Gli appassionati lettori trascorrono la maggior parte del tempo a interrogarsi su quale sarà il prossimo libro da leggere, gli editori su quali titoli e autori puntare di più per soddisfare i loro lettori e i librai ad aggiornarsi per proporre la storia più avvincente o convincente.
Si tratta di un continuo gioco di domande e risposte per alimentare e tener vivo il bisogno o il desiderio di instaurare un dialogo che vada al di là del semplice intrattenimento dove tutti, in un modo o nell’altro, ne escono arricchiti o ispirati.
Selezionare, consigliare e leggere i libri richiede tempo e riflessione, cose che con i moderni mezzi di comunicazione non è semplice da mettere in atto ma che è possibile se, come è accaduto al convegno di apertura de La notte dei lettori, ci si domanda:
“Cara lettura, come stai?”
Cara lettura, come stai? Si dia inizio al dialogo de La notte dei lettori
Ripensando a una delle prime edizioni de La notte dei lettori l’evento che si è svolto a Udine tra l’8 e il 9 giugno ne ha fatta tanta di strada.
Le iniziative e gli eventi collaterali dedicati al mondo della lettura sono aumentate anche grazie al lavoro costante delle librerie presenti nel territorio e alla bravura di organizzatori come Bottega Errante a scegliere i temi giusti, quelli sui quali vale sempre la pena di soffermarsi a riflettere come è accaduto, ad esempio, con Gli Stati Generali della Lettura.
Il dialogo iniziato con la domanda Cara lettura, come stai? ha sottolineato ancora una volta quanto per Udine e la regione Friuli Venezia Giulia questa pratica sia ampiamente coltivata, apprezzata e riconosciuta. Dopo Buenos Aires, Udine risulta essere la città con il maggior numero di librerie per abitante.
La carta si apprezza di più perché consente di coltivare quelle capacità di approfondimento e di immersione che rendono l’apprendimento attivo, difficoltoso ma più gratificante rispetto ad altre modalità di lettura.
Il sentimentalismo del lettore nei confronti del cartaceo però mi ha portato a chiedermi se, per caso, il digitale e i moderni mezzi di comunicazione limitino questo processo di lettura. Per questo motivo l’intervento di Paolo Armelli è stato tra i più interessanti (e rassicuranti) perché aveva ben chiaro il fatto che Internet ha cambiato il mondo editoriale anche se:
“Sui libri e sulla comunicazione digitale si dice tutto e il contrario di tutto”
L’avvio della digitalizzazione della letteratura tende a voler creare una biblioteca universale in grado di superare la fisicità del libro ma è anche vero che il 29% dei lettori usa i servizi di e-commerce per avere i libri cartacei. Questo vuol dire che non è necessario arrivare a una totale smaterializzazione dei titoli per mantenere salda e sana la lettura attenta e approfondita ma creare delle forme di comunicazione che portino ad essa e alla sua coltivazione. Esistono molti modi per farlo e, tra gli strumenti più efficaci e funzionali allo scopo, Paolo Armelli ha indicato i blog di libri, le community e i servizi di scouting illustrandone brevemente peculiarità e caratteristiche.
A partire dai blog di libri (Book Blog) sono stati menzionati spazi web storici e di valore come Vibrisse di Giulio Mozzi, Nazione Indiana, Sul Romanzo o Critica Letteraria che hanno saputo inserirsi nel digitale divenendo nuove voci in grado di scardinare i vecchi sistemi di comunicazione. La solidità di questi spazi web rimane stabile perché si rivolgono a una nicchia di lettori forte e connotata diventando, nel tempo, importanti punti di riferimento per le case editrici che vogliono lanciare nuovi titoli.
Ai blog di libri e letteratura, parallelamente, si affiancano le piattaforme social dove più si ama parlare e discutere del tema. Tra queste, Instagram e Twitter sono considerati i canali più potenti per la diffusione della lettura. Per capire come essi vengono adottati per scegliere il prossimo libro da leggere, alcune percentuali:
- il 65% per argomento,
- 35% per autore,
- 26% su consiglio di amici e parenti,
- 10% consigli sui social (di recente mi sono resa conto che molti dei libri che ho letto e trattato su questo blog sono stati salvati nelle mie raccolte Instagram)
- 6% consigli dei librai
Filo conduttore di Cara lettura, come stai? è il dialogo che si può costruire attraverso gli strumenti digitali delineati da Paolo Armelli, anche in chiave di marketing per le case editrici.
Tra gli esempi citati, il lavoro Einaudi è tra i più apprezzati per il mondo dei libri perché non ha paura di esprimere il proprio pensiero, condividere altre pubblicazioni stampate da case editrici concorrenti e/o di ammettere i propri errori. L’approccio definito dal Social Media Manager dell’account Twitter Einaudi parte da un assunto fondamentale:
“Social Network significa rete sociale e bisogna imparare a costruire un dialogo e un ascolto”.
Dialogo e ascolto si possono costruire anche attraverso i media tradizionali come la televisione anche se, rispetto al digitale, ad essere centrale non è il confronto diretto tra lettori e soggetti della filiera del libro ma il libro stesso. Attraverso il libro si studiano e creano i programmi televisivi più adeguati per fornire strumenti di lettura e sviluppare capacità critiche e di interpretazione del pubblico al quale si rivolgono.
Nel discorso di Christian Mascheroni sullo stato della lettura in televisione e, in particolare sulla genesi del programma Ti racconto un libro, lo sviluppo del senso critico avviene anche criticando i libri assumendosi però la responsabilità di stroncare, come fa Michela Murgia ospite a ParoleOstili e menzionata più volte al convegno d’apertura de La notte dei lettori. In questo modo e in questo senso la televisione può ancora assumere un ruolo fondamentale nel trovare risposta alla domanda Cara lettura, come stai?
Senza voler per forza andare dietro a trend e mode, l’importante è costruire sempre:
“La possibilità di esprimere le proprie opinioni senza averne paura creando dei ponti con il pubblico e trasmettendo quello che è il reale potere e la bellezza dei libri”.
Infine, Lorenzo Pavolini ha concluso il convegno Cara Lettura, come stai? parlando di come utilizzare la radio per far conoscere il libro.
Malgrado l’avvento di Internet, la radio però non è passata in secondo piano e conserva saldo il suo rapporto con gli ascoltatori perché anche se nasce con quel problema in cui c’è chi parla e chi ascolta mantiene comunque la caratteristica fondamentale di trasformarsi e adattarsi ai tempi in cui si inserisce.
Per fare un esempio, il relatore è andato indietro fino agli anni ‘70, periodo in cui l’inserimento del telefono in uno studio radiofonico ha permesso di aprire un canale bilaterale con i suoi ascoltatori favorendo e costruendo il dialogo.
Oggi, con l’avvento di Internet e dei Social forse di canali di comunicazione ce ne sono anche troppi ma, in base ai download dei podcast dei programmi radiofonici, questo non sembra aver indebolito lo stato di salute della lettura che continua a rimanere al centro.
Quindi, cara lettura, come stai?
Molto bene, e tu? 😉
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