Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams è un salto in avanti rispetto al viaggio iniziato questa settimana, dalla visita alla mostra di Rodin a Treviso al Curriculum Del Lettore di Ileana De Pasco.
Un salto in avanti che però inizia più indietro nel tempo, quando era ancora inverno e solo oggi, Guida galattica per gli autostoppisti, trova spazio per una consultazione più approfondita.
Che dici, proseguiamo il viaggio e valutiamo insieme se sono da fare degli aggiornamenti in corso di lettura?
Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams: trama e citazioni
Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams è uno di quei romanzi che si leggono con piacere perché è strano, originale, difficile da collocare in un genere ben preciso anche se, navigando sul web, viene classificato alla voce fantascienza umoristica.
Il mondo sta per essere distrutto ma a Arthur Dent non lo sa e sta boicottando i lavori per la costruzione di un’autostrada, per salvaguardare la sua casa. Il suo amico, Ford Prefect, decide di salvarlo e lo porta con sé, alla scoperta dell’Universo, senza il pianeta Terra.
“Nei momenti di grande tensione, tutte le forme di vita esistenti emettono un infinitesimo segnale subliminale. Il segnale non fa che comunicare il senso preciso e quasi patetico dell’enorme distanza che separa l’essere che lo emette dal suo luogo di nascita.”
Asciugamani o meno, il viaggio per Arthur è scioccante. Guida galattica per gli autostoppisti è l’unico oggetto a fargli da orientamento per affrontare l’assurdità di ciò che sta vivendo e che non gli è stato comunicato adeguatamente, anche se i Vogoniani avevano informato i terrestri della loro eliminazione. Curiosa metafora di un sapere a disposizione di tutti ma a conoscenza di pochi o di nessuno.
La guida data ad Arthur è un libro, un ebook dove si legge di tutto; dal come preparare il migliore cocktail dell’universo (il gotto esplosivo pangalattico) all’elenco delle cose che non devono mancare nella valigia dell’autostoppista galattico (fondamentale l’asciugamano).
Ancora mi chiedo il senso dell’asciugamano ma, forse, in Guida galattica per gli autostoppisti l’importante non è cogliere il senso di ciò che si sta leggendo ma i segnali giusti per continuare a farsi delle domande, invece di rincorrere ossessivamente delle risposte per risolvere un problema che, tante volte, ci creiamo da soli per noia o inquietudine.
La descrizione e la funzione del pesce Babele è tra i segnali letti più interessanti:
“Il pesce Babele è piccolo, giallo, simile a una sanguisuga ed è probabilmente la cosa più strana dell’universo. Si nutre dell’energia delle onde cerebrali, ma non delle onde cerebrali della persona nella quale si trova, ma di quelle delle persone che le si trovano intorno.
Assorbe tutte le frequenze mentali inconsce e si alimenta così.
Quindi, il pesce Babele, defecando nella mente della persona espelle una matrice telepatica formata dalla combinazione delle frequenze del pensiero conscio e dei segnali nervosi raccolti nei centri del linguaggio del cervello che le ha fornite.
Il risultato pratico di tutto questo è che se vi ficcate un pesce Babele in un orecchio, immediatamente capirete qualsiasi cosa vi si dica in qualsivoglia lingua.
La struttura del linguaggio che ascoltate viene decifrata attraverso la matrice dell’onda cerebrale che è stata immessa nella vostra mente dal pesce Babele”.
Che cos’è, in realtà, il pesce Babele? Uno strumento? Un prodotto culturale? Un artista? Un contenuto sul web o uno scrittore del web?
Guida galattica per gli autostoppisti fornisce delle ipotesi che definiscono il collegamento tra segnale (impulso) decodifica/rielaborazione (interpretazione/traduzione) ed espulsione (in quest’ultimo passaggio, ti suggerirei di leggere Gli interpreti di Wole Soyinka, c’è una filosofia interessante a riguardo).
Tra le note in corso di lettura, il presidente Zaphod che si è auto cauterizzato il cervello sembra interpretare il tema affrontato da Nicholas Carr in Internet ci rende stupidi? e il funzionamento della nutrimatica ha inquietanti analogie con il procedimento di profilazione degli utenti online.
“Il funzionamento della nutrimatica era interessante.
Quando veniva premuto il bottone Bevande la macchina esaminava sull’istante, ma molto dettagliatamente, la potenziale gamma dei gusti del soggetto: faceva un’analisi spettroscopica del metabolismo di questo e poi spediva minuscoli segnali sperimentali attraverso il sistema nervoso fino al centro dei gusti del cervello, per vedere che cosa aveva maggiori probabilità di essere ben digerito e apprezzato”.
Ok, forse questi collegamenti di lettura sono un po’ azzardati però sono i primi che mi sono venuti in mente e sui quali concentrerei l’attenzione, in questi tempi in cui si è sempre più connessi ma sempre meno ricettivi.
Guida Galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams: impressioni personali
Ciò che mi ha colpito di più di Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams non è tanto la trama o l’originalità con cui sono stati toccati temi trasversali e attualissimi, che riguardano da vicino l’umanità e la sua ricerca di un senso esistenziale ma la messa in scena, la correlazione tra segnali e conseguenti reazioni di Arthur Dent, unico essere umano in un mondo di alieni (o alienati?).
Quando Arthur si rende conto che, nella guida, la voce che parla della Terra non supera una riga rimane più sconvolto di quanto non lo sia all’avviso della distruzione imminente del suo pianeta.
Voleva salvare la sua casa, non essere salvato e tutto quello che ha perso e gli è stato distrutto viene ridotto a un’unica riga? Com’è possibile? Un intero pianeta, con le sue scoperte, invenzioni, sogni ed aspettative viene distrutto e liquidato con poche, sintetiche parole mentre lui è al sicuro (più o meno) su una navicella spaziale. Perché? Forse perché, nonostante tutto, Ford Prefect aveva intuito quanto il loro padre letterario aveva percepito, individuato e comunicato dal mondo in cui scriveva.
“Lo stress e la tensione nervosa sono oggi seri problemi sociali in tutte le parti della Galassia ed è perché questa situazione non si inasprisca che i fatti successivi verranno rivelati in anticipo”.
Guida galattica per gli autostoppisti è l’avviso dell’autore al lettore sull’andamento che sta prendendo l’umanità. Una raccolta di segnali da leggere per arrivare a una comprensione e a un vero cambiamento, anche se non sono processi immediati. Infatti, il romanzo rassicura che:
“Capirete queste cose in seguito. O almeno, le capirete più di quanto le capiate adesso”.
Il perché solo Arthur Dent sopravvive sta nel fatto che probabilmente era l’unico essere umano che, malgrado lo shock iniziale, si trovava a suo agio nell’indefinito, nell’incerto, nel dubbio e nell’improbabilità mentre l’impulso che lo fa muovere e vivere sta nel cercare di capirne i collegamenti per poi adattarsi ad essi senza cadere nel rischio di diventare un robot con carattere di persona vera.
Paradossalmente, il perché di Guida galattica per gli autostoppisti si sintetizza in un’unica frase:
“Esigiamo aree di dubbio e d’incertezza estremamente definite”.
E su questa frase, più che aggiornare non resta altro che leggere gli altri libri di Douglas Adams.
Io sono indecisa tra Addio e grazie per tutto il pesce e Il salmone del dubbio, tu?
Photo credits: immagine in evidenza via Pixabay
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