Il Curriculum del lettore di Luigi Maiello è l’incipit di febbraio e, allo stesso tempo, si collega alla linea narrativa di gennaio grazie a un libro, Essere originali di Adam Grant.
Un libro che ha attratto la curiosità dell’ospite di oggi e che lo ha convinto a chiedermi l’amicizia su Facebook per confrontarci su lettura e narrazione. Ne è nata una conversazione molto interessante all’interno della quale ci siamo scambiati vari titoli, letti e non letti.
Provare a chiedere a Luigi Maiello il suo Curriculum Del Lettore mi sembrava d’uopo e l’opportunità è stata colta al volo e svolta in corsa. Mi ha consegnato il suo contributo due giorni prima della scadenza, senza presentare un contenuto fatto di fretta.
Già dalla prima lettura, il Curriculum Del Lettore di Luigi Maiello scivola via con naturalezza ed eleganza rivelando un lettore raffinato e uno storyteller molto bravo e coinvolgente e a me non resta altro che condividerlo con te così com’è perché non vi è niente da aggiungere e niente da togliere.
È una storia, una bella storia, di cosa e come legge un lettore e storyteller.
Vieni a scoprirlo?
Curriculum Del Lettore di Luigi Maiello: libri e letture di uno Storyteller & Content Manager di Intertwine
Ci sono due momenti della giornata in cui stacco da tutto e tutti: quando al mattino corro e quando di sera leggo. Sono due momenti in cui la mia mente riesce a estraniarsi dal contesto fisico.
Nel caso della corsa non del tutto, altrimenti sarebbe pericoloso. Quando leggo, invece, mi immergo nella storia che scorre sulle pagine e così mi sento contemporaneamente in due luoghi: nella scena fisica (il luogo in cui leggo la storia) e nella scena narrata, che scorre lungo le pagine che ho davanti.
Anzi, spesso, la seconda prevale sulla prima. È qui che avviene la sospensione dell’incredulità. Nel momento in cui accetto l’esistenza del mondo narrato.
Non leggo solo di sera: leggo per lavoro, sempre misto a piacere, le storie degli autori della nostra community. Mi riferisco ad Intertwine, la piattaforma per lo storytelling su cui ognuno può raccontare le proprie storie liberamente, da solo o in modo collaborativo. Io mi occupo dei contenuti, da produrre e da pubblicare sui nostri canali social e leggo le storie dei nostri utenti, a cui diamo anche consigli e suggerimenti. In realtà sono già tutti molto bravi e dalle loro storie spesso traggo spunti per le mie. Si, a volte, scrivo anche io.
Non ho un genere che amo più di altri. Cerco di variare sempre la tipologia delle mie letture che, inevitabilmente, sono spesso di tipo tecnico: marketing, comunicazione, social, psicologia, sociologia, antropologia. In una sola frase:
mi piacciono i libri che parlano dell’uomo.
perché sono sempre più convinto che se vuoi rivolgerti a un pubblico, per qualsiasi motivo devi prima di tutto capire come funziona la mente del consumatore/fruitore, conoscere i suoi processi decisionali e sapere cosa può pensare al riguardo. Mi sono accorto che anche leggere narrativa può farti capire meglio le persone, creare una maggiore empatia e, per questo, leggo sempre più libri contemporaneamente. Solo quando mi siedo per leggere, scelgo quale continuare.
Prima di entrare nel vivo delle mie letture voglio chiarire due “questioni preliminari”.
- Stilare una lista dei libri più significativi per me è stato complesso, ma ancor più complicato sarebbe stato compilare una lista dei libri che vorrei leggere. La seconda lista è sempre più lunga della prima. Qualcuno sa spiegarmi il motivo?
- Leggo molto da Kindle e ho operato una distinzione tutta mia. In digitale leggo narrativa, dal cartaceo leggo libri che intendo “studiare”. Conosco bene il fascino della carta, la bellezza delle copertine e di una libreria con tanti titoli. Mi piacciono, ma la comodità e la velocità di leggere in digitale, per me, oggi, non hanno eguali.
