I libri da spedire de L’Orma Editore sono delle piccole chicche dell’editoria confezionate ad arte. Quest’anno ho colto l’opportunità di iniziare a collezionare le lettere d’autore che raccolgono e ho cominciato con le lettere di libertà e determinazione di Charlotte Brontë.
Vieni a scoprire cosa c’è scritto?
Libri da spedire: il lascito di Charlotte Brontë
Dei romanzi delle sorelle Brontë ho apprezzato Cime tempestose, accolto Agnes Grey, adorato Jane Eyre. Per questo, memore della trama e delle sfaccettature della personalità di Jane, curiosare tra le lettere di Charlotte Brontë è stato un modo come un altro per trovare qualcosa di più su ciò che aveva infuso nel libro che tanto mi aveva affascinato in passato.
Ma la vita è una battaglia è il titolo dato alle missive dedicate alla libertà e alla determinazione. Le lettere rivelano una romanziera che, per fortuna e pur continuando a dedicarsi a più consone occupazioni femminili, non si è lasciata intimidire dalle considerazioni di Robert Southey il quale scrisse che:
“La letteratura non può essere la prima occupazione della vita di una donna, ed è giusto che non lo sia”.
Tra le epistole di Charlotte Brontë, le più interessanti riguardano:
- come presentarsi a una casa editrice
- come gestire le critiche e il successo delle pubblicazioni approvate e le relazioni con altri grandi autori e autrici del tempo e
- il rapporto tra donna e letteratura.
Accorta nel raccogliere tutte le informazioni necessarie per far sì che il suo romanzo e quello delle sorelle incontrassero il gusto di editori e lettori del tempo, l’utilizzo dello pseudonimo maschile risulta essere il solo modo per promuoverli come opere letterarie e non come passatempi o storielle da donne. Un piccolo inganno a fin di bene che ha consentito alle sorelle Brontë di dedicarsi loro lavoro artistico e intellettuale in completa libertà evitando anche che venisse sminuito da pregiudizi misogini.
Malgrado il successo di pubblico e la stima sincera di autori come Thackeray, Charlotte mantiene i piedi ben piantati a terra. Non si lascia incantare dalle velleità e dalle ipocrisie che fanno mostra di sé nei salotti letterari di Londra e, in certi frangenti, è interessante anche scoprire lo sconcerto di letterati e artisti nel sentire da una romanziera di provincia esprimere un pensiero contrario a quello comune.
“Va di moda entusiasmarsi per la sua splendida recitazione, eppure non saprei immaginare niente di più falso, costruito e meno autenticamente commovente del suo stile”.
Le riflessioni della Brontë hanno un tono di voce fermo e ponderato, spesso malinconico. Le emozioni sono espresse in modo intenso e non viene celata l’intensità dei dolori che hanno costellato il corso della sua vita.
L’animo di Charlotte si mantiene saldo in un libro da spedire perché, in ogni lettera, non smette mai di seguire le sue passioni difendendo il diritto della donna a fare letteratura in quanto essere umano provvisto di talento e consapevole delle sue capacità.
“Comunque sia, mentre scrivo non posso sempre pensare a me in quanto donna, a ciò che è ritenuto adeguato alla femminilità per quanto concerne fascino ed eleganza. Non è in questi termini né a queste condizioni che ho iniziato a scrivere, e se questa fosse l’unica via per far accettare la mia scrittura non esiterei ad allontanarmi dal pubblico senza disturbare oltre.
Vengo dall’oscurità e a essa posso facilmente ritornare”.
Le lettere di Charlotte Brontë conservano e tramandano un intelletto critico e uno spirito combattivo che, racchiuse in un corpo femminile che non ha mai abbandonato i luoghi e i principi ai quali è stata educata, ne fanno una figura libera e decisamente intraprendente per il tempo e la società in cui è vissuta.
Se in passato mi aveva affascinato il personaggio di Jane Eyre perché in lei convivevano forza e fragilità, caparbietà e intraprendenza adesso, leggendo queste lettere, il romanzo assume ancora più valore perché il personaggio e la persona si fondono in una voce che è stata reale e autentica. Una voce che fa sì che l’augurio dell’autrice venga inserito in un libro da spedire e da ricevere, per chi è disposto ad ascoltare e a farsi ispirare.
“Ma la vita è una battaglia. Che si possa tutti combatterla al meglio” – lettera a Ellen Nussey, 24 settembre 1849
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