L’immaginazione segue o precede la fantasia? Nel senso, sul piano della creatività, in che modo queste dinamiche si incontrano e diventano più che complementari ma una cosa sola, definita e inattaccabile?
Tempo fa scrissi un post sulla creatività e la fantasia che mi è tornato in mente proprio in questi giorni e, visto che scrivere mi aiuta a pensare, sono andata in cerca di risposte.
Immaginazione e fantasia: un passetto indietro per capire da dove partono
Per capire il ruolo dell’immaginazione, come ti ho già accennato nella premessa di questo post, ho fatto un passetto indietro per rileggermi Creatività e fantasia: complementari ma non uguali. In ciò che ho scritto mi sono resa conto che manca qualcosa, l’immaginazione. Non l’ho proprio menzionata perché in quel momento ero stufa di sentirne parlare in ogni contesto, situazione e citazione, con tutti i dibattiti, le aspettative (e le polemiche) che ruotano attorno ad essa. Insomma, il fascino indiscusso e indiscutibile dell’immaginazione mi metteva ansia e l’ho bellamente evitata.
Ora è tornata a bussare alla porta del pensiero, mi sa che ci vuole più di qualche virgola per tenerla a bada e fa troppo caldo per seguire un ordine logico quindi, vado di fantasia.
La fantasia, a parole mie, è qualcosa di incontrollato e incontrollabile. È come un colpo di fulmine, non sai mai quando spicca il volo e l’unico modo per individuarla è lasciarle fare un po’ quel che le pare. Può stare in un libro che leggi, nel volo di una farfalla gialla, ti può condurre in luoghi in cui non sei mai stato o, cosa ancora più buffa, in cui non avevi mai pensato di andare perché non fanno parte della sfera dei tuoi interessi.
La fantasia è così, capricciosa e volubile e, nella maggioranza dei casi, è fatta di fiammate che si esauriscono in un nulla di fatto o in una secchiata d’acqua ghiacciata in testa. La secchiata d’acqua può essere metafora dell’incontro con la realtà o un espediente per sfuggire alla calura agostana.
Insomma, la fantasia è ciò che di solito non è verosimile, né realizzabile ma è ottima materia prima per creare qualcosa di concreto. L’immaginazione è il suo strumento. Ricordando le ore di laboratorio all’istituto d’arte, fantastico nel visualizzare l’immaginazione come un tiralinee con il quale si possono tracciare linee più o meno spesse che uniscono uno o più punti.
L’immaginazione si può coordinare ma è complicatissima da usare e, non ti permette di barare. Fare i contorni con il tiralinee era un incubo, che pazienza per:
- diluire la tempera al punto giusto, inserire tra i due beccucci la giusta quantità di inchiostro,
- pulire l’eccedenza,
- posizionare lo strumento sul foglio e fare attenzione all’impugnatura, al percorso tracciato a matita, al delirium tremens della mano nei punti più critici e meno fluidi, all’ansia.
Pazienza che si acquisisce nel tempo e con l’esperienza progettando con fantasia e nelle modalità proposte dall’immaginazione. Combinazioni che, nel dettaglio, sembrano mostrare come funziona la creatività intesa come processo in grado di unire i puntini.
Fantasia e immaginazione: due facce della stessa medaglia
Insomma, la creatività è una sorta di maestro della coordinazione e dell’organizzazione e se ha ben chiaro il progetto ha pure l’onere di mettere in collaborazione la capricciosa fantasia con uno dei come proposti dell’immaginazione.
La fantasia e l’immaginazione, in una metafora, sono le due facce di una stessa medaglia e per comporre ci sono tanti altri aspetti che passano inosservati ma ci sono e sono importanti.
Sono aspetti che si possono muovere a comando? Difficile ma, non impossibile e, se è possibile, bisogna avere il coraggio di fare un passo indietro e ricalibrare i passaggi da percorrere per usare l’immaginazione tiralinee. Uno strumento insulso a vedersi ma attraverso il quale si può cogliere l’opportunità per acquisire coscienza del perché l’inchiostro deve avere una determinata densità, perché è importante attingere una determinata quantità, perché eliminare la parte in eccesso, perché lo strumento va utilizzato in un certo modo e perché bisogna mantenersi saldi nei punti più critici.
Fantasia, immaginazione, creatività, esperienza acquisita e competenze raggiunte, coltivazione dello spirito critico attraverso le domande sul come fare ogni cosa sono elementi non arrivano prima o dopo una creazione ma, durante. Non si mettono in moto a comando e in due minuti come quando ci si interroga su cosa vuol dire scrivere su commissione così come non si può pretendere un prodotto/contenuto perfetto perché si fa confusione tra telepatia ed empatia.
Il piacere più grande, il sogno si realizza quando tutte queste cose fantastiche si attivano in sincronia e in equilibrio con le informazioni/stimoli esterni che si ricevono guidando l’immaginazione verso un’idea e trovando la risposta ai vari perché nel riconoscimento del valore di tutto il lavoro (fantasioso, immaginario, cognitivo) che ci sta dietro.
Prima la fantasia o l’immaginazione? Domanda con tante risposte. Come trovare queste risposte? Prova a fare un gioco:
Fantastica su cosa vuoi diventare da grande (a me piacerebbe diventare una casa editrice o collaborare con esse per promuovere libri e autori) immagina con quali strumenti puoi valutare se e come realizzare tale fantasia (come sperimento io, ad esempio, con questo blog) fai delle scelte per unire i puntini (dove vuoi arrivare) ascolta tutti i tuoi perché e individua tutti i segnali/stimoli esterni utili all’orientamento.
Che cosa vedi? Se non te la senti di dirmelo nei commenti crealo, potresti aver trovato la chiave di lettura per essere originale. 🙂
A proposito, per approfondire l’argomento o per fare un po’ di pratica c’è il laboratorio 13. Lo trovi su Facebook, è un gruppo per copywriter e appassionati della scrittura creativa e professionale ideato e moderato da Federica Segalini, con tanto di indice di tutti i laboratori a disposizione.
Che scrivere, ancora? Buona ispirazione! 🙂
Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay
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