INFANZIA
- Zanna bianca di Jack London
È uno dei libri che conservo della mia infanzia. Con una copertina bellissima, tutta colorata, il libro racconta la vita di un lupo con un quarto di sangue di cane. È uno dei romanzi della mia infanzia perché da sempre, a casa mia, nel nostro giardino, ci sono cani e gatti; in passato anche galline e conigli. È un romanzo per chi ama la natura, in cui la maggior parte della storia viene raccontata da una prospettiva originale: dal punto di vista degli animali, descrivendo il modo in cui London ritiene che essi vedano il loro mondo a loro circostante e soprattutto gli uomini. La natura selvaggia, la lotta contro la fame, giocare d’astuzia per evitare i maltrattamenti dell’uomo e poi l’incontro finale del buon padrone che lo addomesticherà. Una bella favola insomma, da ri-leggere anche ora.
- La serie di Sandokan di Emilio Salgari.
Non l’ho mai letta per intero, però quelle avventure mi piacevano molto. A quei libri ero e sono legato anche perché erano di mio nonno. Ora hanno le pagine gialle, ma stanno sempre allo stesso posto. La storia è famosa e a distanza di anni non so cosa mi piaceva di più di quelle storie. La lettura che posso farne ora è che forse mi appassionavano perché Sandokan era un eroe che combatteva contro gli oppressori, che difendeva i più deboli. Era un leader che sapeva sempre cosa fare, un uomo privo di dubbi. A pensarci ora mi ricorda tanti personaggi dei cartoni animati che in quegli anni mi piacevano.
- Favole al telefono di Gianni Rodari
Io non amavo le favole, ma queste mi piacevano, anche se mi viene un grande dubbio, che vi chiarirò con l’ultimo libro di questo excursus molto personale. Il punto è che negli anni ho imparato ad apprezzare queste favole (come le altre) soprattutto da un punto di vista stilistico. C’è forse qualcosa di più complicato di raccontare una storia a un bambino cercando di renderla più semplice e chiara possibile? È quello che si insegna a tutti gli scrittori, esprimersi in modo semplice, con le parole d’uso nel linguaggio comune. Insegnamenti che valgono soprattutto se si scrive nel web. Ecco, a distanza di tanti anni, io non so più se queste favole mi piacevano già da piccolo, o mi piacciono ora, a posteriori. Forse entrambi.
ADOLESCENZA
- Se questo è un uomo di Primo Levi
L’adolescenza è il periodo in cui ti senti più impegnato nei confronti della società. Sono gli anni del liceo, delle manifestazioni e dell’impegno giovanile. Per me erano gli anni in cui volevo provare a capire tante cose del mondo che non mi andavano giù. Se questo è un uomo è un libro che mi ha segnato, una testimonianza dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo. Un testo preciso e composto che racconta la dignità calpestata da quella tragedia.
Ma significativi in questo periodo furono anche Sostiene Pereira di Tabucchi e, per motivi differenti, Radici di Alex Haley, il mio primo “mattone” di 500 pagine.
- Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino
È il primo libro di Calvino che ho letto, dopo di questo ce ne sono stati altri, ma questo è stato quello che me lo ha fatto scoprire. Un romanzo composto da undici brani, dieci dei quali sono inseriti all’interno di una cornice: infatti sono costituiti da dieci incipit di altrettanti romanzi. Calvino qui narra la storia di un Lettore che, nel tentativo di leggere un romanzo (intitolato appunto Se una notte d’inverno un viaggiatore), è costretto ogni volta a interrompere la lettura del libro che sta leggendo e intraprendere la lettura di un altro.
L’opera diventa così una riflessione sulle molteplici possibilità offerte dalla letteratura e sulla impossibilità di giungere a una conoscenza della realtà. Un libro anche complesso, con tante storie una dentro l’altra, dove però l’autore ci fa fare un viaggio nel piacere della lettura. Per la mia professione è stato fondamentale anche Lezioni americane, ma ho scelto di indicare solo un testo per ogni autore.
- Tu, mio di Erri De Luca.
