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Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen: storie di famiglia e di migrazioni

13 Aprile 2018
Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen: storie di famiglia e di migrazioni

Isola di Siri Ranva Hjelm Jacobsen, edito Iperborea, è uno di quei libri che emerge dalla liquidità del web per la particolarità della copertina e la stranezza del formato.

Ho scelto di leggerlo perché è comparso più volte sui social, menzionato da lettrici e book blogger che seguo e apprezzo proprio per la loro capacità di suggerire letture diverse, insolite e inaspettate.

Sono una lettrice onnivora con una tendenza ai classici e a tutti quei libri che, in una qualche maniera, stimolano riflessioni, idee e curiosità. Isola è uno di questi.

Vieni a scoprire di che cosa parla?

Isola e le storie di famiglia e di migrazioni di Siri Ranva Hjelm Jacobsen: trama e impressioni

Isola racchiude le storie di famiglia di Siri Ranva Hjelm Jacobsen e inizia con Marita, la nonna, la omma dell’autrice per poi proseguire su una doppia narrazione, tra passato e presente.

L’elemento che unisce e lega le generazioni che si intrecciano in Isola è la perdita di persone care e di come il viaggio alla scoperta delle Faroe scateni i ricordi e le ricostruzioni delle scelte, dei luoghi e degli abitanti e di ciò che rappresentano per chi racconta.

IsolaIsola

Siri Ranva Hjelm Jacobsen

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Il ritorno a casa diventa qualcosa di più del semplice far visita ai parenti durante le feste comandate e assume uno o più significati simbolici. Osservando e selezionando, la Jacobsen mette insieme frammenti di una memoria familiare e culturale tramandata sul filo della nostalgia del migrante. Uno stato d’animo impersonato da abbi, il nonno, perché:

“[…] viveva nel futuro, finché non ha cominciato a vivere nel passato. In questo senso era un vero migrante”.

In Isola si susseguono una miriade di immagini intense, suggestive e insolite come quella della madre dell’autrice la quale, appena mette piede sulle isole Faroe, subisce un cambiamento nel corpo e nelle abitudini, nel tentativo di mantenere integra l’anima o l’identità dell’anima.

“Toccava di continuo la terra quando andava in giro, raccoglieva un po’ del paese e se lo portava con sé nelle piccole pieghe della pelle. L’aria era fredda e umida. I fiori e i sassolini erano come botox per l’anima, diceva lei”.

Isola è un continuo avvicinarsi e allontanarsi da un qualcosa alla quale si tende ma che non si lascia mai cogliere del tutto. Più che di una narrazione lineare, la Jacobsen segue percorsi e traiettorie altalenanti. Le persone, reali, emergono e affondano in un processo di ricostruzione e destrutturazione continua della saga familiare. Una saga composita e composta da tante isole alla deriva o quasi.

“Alcune isole sono solo di passaggio. […] Altre avevano una loro rotta, erano come uccelli migratori e ricomparivano sempre nello stesso luogo”.

Isole e persone sono collegate e scollegate dal tempo che passa e dalle motivazioni che li spingono a spostarsi, ad allontanarsi dalle loro radici in cerca di altri luoghi in cui attecchire. Il tema della migrazione è uno degli argomenti principali del libro e, come spiega l’autrice, si compie in tre generazioni:

“La prima avverte il bisogno e porta con sé la volontà, l’ostinazione: una pietra pesante che si sposta con le proprie forze.
[…]
La generazione successiva forse sta a gambe divaricate sulla distanza, finché qualcosa s’incrina e allora si sente doppiamente sbagliata, senza nessuna lingua, doppiamente sola.
[…]
La terza generazione è una coperta troppo corta: è totalmente disinvolta e libera di condizionamenti culturali oppure è a casa solo per metà […]”

La terza generazione è la generazione che si sente straniera in casa perché racchiude tutti i passaggi seguiti dalle generazioni precedenti ma si rende conto che qualcosa dell’identità originaria (rappresentata da Marita) è andato perso, frammentato al punto da far sentire la narratrice estranea nella casa e nella società alla quale, in parte, appartiene:

“L’estraneità si tramanda, volevo dire, s’incarta e si mette via per la generazione successiva. Poi lasciai stare”.

Isola però segue un flusso narrativo che, seppur posto su due piani temporali, esegue un cerchio perfetto. Marita apre e chiude il romanzo e assume tutte le sfaccettature che caratterizzano le isole Faroe e i suoi abitanti.

Da leggere e rileggere è come la Jacobsen descrive il rapporto di coppia dei nonni.

Se omma abbandona la sua terra natia senza alcun rimpianto, abbi ne proverà sempre una struggente nostalgia. Nonostante ciò, la loro identità rimarrà integra fino alla fine poiché, simbolicamente, sembrano rappresentare il contenuto e il contenitore di Isola e il punto di riferimento dal quale partire per permettere all’autrice e al lettore di ricostituire una nuova identità attraverso la narrazione.

Isola è stata una lettura incantevole ed è veramente un romanzo originale, diverso, inusuale.

Lo stile e la voce di Siri Ranva Hjelm Jacobsen affascinano, come il canto di una sirena e il lettore non può fare a meno che sedersi e ascoltare, lasciarsi trasportare dalla corrente di un romanzo personale e dalle vicende di una saga familiare narrate con intensità e delicatezza. Sperando di vedere, attraverso la nebbia, le isole Faroe.

Autore: Siri Ranva Hjelm Jacobsen
Titolo: Isola
Titolo originale: Ø
Traduzione: Maria Valeria D’avino
Casa editrice: Iperborea
Pagine: 218
Anno di pubblicazione: febbraio 2018
Prezzo di copertina: € 17

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2 Comments

  • Reply Bruna Athena 13 Aprile 2018 at 17:01

    Mi ha coinvolta gradualmente questo libro, fino a commuovermi un po’.

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