La scoperta di Metafora e vita quotidiana di George Lakoff e Mark Johnson nasce da una conversazione offline.
Una conversazione che ha una storia, tutto sommato, avvincente in quanto si tratta di un libro fuori catalogo.
Come fare a trovare e leggere Metafora e vita quotidiana? Basta andare in biblioteca ma, ora che l’ho letto, mi dispiace restituirlo e, per trattenerlo ancora un po’, ho pensato di condividere con te gli appunti presi in corso di lettura.
Vieni a scoprirne qualcosa di più?
Rettifica: Metafora e vita quotidiana è stato ristampato nel dicembre del 2022.
Troverai il link al libro alla fine di questo post 🙂
Metafora e vita quotidiana, Lakoff – Johnson: leggere un saggio come se fosse un romanzo
Per riuscire a dare un’idea di cosa vuol dire leggere il libro di Lakoff, ho fatto finta di leggere un romanzo. Grande protagonista è la metafora, il suo rapporto con il linguaggio e la percezione che si ha di essa:
“La metafora è da molti considerata come uno strumento dell’immaginazione, un artificio retorico, qualcosa insomma che ha più a che vedere con il linguaggio straordinario che con quello comune”.
Che cos’è la metafora? Qual è il suo desiderio, il motore che spinge il personaggio all’interno di un contesto narrativo che sfuma dall’interno verso l’esterno e viceversa? Come parla, comunica, interagisce? Sono domande che l’autore si pone quando definisce un personaggio e per presentarlo, in modo chiaro, al lettore al quale è rivolto.
Lakoff chiarisce subito che:
“L’essenza della metafora è comprendere e vivere un tipo di cosa in termini di un altro.”
Per far sì che la comprensione avvenga vengono fornite al lettore tutte le informazioni necessarie per distinguere le tipologie della metafora. La metafora, infatti, può essere:
- strutturale,
- d’orientamento,
- ontologica,
- convenzionale e
- immaginativa.
I primi capitoli del libro spiegano, tratteggiano e approfondiscono le caratteristiche di ogni singola metafora così come il romanziere fa con i suoi personaggi. Come il romanziere, Lakoff non si dimentica che, per far questo, è necessario avere almeno un’idea complessiva del concetto di esperienza. Un’esperienza che si definisce e si orienta seguendo a sua volta tre tipologie fisse:
- culturale e razionale,
- spazio-temporale
- emozionale.
Una volta definiti i personaggi e le loro caratteristiche giunge il momento di farli muovere attraverso una nutrita serie di esempi che, come episodi in una serie televisiva, raccontano delle microstorie atte a elencare, analizzare, mostrare le metafore in tutte le sue strutture, applicazioni e implicazioni nella vita quotidiana.
Il fine sta nel portare il protagonista ad acquisire i valori che porta con sé ma che sono stati messi alla prova più volte, prima di raggiungere una piena consapevolezza della sua essenza. Allo stesso tempo, nel seguire la trasformazione del personaggio principale il lettore ha gli agganci necessari per identificarsi con esso quel tanto che basta per arrivare a comprendere non solo il personaggio, ma anche la realtà e i linguaggi che lo definiscono.
In Metafora e vita quotidiana non esiste un finale ma un continuo svolgimento di come funzionano i vari processi di apprendimento per arrivare a una, seppur parziale, comprensione del mondo.
La metafora poi, bistrattata e tenuta in disparte dai miti dell’oggettivismo e del soggettivismo, miti fondanti della cultura occidentale, si pone anche come un’alternativa in grado di tener insieme due poli tra loro contrari. La riuscita di questa impresa, portata avanti dalla metafora, farebbe emergere una terza possibilità racchiusa nel mito esperienzialista. Secondo quanto rielaborato da Lakoff:
“La metafora fornisce un modo per comunicare parzialmente esperienze che non sono in comune ed è una struttura naturale della nostra esperienza […]”
Il terzo mito formulato in Metafora e vita quotidiana fa da mediatore e condivide sia le preoccupazioni oggettiviste e sia le motivazioni soggettiviste fornendo, di conseguenza:
“[…] una più ricca prospettiva su alcune delle più importanti aree di esperienza delle nostre vite quotidiane che sono:
la comunicazione interpersonale e la comprensione reciproca,
l’autocomprensione,
il rituale,
l’esperienza estetica e
la politica”
Infine, Metafora e vita quotidiana mette in guardia anche sui rischi e sui pericoli della metafora che, di per sé e se la si conosce abbastanza a fondo da farne un uso cosciente e coscienzioso, non è un cattivo personaggio. Lo diventa nel momento in cui viene usata non per comprendere alcuni aspetti di una medesima realtà ma per distorcerla, quotidianamente e senza accorgersene.
“La cieca accettazione della metafora può nascondere realtà degradanti, siano esse lavori impiegatizi e manuali privi di senso o di virtuale schiavitù”.
Metafora e vita quotidiana: un’ultima cosa da aggiungere e conclusioni
La lettura di Metafora e vita quotidiana è stata un’esperienza affascinante e, se presenta qualche difetto a livello formale, è da dire che i pregi si concentrano tutti nel contenuto e di come viene sviscerato in tutte le sue sfaccettature.
Più volte, infatti, mi sono trattenuta da uno strano impulso alla revisione.
Oltre a quelli che possono essere definiti errori di stampa non mi tornava l’uso dei verbi e la costruzione di alcuni periodi che, prima di centrare il tema, facevano curiosi voli pindarici difficili da seguire.
Tuttavia, Lakoff stesso afferma che nella comunicazione interpersonale la comprensione tra due interlocutori provenienti da culture, valori e conoscenze differenti può avvenire attraverso quella che lui chiama negoziazione di significato. Per svolgere questo tipo di azione è bene avere una generosa tolleranza per gli errori assieme ad altre abilità come:
essere consapevoli delle differenze dei vari backgrounds e capire quando queste differenze sono importanti,
avere sufficiente diversità di esperienze culturali e personali per essere consapevoli che esistono visioni divergenti del mondo,
avere pazienza e flessibilità nella visione del mondo,
possedere talento per trovare la giusta metafora per comunicare le parti rilevanti delle esperienze non condivise per mettere in rilievo le esperienze comuni lasciando in secondo piano le altre.
Al di là di questi piccoli difetti, è un vero peccato che si tratti di un libro fuori catalogo.
Ora però mi sorge un dubbio, nel riportare gli appunti presi leggendo Metafora e vita quotidiana di Lakoff – Johnson ho usato delle metafore o delle similitudini, o tutte e due?
Tu che ne pensi?
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