Tu, mio racconta la storia d’amore tra un adolescente pescatore e una donna più grande, in un’estate sull’isola di Ischia. Un libro che vola leggero, con tante frasi corte che valgono intere pagine: sono parole semplici e profonde, ma che riescono a scavarti nell’intimo e ti donano il piacere di una lettura intensa e trascinante. La capacità dell’autore di utilizzare le parole in modo evocativo mi colpì subito.
“C’è un’estate brusca nell’età giovane in cui si impara il mondo di corsa”.
Erri De Luca rimane uno dei miei autori preferiti. Tra gli altri libri consiglio Montedidio, Il contrario di uno e Napolide.
GIOVINEZZA
- Come un romanzo di Daniel Pennac
Come un romanzo è un inno alla lettura e al piacere di leggere, scritto da un insegnante delle superiori. Per me è stato un libro illuminante perché mi ha fatto capire che ognuno deve sentirsi libero di leggere ciò che gli piace, e non necessariamente i “grandi classici” o quei libri che “ognuno dovrebbe leggere nella vita”. Può sembrare una banalità, ma secondo me non è un concetto scontato. La lettura deve essere un piacere e così un lettore può saltare una descrizione troppo approfondita, se, ad esempio, ha voglia di sapere come andrà a finire un amore o un inseguimento. È un libro che parla di tutti noi a cui piacciono i libri e che si rivolge anche ai più giovani, coloro a cui da piccoli piacciono le storie, ma che, una volta adolescenti, si annoiano nello studiare i classici della letteratura. Di chi è la colpa? Degli studenti? Degli insegnanti? Dei programmi scolastici? Forse in alcuni casi sarebbe meglio partire da testi più semplici per fargli capire il piacere della lettura, per poi passare ai grandi classici?
“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo amare…il verbo sognare…”
- Esercizi di stile di Raymond Queneau
È uno dei libri che mi ha insegnato tanto, in primis ad adeguarmi ai vari contesti in cui mi trovavo e mi trovo. A esprimermi in modo diverso a seconda delle situazioni. Ogni tanto lo riprendo e lo apro a caso per leggere una delle novantanove varianti stilistiche di uno stesso episodio. Racconti di poche righe, in cui Queneau utilizza le più svariate figure retoriche e i più disparati registri linguistici per raccontarci sempre lo stesso episodio, mostrandoci come nella parola e nella lingua siano implicite infinite potenzialità, che vanno solo lasciate libere di esprimersi. Insegnamenti utili sia a livello professionale, che nella vita di tutti i giorni.
- L’arte della guerra di Sun Tzu
L’arte della guerra è probabilmente il più famoso trattato di strategia militare al mondo, ma ovviamente non era quello che mi interessava quando l’ho letto. Questo libro ha in sé tanti elementi propri del marketing. Nel suo linguaggio semplice, e con la brevità che lo caratterizza, ti insegna che in guerra, nella vita, ma soprattutto nel marketing (che era ciò che mi interessava) la conoscenza dell’ambiente (contesto) e dei nemici (competitor) è fondamentale. Così come è importante sapere quali sono i propri punti di forza e quali di debolezza, così da non far scoprire i secondi e valorizzare i primi. Tante parole del marketing e della pubblicità derivano dal linguaggio bellico, già questo potrebbe spiegare tante cose. È stato un testo valido fino a qualche anno, per un marketing di tipo “push”, che però oggi è in gran parte superato a favore di un marketing più “relazionale”.
MATURITÀ
- Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita di Nassim Nicholas Taleb
Uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere, perché affronta il tema dell’incertezza e del caos. L’autore ci spiega quali sono i blocchi psicologici che ci impediscono di comprendere l’improbabile. Tutto questo perché la nostra mente cade nell’errore narrativo e nel problema dell’induzione, ricercando sempre una relazione di causa ed effetto tra gli eventi, ma questa relazione spesso non esiste.
