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Curriculum Del Lettore di Alessia D’Epiro: libri e letture di una Business Coach

7 Marzo 2018

Alessia D’Epiro è una Business Coach e ha una bella voce.
Come lo so? Perché il suo Curriculum Del Lettore si è scritto telefonicamente.

Ammetto di aver avuto una certa titubanza nella trascrizione. Temevo di perdere, nel passaggio, l’essenza di Alessia e di come i libri hanno svolto il ruolo di guida nella sua formazione umana e professionale. Tuttavia, la conversazione si è svolta in modo così piacevole e naturale che mi dispiaceva non condividerne il contenuto qui con te e così, ho colto la sfida cercando di accogliere e srotolare con cura i fili che compongono il suo Curriculum Del Lettore.

È la prima volta che un guest post passa dal parlato allo scritto ma è la prova che, se ci si organizza e si hanno ben chiari gli obiettivi da raggiungere, la lettura può favorire una conversazione su più piani e livelli.

Vieni a scoprire il Curriculum Del Lettore di Alessia D’Epiro?

Curriculum Del Lettore di Alessia D’Epiro: la circolarità della lettura, in ottica di crescita personale e professionale

È sempre bello ripensare alle proprie tappe. Le interviste aiutano a pensare e diventa un bel momento di riflessione. Sono una “cannibala” di libri e per questo è difficile scegliere quelli che più mi hanno nutrita, aiutata a crescere e a migliorarmi, lettura dopo lettura. Ma ci provo lo stesso e questo è il mio Curriculum Del Lettore.

INFANZIA

Il mio essere un po’ ribelle mi ha caratterizzata fin all’infanzia e con Joe March di Piccole Donne ho costruito, dentro di me, degli archetipi. Per la verità, il libro della Alcott non mi piaceva tantissimo. Mi sembrava che ci fosse qualcosa che sminuisse l’essere femminile e Joe rappresenta per me una forma di ribellione per rispondere a delle situazioni preimpostate, di pregiudizio.

È tutto molto relativo, se avessi letto altri libri, chissà cosa sarei diventata ma, nel contesto ottocentesco, sentivo che il personaggio di Joe era forse quello che mi rappresentava di più. Se ripenso alla me bambina, è probabile che il mio modello femminile sarebbe stato Hermione Granger, di Harry Potter perché si fa da sé, si prepara, non si risparmia e non diventa maschile. Sa essere resistente e, allo stesso tempo, vulnerabile. Hermione è per me un bellissimo esempio di resilienza, in letteratura. La amo perché, prima di compiere una magia, analizza e cerca ispirazione e consolazione nella cultura e nella natura.

Tra i libri più cari della mia infanzia ci sono anche Tom Sawyer, per lo spirito d’avventura e il Giro del mondo in 80 giorni perché mi affascinava il tema del viaggio.

ADOLESCENZA

Devo fare una piccola premessa, sono una lettrice precoce. Ho cominciato a leggere a 4 anni e mezzo e colloco la mia adolescenza a partire dai 12/13 anni. In questa fase della mia vita c’è stato un taglio netto e mi sono interessata alle tematiche adolescenziali e mi sono imbattuta ne Il mondo di Sophia, ne La profezia di Celestino e ne Il gabbiano di Jonathan Livingstone. Quei libri mi indussero a fare da sola il biglietto per la corriera per raggiungere un paesino vicino a quello dove abitavo. Sapevo che là c’era un monastero tibetano e io avevo tante domande. Cercavo risposte e sono convinta che:

“I libri ci rendono viandanti, esploratori del mondo”.

Nel periodo successivo alla mia fuga in cerca di risposte alle domande esistenziali cominciai a focalizzarmi sul concetto del tempo e su come viene vissuto e percepito.Ero ossessionata da Tempi Moderni di Charlie Chaplin, leggevo Baudelaire e mi chiedevo che cosa fosse il tempo. Leggevo molti libri di filosofia e, un libro che incontrai e amai durante l’Università è stato Vivere, amare e capirsi di Leo Buscaglia. Un libro bellissimo su come investire questo tempo che abbiamo e lì imparai che:

“L’evoluzione e l’apprendimento sono un atto d’amore per sé stessi”.

GIOVINEZZA

Sono tanti, veramente tanti i libri che ho letto e che continuo tuttora a leggere ma il fil rouge tra la mia giovinezza e il mio presente è, per me, Il piccolo principe. Anche se leggo per la maggior parte libri sulla realizzazione professionale, il libro di Exupéry è una costante. Mi permette di continuare il mio percorso di crescita lavorando in armonia con le varie fasi della vita e della lettura.

C’è una circolarità olistica tra vita personale e professionale, le nozioni di business e di coaching sono molto legati fra loro e il loro equilibrio è importante per curare sia la dimensione spirituale sia quella materiale. Se non ti stimi, non c’è realizzazione. In questo senso, anche leggere le biografie è molto importante. Studiarle può aiutare a trovare risposta a ciò che rimane nascosto.

Amo le biografie. L’ultima che ho letto è Helena Rubinstein – La donna che inventò la bellezza. Lei che, nata molto povera in Polonia, ha trovato la sua dimensione viaggiando in Australia e poi in Europa, dove crea il primo salone di bellezza. Luoghi da dove nasceranno le consulenti d’immagine.

Può sembrare strano, difficile da capire ma il percorso di Helena ebbe poco a che fare con la civetteria. L’idea di base era di ricercare l’autoconsapevolezza nella propria femminilità, di farla risaltare e non di mascherarla. Questo sul piano professionale, su quello personale non dimenticò mai il suo lato umano e infatti fu filantropa e collezionista di opere d’arte oltre che amica di artisti come Salvator Dalì e Pablo Picasso.

Helena Rubinstein è la mia donna totem. Ogni anno, infatti, decido qual è la qualità che voglio migliorare per avviare un cambiamento concreto, pragmatico.

Nel 2017 la mia donna totem era Shonda Rhimes, mi ha ispirato e mi ha fatto dire sì alle imperfezioni mentre, in questo 2018, ho scelto di buttarmi e di scrivere Come capire se la tua idea funziona e ne vale un’impresa e di dedicarmi al seguito, che verrà presentato a maggio al Salone del Libro di Torino.

Perché? Perché leggere aiuta anche ad individuare la circolarità della crescita professionale e professionale. Se siamo il risultato di quello che facciamo, siamo anche la comprensione di quello che leggiamo.

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