Tra gli artisti d’avanguardia, facevo fatica a comprendere la ricerca e gli studi di Wassily Kandinsky ma, pur non capendo l’astrattismo, i suoi quadri sono tra i miei prediletti.
Aprivo spesso i libri di storia dell’arte per contemplarli. Per questo, per comprendere un po’ di più il pensiero dell’artista, ho scelto Lo spirituale nell’arte come libro della settimana.
Sulla base di quale principio è un libro da leggere?
Lo spirituale nell’arte di Wassily Kandinsky e il principio della necessità interiore
Basterebbe così poco per determinare ciò che Lo spirituale nell’arte di Wassily Kandinsky chiama il principio della necessità interiore. Eppure, non è così.
Scritto nel 1910, la profezia del precursore della pittura astratta è ancora rivolta a un futuro da compiersi. Forse, va bene così. Fa ben sperare che non sia venuta meno la tensione verso l’alto illustrata nell’introduzione al libro:
“Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo, e spesso è madre dei nostri sentimenti”.
E si chiede in che modo l’arte può far emergere l’essenza dell’artista attraverso la materia, rappresentata attraverso l’opera d’arte.
Kandinsky immagina una nuova epoca, più spirituale e in grado di trovare delle soluzioni espressive, per affrancarsi dalla concezione materialistica della realtà.
Gli avvenimenti storici successivi a Lo spirituale nell’arte e l’andamento presente sembrano però smentire il movimento descritto nel secondo capitolo. Un movimento che si colloca in una struttura geometrica precisa, per simbolizzare l’inclinazione dell’anima a muoversi verso l’alto. I maggiori interpreti di questo movimento – artisti, gli intellettuali, gli scienziati – si radunano al vertice di un triangolo seguendo un rapporto che va da uno a molti.
Sono individui che si distinguono dalla massa per le loro attività volte a fissare ciò che si è appreso, a mettere in discussione scoperte ormai già passate di moda e a cercare di superare i limiti della conoscenza umana, sensibile e intellettiva.
Questo movimento verte verso la svolta spirituale di un’epoca che, secondo Kandinsky, è prossima a compiersi. L’autore menziona, tra i pochi, coloro che hanno fatto qualche tentativo per accelerare un profondo bisogno di cambiamento alimentato dal principio di necessità interiore.
La svolta spiegata in un libro scritto più di un secolo fa non è esteriore ma interiore. L’esteriorità è solo una conseguenza del movimento messo in atto da artisti che si sono rivolti verso sé stessi che, come scrittori, hanno estratto l’ispirazione invece di coglierla dagli elementi naturali circostanti.
“Chi approfondisce i segreti tesori interiori della sua arte collabora ammirevolmente a costruire la piramide spirituale che giungerà al cielo.”
La pittura, la musica, la letteratura vengono presentati come aspetti espressivi dell’arte in grado di comunicare la ricerca individuale ed estremamente personale della spiritualità e della bellezza collettiva.
Lo spirituale nell’arte non individua una regola universale e incontrovertibile ma ha il pregio, inestimabile, di aiutare il lettore a seguire il movimento degli artisti e delle opere d’avanguardia. A dargli gli strumenti per apprenderne i perché e farne esperienza sensibile.
È sufficiente immergersi nei capitoli dedicati agli effetti del colore, delle forme e del loro linguaggio per arrivare a una bozza di teoria degli studi compiuti da Wassily Kandinsky. Una teoria che, in pratica, consente di aprire una finestra su ciò che si predilige anche se, nel momento della sua scoperta, non è stato compreso.
Assieme a opere di artisti diversi per ricerche, soluzioni, carattere e personalità come Mucha, Rodin, Michelangelo o Picasso, le opere di Kandinsky sanno come farsi ricordare perché rievocano e fanno rivivere in che modo la bellezza interiore si esprime attraverso la bellezza o la bruttezza esteriore.
Risuonano come sempre nuove, innovative ed essenziali ed è curioso come ciò che è stato riportato su tela abbia un effetto non solo visivo ma anche uditivo. Lo spirituale nell’arte spiega in che modo avviene questo effetto ma è anche conscio che l’impressione è soggettiva e non tutti la colgono e la conservano allo stesso modo perché ogni individuo è diverso anche per sensibilità.
Anche solo leggere Lo spirituale nell’arte può generare impressioni e sensazioni diverse in base alla sensibilità di chi legge e possono anche essere influenzate dalle aspettative che se ne hanno. Personalmente, mi aspettavo qualcosa di ermetico e difficoltoso, incomprensibile anche. E, invece, mi ha dato una gioia infinita scorrere questa raccolta di pensieri ed esperienze conscia di tutti i suoi limiti.
Nella prefazione alla prima edizione de Lo spirituale nell’arte, scrive l’autore:
“Volevo scrivere su questo tema un libro più ampio, compiendo molti esperimenti nel campo della sensibilità. Preso da altri lavori, anche importanti, ho dovuto rinunciare per il momento al progetto originario. Forse non riuscirò mai a realizzarlo.
Qualcun altro ci riuscirà, e lo farà meglio, perché così è necessario che sia. Io sono costretto a limitarmi a poche note, accontentandomi di accennare questo grande problema. Mi riterrò fortunato se il mio accenno non si perderà nel vuoto”.
Ho scelto di spostare alla fine ciò che ne libro è posto all’inizio. Così Lo spirituale nell’arte ha maggiori probabilità di continuare ad essere letto.
Avrò fatto bene?
Autore: Wassily Kandinsky
Titolo: Lo spirituale nell’arte
Titolo originale: Über das Geistige in der Kunst, Insbesondere in der Malerei
Traduzione: Elena Pontiggia
Casa editrice: SE
Pubblicazione: marzo 2015
Pagine: 168
Prezzo di copertina: € 19
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