L’autore ci spiega che “la storia non striscia, ma salta”. E così ci sono eventi straordinari che segnano la storia, anche personale, che non sono prevedibili. Sono I cigni neri, quegli eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori: come l’invenzione della ruota, l’ascesa di Hitler, gli attentati dell’11 settembre, il crollo di Wall Street, ma anche la nascita di Internet. E lo sono anche la nascita delle religioni, le guerre o i crolli delle borse, e alcuni avvenimenti che scandiscono la nostra esistenza: l’amore è un cigno nero. Mica è prevedibile?
- Pensieri lenti e veloci di Daniel Kahneman
Questa è stata un’altra lettura per me illuminante, in cui il premio nobel per l’economia Daniel Kahneman riesce a spiegare concetti, anche complessi, in modo semplice, ricorrendo a esempi e esperimenti. Kahneman ci guida in un’esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2).
Il primo è inconsapevole, intuitivo, istantaneo, emozionale, sintetico, automatico, poco faticoso. Ad esso deve gran parte della creatività di ognuno. Il secondo è consapevole, analitico, deduttivo. Chiede concentrazione e fatica. La maggior parte delle nostre decisioni è frutto di pensiero veloce. Molte si fondano su efficaci “intuizioni esperte”, e funzionano: in situazioni di emergenza reagire in fretta è fondamentale, così come economico dal punto di vista cognitivo operare secondo consuetudine, quando le situazioni ci sembrano familiari. . Ma il pensiero veloce non sa valutare bene rischi e probabilità. E quindi può fare errori marchiani.
In questo testo emerge tutta la limitatezza delle teorie che definiscono l’Homo Economicus, che agirebbe sempre in modo razionale.
È un libro che fa riflettere sui nostri processi decisionali e sulla nostra mente, fondamentale per approcciare al neuromarketing e alle decisioni di acquisto.
- Il senso di una fine di Julian Barnes
Chiudo metaforicamente la mia lista con questo libro. Il senso di una fine racconta una storia in cui il protagonista rilegge la sua vita e cerca di darle un senso. Oltre allo stile che mi ha colpito da subito di Barnes, il punto centrale su cui riflettere è: siamo sicuri che certe cose della nostra vita siano realmente accadute, o forse è solo il modo in cui ce le ricordiamo e ce le raccontiamo? A metà tra un thriller e un romanzo esistenzialista, questo libro lascia spazio a molteplici piani di lettura e interpretazione. Barnes infatti gioca con il protagonista e con il lettore in questa storia che è anche una riflessione sulla compresenza in ogni narrazione di più versioni degli stessi fatti. La narrazione in prima persona del protagonista ci fa credere di essere di fronte alla cronaca dei fatti. Il narratore sembra farci l’occhiolino ogni volta che ci lascia un indizio, ma in realtà ci prende in giro e ciò che ci viene narrato per buona parte del libro non è la storia ma solo una delle storie, la versione di Tony. È solo un punto di vista, tra i tanti possibili.
Libro che mi ha fatto riflettere riguardo due punti: la necessità di analizzare sempre la fonte di un’informazione (soprattutto sul web) e sul modo in cui ognuno ricostruisce la propria storia personale.
Alla fine, raccontiamo ciò che abbiamo vissuto o ciò che ricordiamo di aver vissuto?
4 Comments
“Se una notte d’inverno un viaggiatore”! “Se questo è un uomo”! “Come un romanzo”!
Ecco, posso dire che questa cosa di scegliere fra i libri è difficilissima per noi che li amiamo tanto?
Bellissima selezione, davvero.
Effettivamente, Sara, fare una scelta è difficilissimo però prova a pensarla in un’ottica un po’ diversa. Alcuni libri si lasciano andare mentre altri rimangono e tutti, in egual misura, sono stati e sono amati dal lettore che li condivide o che, a sua volta, li leggerà. 🙂
Difficile è l’esercizio di scegliere un libro, ancor più quando deve rappresentare una fase della vita. Scegliere tra quelli letti è una bella responsabilità che gli si da!
Sono sempre stata convinta che ognuno ha gli amici che si merita, credo possa valere anche per i libri.
Concordo, Raffaella. <3