.
Domande scontate, risposte preziose. Quale sarà la somma di questi due fattori, uno raccontato da Bulgakov ne Le vie di diffusione del libro e l’altro spiegato da Feltrinelli in Cos’è un editore?
Chicche di lettura: le vie di diffusione del libro e cos’è un editore secondo Bulgakov e Feltrinelli
Le chicche di lettura di questa settimana sono realizzate dalle Edizioni Henry Beyle.
Nella forma sono testi che, per come sono stati prodotti, presentano caratteristiche un po’ vintage. Questo li rende particolarmente accattivanti per i bibliofili. Per leggerli, ad esempio, è necessario separare le pagine utilizzando il tagliacarte, proprio come si faceva tanto tempo fa. 🙂
Per quanto riguarda i contenuti:
- Le vie di diffusione del libro di Michail Bulgakov
È la prima chicca di lettura ed è un racconto che sa far di conto con spietato realismo e affilata ironia.
Inizia in una libreria vuota, popolata da commessi sonnecchianti che si attivano non appena entra in scena un cliente desideroso di comprare alcune somme opere della grande Letteratura. In preda all’emozione, i commessi si scapicollano da una parte all’altra del negozio per soddisfare il cliente ma si dimenticano di chiedergli perché desideri determinati titoli e dando per scontato che di aver a che fare con un certo tipo di lettore. Se si fossero soffermati sul linguaggio del loro interlocutore si sarebbero resi conto che gli intenti di diffusione del libro erano diversi da quelli che immaginavano.
Il finale di questo brevissimo racconto di Bulgakov dipinge un sorriso amaro in chi legge.
Un sorriso perché le dinamiche del racconto funzionano, per coerenza e logicità. Amaro perché ci si rende conto che non tutti vedono il libro come uno strumento per apprendere, sintetizzare e comprendere concetti più o meno universali o un mezzo per spendere il tempo in piacevoli letture.
Ci sarà sempre qualcuno che utilizzerà i libri per soddisfare necessità più pratiche e concrete concedendosi, come unico intrattenimento, di attuare le logiche di un’intelligenza pratica al fine di irridere il limite o i limiti di una cultura servile e nozionistica. Tutto sommato, questo è il modo più efficace per far uso dell’intelletto e non richiede, da ambo le parti, la fatica di comprendere ciò di cui si sta parlando.
Il discorso sulla necessità di un libro, da distinguere con l’idea che si ha della sua utilità, diventa più chiaro nelle considerazioni riportate in:
- Cos’è un editore di Giangiacomo Feltrinelli
Secondo le riflessioni messe per iscritto in questa seconda chicca di lettura, un libro è necessario e quindi destinato a essere divulgato in quanto tale perché veicola un messaggio molto più profondo di quanto appaia a una prima lettura e che acquisisce senso e valore appena viene correttamente decodificato.
Un libro di senso e di valore è la rappresentazione quanto più vicina al vero dell’essere umano che, condensata e raccontata da un individuo in veste di autore, viene riconosciuta come necessaria per l’editore il quale, a sua volta e seguendo un circolo idealmente virtuoso, saprà trovare il modo di presentare e divulgare un testo destinato al lettore interessato a comprendere meglio sé stesso, l’umanità nella sua complessità o i personaggi con i quali si relaziona.
Per Giangiacomo Feltrinelli, risulta difficile definire l’editore il quale, secondo una visione che segue la logica parmenidea, è e non è un imprenditore:
“Il termine ‘fortuna’ acquista un significato non più soltanto economico ma più sottile, sottile e ambiguo, non molto metaforicamente, ‘politico’. Lasciamo perdere, dunque, l’editoria fortunata a livello di business […]”
Dicendo poi che:
“Sarà un difetto, sarà un vizio: ma anche se auspico la fortuna economica della mia casa editrice, non posso fare a meno di ricordare che essa è nata soprattutto da un miraggio, no: da un’intenzione, addirittura da un bisogno e da un desiderio che esitò a definire culturali soltanto perché la parola cultura, Cultura, Culture, mi appare gigantesca, enorme, degna di non essere scomodato di continuo”.
La menzione di Feltrinelli al libro di Marshall McLuhan, Il medium è il massaggio, in luce di questi due esigui trafiletti riportati inducono a soffermarsi a pensare non solo sull’uso delle parole che creano storie ma come le stesse parole assumono significati diversi a seconda di come si presenta un libro o di come ci si approccia alla lettura.
Compito dell’editore, forse, è anche riconoscere quando i libri sono pronti per essere divulgati perché necessari e non solo fruibili. In tal senso, secondo te, qual è il compito del libraio tradizionale e qual è il compito di un blogger che ancora crede nei libri in quanto contenitori e veicoli di vere e proprie chicche di lettura?
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