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In volo sopra il mare di Ivo Andrić: l’altro lato della letteratura di viaggio

13 Luglio 2018
In volo sopra il mare di Ivo Andrić: l'altro lato della letteratura di viaggio

In volo sopra il mare e altre storie di viaggio di Ivo Andrić è il libro da leggere di questa settimana e al quale sono stata indirizzata chiedendo l’aiuto dai social.

Accanto a In volo sopra il mare, infatti, avevo condiviso la foto di altri due romanzi completamente diversi fra loro e non sapevo quale cominciare per primo. Verranno letti e ve ne parlerò a tempo debito ma ora, ora è il momento di staccare un po’ e planare sull’altro lato della letteratura di viaggio illustrata dalla bella voce narrativa di Andrić.

Partiamo?

In volo sopra il mare e altre storie di viaggio di Ivo Andrić: prefazione, racconti, stati d’animo

Partendo dalla prefazione di In volo sopra il mare e altre storie di viaggio di Ivo Andrić, Božidar Stanišić, fa un’importante distinzione tra la letteratura di viaggio tradizionale e quella raccolta nel libro tradotto e pubblicato dalla Bottega Errante Edizioni mettendo il lettore nelle condizioni di rendersi consapevole di quello che troverà.

“Si trova quello che ai figli del ventunesimo secolo interessa sempre meno. Si trovano quel fermarsi e immergersi nel pensiero e riflettere non soltanto su quel che si è visto da fuori ma anche vissuto da dentro. E quell’intuire se stessi e quel tentare di definire sé e le proprie verità e illusioni che si portano nella valigia, sui volti, sulle cose, sui fenomeni”.

Ciò che è importante ne In viaggio sopra il mare di Ivo Andrić non è sapere cosa vedere e dove andare ma come vengono percepiti e sentiti i luoghi dal narratore che veste i panni del viaggiatore che, per paradosso, non ama viaggiare ma ne comprende il valore e la responsabilità che questa azione comporta.

“Visito paesi e città. Non lascio nessun luogo con dispiacere, da nessuna parte mi attende la gioia. Ma pare che io debba viaggiare così fino alla fine della mia vita, per vedere, e perché si veda e si sappia come sono stato e come ho voluto essere, che la gente si stupisce e scuote la testa, e dell’esempio altrui impara che cosa bisogna fare e cosa no, come vivere e come no”.

I racconti fissano degli stati d’animo che si aprono e si mostrano al lettore con delicatezza, precisione e semplicità.

Lucido ma non cinico, emozionale ma non sentimentale, malinconico ma non tormentato, i racconti di Ivo Andrić sono proprio come Stanišić li presenta e li descrive o, forse, come li ho percepiti e vissuti io in corso di lettura.

Le storie di viaggio di Ivo Andrić si distribuiscono in cinque parti:

  1. Onda e ala
  2. Risvegli, altrove
  3. Una tela dei tempi
  4. Silenzi, ombre e luci
  5. Segni

Da queste parti estraggo i racconti per i quali ho avuto la sensazione di provare una convergenza di stati d’animo come le paginette che danno il titolo alla raccolta, In volo sopra il mare perché sembra trovare la risoluzione del conflitto tra bisogno e desiderio, tra loro antitetici.

Indirettamente o, per utilizzare una parola adottata da Ivo Andrić, simbolicamente il desiderio di libertà e il bisogno di umanità trovano un modo di essere, insieme:

“L’onda tramuta in ala. Diventiamo incorporei e felici. Voliamo”.

In Risvegli, altrove ci si sente nel pieno del viaggio e in luoghi diversi, tra loro opposti per territorio, cultura, percezioni e suggestioni. Scegliere un racconto tra sei selezionati per questa parte si fa difficile. Li vorresti abbracciare tutti alla stessa maniera e con la stessa intensità ed è in base a questa sensazione complessiva che Portogallo, terra verde pare il racconto più adeguato e dal quale, a mia volta, ho tratto questa citazione.

Citazione In volo sopra il mare e altre storie di viaggio di Ivo Andric

In Una tela dei tempi dopo Attraversando l’Austria (un viaggio dal sapore amaro e deluso) Ivo Andrić siede Nella casa natale di Chopin e, per un attimo, si prova un momento di pace collettiva.

Una tregua al continuo vociare, gridare, pretendere e prevaricare degli individui separati che hanno l’opportunità, grazie alla musica, di ascoltare e di ascoltarsi all’unisono. Per descrivere la maestria con cui Ivo Andric rende questo concetto attraverso la scrittura il lettore può aiutarsi richiamando un’immagine, quella del compositore che suona per il tedesco in una stanza chiusa e spoglia mentre fuori imperversa la guerra. Se non ricordo male, la scena richiamata proviene da Il pianista di Roman Polański.

Scivola via l’attenzione per planare sulla contemplazione in Silenzi, ombre e luci. Leggo i racconti e sono chiari, precisi, ricchi come i precedenti ma si imprimono a frammenti che si collegano solo facendo ancora leva sulla memoria de Il ponte sulla Drina, tra moti dell’animo e immobilismo temporale e cercando di focalizzarmi su un passo de Sulla pietra, a Počitelj:

“Non c’è un segno, non un numero, né una voce. Non si chiama affatto, non è segnata da nulla e non annota in nessun luogo ciò che indica questo attimo sulla pietra, tra le pietre, sotto il sole allo zenit. Il giorno non ha nome, il tempo non ha misura, il mondo ha perso i confini. In equilibrio perfetto riposano i piatti della bilancia dell’esistenza e dell’assenza”.

Infine Segni raccoglie ciò che è rimasto al di fuori dei racconti de In volo sopra il mare ma del quale ne fanno parte. Al lettore non resta altro che scorrerli e, se possibile, raccoglierli o lasciarli, per tornare ad essi, sull’altro lato della letteratura di viaggio.

Autore: Ivo Andrić
Titolo: In volo sopra il mare e altre storie di viaggio
Traduzione: Elisa Copetti
Collana: Estensioni, voci dall’Est Europa
Casa Editrice: Bottega Errante Edizioni
Pagine: 248
Prezzo di copertina: € 16

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